Zacinto mia

Ciò nonostante ognuno, se non proprio felice, almeno non è infelice. E tira avanti.

 

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Messaggi di Novembre 2016

SOPPRESSO

Post n°362 pubblicato il 28 Novembre 2016 da Oxumare81

Ormai è trapelata la notizia: il mio ufficio chiude il 30 aprile 2017, come altri 26 tra febbraio ed aprile del prossimo anno. Lasciamo perdere i criteri con cui sono stati scelti: perché Catania sì e Brescia no, quando tieni aperto Palermo e Catania ha solo 15 persone?

Scoraggiamento totale. Io non so se essere contento o meno. Sono dispiaciuto per i miei collaboratori, che dovranno andare in produzione in uffici locali. Io, quanto meno, tronerò a Milano, non so a far cosa. Dovrò imparare un  nuovo lavoro. L’ho già fatto a febbraio, lo farò ancora il prossimo anno. Io traggo un bilancio positivo dall’esperienza bresciana: mi sembra di aver motivato una persona precedentemente mobbizzata, che si era messa per un anno in malattia ed aveva avuto un esaurimento nervoso (con me, oltre a non aver mai fatto malattia, fa fatica a fare le ferie), mi sembra comunque di essermi fatto rispettare anche dal sindacalista, sono inoltre riuscito ad instaurare rapporti cordiali e collaborativi con tutti. Ho imparato tanto. Ho ripassato la contabilità, il diritto commerciale e tributario, le procedure aziendali e credo di averlo fatto velocemente. Certo, i miei colleghi sul ruolo da 30 anni sapranno fare il lavoro meglio di me, ma credo di aver imparato in fretta. Oltretutto ho ridotto drasticamente l’invio di fax, ho cercato di migliorare la comunicazione dei miei collaboratori fornendo loro format di mail, ho contestualizzato la loro attività facendo incontri sul bilancio dell’azienda e sulla contabilità generale, ho automatizzato alcuni processi e ho cercato di controllare tanto. Talvolta mi è capitato di scovare degli errori. Mi si dice che delego poco, ma l’ho fatto perché ho voluto imparare il più possibile, per essere un buon responsabile, conscio di ciò che fanno i suoi impiegati, che colma i vuoti, anche con la paura che i miei collaboratori andassero in pensione.

Il mio ex capo mi ha chiesto che cosa ne pensino i miei collaboratori. Gli ho detto che sono preoccupati. Col suo solito modo di fare, ha commentato: ”Perché preoccupati? Se vanno in produzione alle 14 se ne vanno a casa” Sì, vabbè, ma hanno 60 anni, devono imparare un nuovo lavoro ecc. “Devi dir loro che andare in produzione è bello” Questo sicuramente no. Mi pare un insulto alla professionalità maturata in 30 anni. Umanamente li capisco. Chissà perché non manda in produzione il suo amichetto campione di servilismo, il cui ufficio sarà chiuso a dicembre. Chissà perché sua moglie, proposta per un ufficio locale per avere una promozione, si è tirata indietro e lui l’ha applicata in una sua struttura. Mi ha infine chiesto se mi fosse arrivato l’inquadramento di livello superiore. Alla mia risposta negativa, anche se la mia attuale responsabile mi ha confermato che si è interessata personalmente e me l’avrebbe fatto avere ufficialmente entro fine anno, ha concluso: ”Mi devi offrire altro che un caffè. Lei non voleva promuoverti” Una cosa così detta in corridoio davanti a tre colleghi. Sempre il suo consueto modo di fare, sensibile e professionale. La mia capa attuale sta a Roma, mi avrà sentito sì e non 4 o 5 volte al telefono, cosa ne sa di me? Credo che sia normale che gli abbia chiesto consiglio visto che lui mi conosce da oltre 10 anni, ma arrivare a dire che non voleva promuovermi, ce ne vuole! Che fine psicologo, non tornerei a lavorare con lui neanche se mi facessero dirigente. Non so come abbia resistito 10 anni con lui.

Già ho da pensare alla nascita del mio bambino, attesa a brevissimo, in più mi aggiungono ulteriore ansia…

 
 
 

REAL BODIES

Post n°361 pubblicato il 21 Novembre 2016 da Oxumare81

Da alcune settimane a Milano è possibile visitare la mostra “Real bodies”, che espone dei cadaveri. A questa notizia sono rimasto allibito. Mi sembra una cosa di cattivissimo gusto perché mettere in mostra dei corpi morti significa non avere alcun rispetto dei defunti. Oltretutto mi farebbe venire la pelle d’oca. Già mi viene da svenire vedendo il sangue, figuriamoci osservando persone morte!

