|
luglio-settembre 2007
numero 3 - marzo
Il nuovo Welfare Ministeriale del Ministro Paolo Ferrero
Integrazione dei Rom e Sinti
Rom, sinti...
Verso il Villaggio Solidale
Cooperativa Laci Buti
Operazione Cachoiera de Pedras
Il commercio Equo Solidale
Protocollo di Kyoto
Risparmio energetico
Diritti delle persone di O.Fortunati
Comune di Vimodrone e disabilità
Fragilità e tempo libero
Da discepoli del Signore, rispondiamo alla precarietà con la solidarietà messaggio dell'Arcivescovo Tettamanzi
Psichiatria: l'importanza della rete territoriale
A.N.P.I. e scuola per educare insieme
il Tazzebau
scarica il giornale in PDF:
come cercare un argomento:
Tag
Cerca in questo Blog
scarica il giornale in formato pdf:
per contattare la redazione:
riferimenti
- Associazione TartaVela
- Associazione Onè Respe
- Blog di Kuda
- Bottega EticoMondo
- Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano
- Casa della Carità
- Provincia di Milano
- Ministero della Solidarietà Sociale
- Operazione Cachoeira de Pedras
- Non più soli
- Comune di Vimodrone
- esaGramma
redazione:
direttore
Franco Comi
caporedattore
Cinzia Grassi
redazione
Lorena Grassi
Roberto Codazzi
Giancarlo Brunato
Guido Baroni
progetto grafico
Franco Comi
Ultimi commenti
Area personale
Menu
« TARATAVELA: associazione... | un commercio alternativo... » |
Un'esperienza concreta, uno stile diverso di cooperazione
Partendo dall’area Martesana ecco com’è possibile fare cooperazione internazionale anche con pochi mezzi ma con idee nuove e, soprattutto con la grande forza e volontà di farsi coinvolgere in prima persona dai bisogni concreti degli Amici più fragili, ovunque essi siano.
In questo momento mi trovo in Repubblica Dominicana, terra di spiagge e sole, villaggi turistici e tanta povertà nascosta. Sto collaborando con un'associazione dominicana, Onè Respe (www.onerespe.com), che si occupa di educazione, salute e lavoro comunitario nelle baraccopoli. Da questo osservatorio privilegiato e a volte un po' scomodo, posso lanciarmi in qualche riflessione rispetto agli stili della cooperazione dei paesi ricchi rispetto a quelli più poveri. Esiste un modo di proporsi che è di chi sa rispetto a chi, povero e sfortunato, non ha avuto la possibilità di sapere. Allora vedremo i grandi progetti di indottrinamento per portare velocemente i popoli arretrati al livello di civiltà dei paesi occidentali, facendo loro saltare secoli di storia del pensiero e far loro raggiungere immediatamente la preziosa era consumista. Ed esiste un modo di proporsi che vuole ascoltare prima di parlare, cercare le risorse del posto ed attivarle, uno stile che crede nella cooperazione, nel lavorare fianco a fianco e nel crescere insieme verso qualcosa di diverso da quello che si era in partenza.
Vi porto due esempi. Onè Respe collabora, per alcuni progetti, con USAID, l'agenzia di cooperazione internazionale degli Stati Uniti. Sono molto organizzati e hanno formulari per qualsiasi cosa e tanti fondi. Onè Respe sta lavorando con loro per un progetto e pochi giorni fa ne è partito uno nuovo. USAID ha fornito un computer all'associazione dominicana per espletare tutte le funzioni burocratiche legate alla rendicontazione; ora con il nuovo progetto, vuole fornire un nuovo apparato. Onè Respe sta spiegando che non serve, che con quei soldi si possono comprare altre cose, più utili, si possono finanziare i centri estivi per i bambini delle baraccopoli, si possono fare interventi nelle case più pericolanti, ma gli americani sembrano non voler capire, perché per loro per uscire dalla povertà ci vogliono i computer e basta.
