L'altra campana

APPENDICE A LA DIVINA TRAGEDIA III/3

     1. Gloria al Padre, allo Spirito, al Figlio.

Ed al Segno di Croce vittoria.

Ma anche grazie al sacrilego artiglio

degli Augusti, che un paio alla storia

e infinite alle fiabe le offese

lasciando che resero il Verbo tabù,

farà sì che nel tempo residuo

ogni empio individuo sia prono a Gesù;

e che per martiri

l’epos additi

noi, per fanatici

gli empi impuniti.

2. Non più Cani, anche a voi grazia e pace,

che innalzaste da sette nazioni

Sette Chiese al Signore verace,

per attingere a messe e perdoni.

addotti ai segreti dell’ultimo dì,

vecchi eletti, del prossimo botto

l’anticipo ghiotto doniamo a voi qui.

Giovanni apostolo

per voi la scrisse,

vivendo in estasi

l’apocalisse.

Rivelazione di Gesù Cristo... Il tempo è vicino. Giovanni alle Sette Chiese dell’Asia... Mi trovavo nell’isola di Patmos... quando, rapito in estasi nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: “Scrivi quello che vedi... E non temere. Io sono il primo e sono l’ultimo, il vivente”... (Apocalisse 1. Ma a Patmos fu esiliato a vita non Giovanni evangelista, ma Giovanni di Giscala, capo zelota della ribellione antiromana del 66-70 d.c. Può derivare da lui, a parte l’iniziale Lettera alle Sette Chiese e la revisione cristiana, questa rielaborazione antiromana della Letteratura Apocalittica ebraica fiorita nei due secoli prima e dopo Cristo)