La mostra ha anche registrato record d’incassi e code alle casse. Costasse poco, ma il biglietto è venduto a 25 euro!!! Non mi si dica che ha un interesse scientifico. Chi ha interesse ad osservare il corpo umano, guardi plastici e riproduzioni, ma non cadaveri veri e propri. E poi, la scienza è talmente avanzata al giorno d’oggi che mi risulta impossibile credere che questi cadaveri messi in mostra suscitino qualche reale interesse anche presso gli scienziati.

Mi piacerebbe infine capire se siano stati i parenti dei defunti a dare il consenso all’esposizione dei cadaveri dei congiunti o siano stati loro spessi. Nel primo caso, chi ci dà il diritto di esporre il corpo degli altri? Nel secondo caso, il cattivo gusto rimane. Io non acconsentirei mai ad una cosa del genere dopo la mia morte o dopo quella dei miei parenti. Voglio che il mio corpo riposi integro e sotto terra.

 
 
 

ACCENTRATORE

Post n°360 pubblicato il 11 Novembre 2016 da Oxumare81

Credo di avere poca fiducia negli altri. Se, cioè, le cose non sono fatte da me non mi fido o preferisco averne, quantomeno, il controllo.

L’altro giorno abbiamo spostato un mobile per creare la cameretta del nostro bambino. L’abbiamo svuotato e, dopo essere stato trasferito, mia moglie lo ha riempito di nuovo. Mhm non mi piaceva molto come aveva sistemato le cose.

Allo stesso modo, in ufficio, preferisco seguire direttamente lo svolgimento di un po’ tutte le attività. Mi pare di aver capito che i precedenti responsabili delegavano di più, mentre io tendo ad avere il controllo di tutto ciò che si fa. Preferisco mandare le mail alle strutture superiori perché voglio essere sicuro che siano corrette, inoltre verifico sempre ciò che firmo. Quando c’è qualcosa di nuovo, lo seguo in prima persona. Da un lato, mi comporto in questo modo perché, a differenza dei miei predecessori, non conoscevo il lavoro e questo è un modo per imparare. Inoltre, se c’è qualche errore, io sono il responsabile, quindi ne rispondo e credo che sia giusto che conosca ogni cosa. A volte mi dicono che non mi faccio aiutare, che mi carico di troppo lavoro; la mia capa sostiene che dovrei dedicarmi di più alle attività “alte” e meno all’operatività. Bah, attività “alte” ce ne sono ben poche…

Sarà che lavoro troppo, che le giornate sono sempre più corte, che qua pare che tanti fra breve andranno in pensione (e non fanno che parlarne), mentre io ho paura di rimaner quasi da solo (per questo voglio conoscere bene il lavoro per istruire altri o eventualmente fare qualcosa di operativo anch’io in caso di assenze) e che sono stufo di fare quasi 4 ore di viaggio ogni giorno che ieri ho parlato un po’ male della capa con quelli con cui vado a pranzo, alludendo alla telefonata relativa alla mia promozione. Mi è dispiaciuto perché mi ero ripromesso di non farlo perché non lo ritengo professionale, ma ieri non ce l’ho fatta e questa mia mancanza m’ha fatto venire il mal di testa e m’ha rovinato pomeriggio e sera.

 
 
 

ANSIA

Post n°359 pubblicato il 04 Novembre 2016 da Oxumare81

Ormai manca veramente poco. Un mesetto e sarò papà. Un figlio lungamente atteso, che finalmente potremo stringere tra le nostre braccia.

Più si avvicina il momento, più mi viene l’angoscia. Il momento del parto coinvolgerà sicuramente più mia moglie che me, ma, essendo in sala parto, vivrò anch’io quel momento. Non so se sarò in grado di consolare mia moglie, esserle veramente vicino. Sarà un momento di grande sofferenza fisica, di ansia, spero di riuscire ad affrontarlo con la giusta forza. Mi auguro di trovare le parole e i gesti adatti ad affrontare il momento. Io sono altamente impressionabile, la vista del sangue mi fa senso, inoltre so di non essere molto bravo a consolare le persone, ma so anche che in quel momento è richiesta proprio la mia presenza e cercherò di fare del mio meglio per essere d’aiuto e per dare il benvenuto al mio bambino.

Spero poi di essere un buon papà. A volte penso agli errori del passato, mi domando cosa penserebbe mio figlio, ma cerco di non pensarci. L’importante è il presente e il futuro, la consapevolezza che non si potrà più tornare indietro e che la nuova vita che inizia è a tre.

 
 
 
 
 

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Un blog di: Oxumare81
Data di creazione: 13/08/2007
 

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