Un modo differente di operare si può riscontrare nella modalità con cui Onè Respe ha scelto le maestre che insegnano nelle scuole comunitarie: per la maggior parte sono donne che nelle baraccopoli sono nate che Onè Respe ha aiutato a studiare e che ora si dedicano all'istruzione dei bambini più poveri. Si sarebbero potute scegliere persone della città, già formate, ma così non si sarebbe aiutata una comunità a crescere e a farsi carico dell'educazione dei propri figli, del proprio futuro. Questo essere vicino alle necessità ed abbandonare gli schemi preformati con cui si rischia di operare lo vivo tutti i giorni e spesso mi scontro con questo, perché la via del dialogo e della mediazione non è certo la più semplice (più facile mandare un computer che spendere ore per vedere di cosa si ha bisogno) ma è l'unica che porta cambiamenti che durano nel tempo.
Roberto Codazzi www.kuda.tk
E’una organizzazione non governativa dominicana con sede in Santiago de los Caballeros. Il nome dell'organizzazione è stato preso in prestito dalla lingua creola e significano “onore e rispetto”. Si tratta di un vecchio saluto in uso tra i contadini che veniva rivolto ai vicini, agli amici e, in generale, a tutte le persone che meritavano di venire onorate e rispettate. ONÉ RESPE si definisce come un centro di riflessione, incontro e solidarietà che mira a una maggiore conoscenza e consapevolezza di ciò che significa essere dominicano e a una più ampia comprensione di ciò che il popolo dominicano e haitiano hanno in comune.
Fino ad oggi haitiani e dominicani hanno vissuto gli uni ignorando o ostacolando gli altri, nel superare questa realtà si indirizza il lavoro di ONÉ RESPE. Lavorare in questa direzione significa lottare contro il razzismo, contro il pregiudizio anti-haitiano e contro molte altre pratiche discriminatorie esistenti all'interno della società dominicana; significa fare in modo che il popolo dominicano e haitiano, che condividono lo stesso territorio, si conoscano meglio, che identifichino le loro uguaglianze e differenze per costruire un futuro di vera amicizia e fratellanza. - incidere nella politica pubblica su ciò che risulta rilevante per la missione dell'organizzazione.
In particolare ONÉ RESPE si propone di:
- appoggiare il popolo dominicano nel processo di formazione della sua identità e nel superamento delle condizioni e delle strutture della discriminazione e del pregiudizio al fine di permettere la piena partecipazione di tutti i settori popolari nella costruzione di una società giusta;
- sperimentare la possibilità di una convivenza più umana e armonica, non condizionata dal pregiudizio, che ponga l'accento su ciò che le comunità dominicana, dominico-haitiano e haitiana condividono. Questa convivenza necessita di un notevole sforzo comune per ciò che riguarda l'organizzazione, la difesa dei diritti umani e politici e la lotta contro la discriminazione;
- indagare e riflettere sulle conseguenze del razzismo nella formazione dell'identità del popolo dominicano. Dare forza alla riflessione sul pregiudizio anti-haitiano, alle forme di oppressione presenti nella società dominicana e ai modi in cui queste incidono sull'identità dei settori popolari e sulla loro quotidianità;
- appoggiare e sostenere gli sforzi per stimolare ed aumentare la solidarietà tra il popolo dominicano, il popolo haitiano e quello caraibico in generale;
- pubblicare e diffondere materiale che contribuisca al raggiungimento dei propositi dell'organizzazione.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Inviato da: Rebuffa17
il 18/05/2012 alle 15:16
Inviato da: nom_de_plume
il 23/06/2007 alle 12:11
Inviato da: CONTERALLY
il 18/01/2007 alle 22:22
Inviato da: ladymiss00
il 03/10/2006 alle 00:26
Inviato da: freudnonfroda
il 10/09/2006 alle 15:37