Creato da ilvecchiodelmare il 29/11/2007

La riva del mare

Salute (mentale) & Sanità (mentale)..quel che nessuno dice..

 

 

e poi qualcuno si altera se chiamo "negro" un "nero"..

Post n°597 pubblicato il 28 Aprile 2013 da ilvecchiodelmare

Signore e Signori,

dopo aver nascosto la camicia nera della RSI, dopo aver fatto ridere i soli sinistri (per certe menti debolucce basta poco..) come giullare in camicia rossa, dopo aver comprato un nobel (sputtanando il concetto stesso di Nobel), scopiazzando quell'essere che risponde al nome di gino strada (che ha sputtanato il lemma stesso di Medico) dario fo ha pensato bene di vestire la casacca d'inquisitore razziale della sinistra decidendo "motu proprio" quali sono le caratteristiche somatiche atte a rendere "presentabile" un individuo..

Quali siano esattamente queste caratteristiche non ci è dato sapere (a parte l'essere di sinistra)..una cosa però è certa: la prima caratteristica deve senz'altro ESSERE UN POVERO PIRLA RICONOSCIBILISSIMO DALLA FACCIA DA PIRLA e/o, come si diceva quand'ero giovane e l'ipocrisia del politically correct non era stata ancora inventata, AVERE UNA FACCIA DA SMODATO SEGAIOLO (accertato che l'eccesso compulsivo di pratiche maturbatorie non giova alla salute psico-fisica di chi le pratica).

A differenza di Brunetta che dall'alto della sua statura morale e accademica può fregarsene d'essere definito dai compagni di merende fo-strada un nano impresentabile dal cervello più corto della sua statura..
Del genere: una bella testa (pensante) può anche - se lo vuole - giocare a fare l'idiota..ma un povero idiota non potrà mai neppure assomigliare ad una bella testa (pensante).

 
 
 

RAZZISMO 2

Post n°596 pubblicato il 27 Aprile 2013 da ilvecchiodelmare

Il RAZZISMO

della sinistra fallita continua..

"Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per poterlo mettere a livello, all'altezza della situazione... Oppure meglio una scaletta, così se la regola da sé". Dopo Gino Strada, che lo aveva bollato come "esteticamente incompatibile con Venezia", ora anche Dario Fo ironizza sul deputato del Pdl.

Il premio Nobel (e tra i candidati del MoVimento 5 Stelle al Quirinale), ha pronunciato la battuta ai microfoni de La Zanzara su Radio24. Incalzato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, Fo ha aggiunto: "Sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta, e alla società, per non avere l'angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Il cervello di Brunetta, quello si che è ancora più piccolo." E nemmeno Schifani va bene: "Il cognome è onomatopeico, dentro il suo nome c'è già tutto, il rifiuto e il senso di angoscia e di repulsione per queste persone.
Con questi al governo mi hanno copiato delle scene intere del Mistero Buffo".

"Le dichiarazioni di Dario Fo, dal contenuto spregevole, colpiscono per la gratuita volgarità di un personaggio che, evidentemente, è ben lontano dal senso alto della politica e offende impunemente, credendo di divertire come durante uno spettacolo di cabaret di scadente livello", ha commentato Angelino Alfano, "In realtà, offende solo se stesso, la sua storia e la sua professionalità. O forse, in verità, la sua cifra umana è così bassa da non consentirgli altro. Le sue parole incivili non offrono di certo un contributo alla politica, ma sicuramente svelano l’ignoranza di chi ne sconosce il valore e ricorre persino alle offese personali per sentirsi realizzato e per soddisfare il proprio malsano egocentrismo. Ci vergogniamo per lui. Inutile aggiungere altro". "Malgrado faccia finta di parlare sul serio, con quello che dice, è inevitabile che una risata seppellirà Dario Fo e anche il suo razzismo antropologico", aggiunge Fabrizio Cicchitto

Del genere: la "razza" sedicente superiore dei sinistri  non ha nulla all'infuori dell'insulto e del razzismo da opporre a chi ha idee differenti dalle proprie.
Atteggiamento tipico dei bulletti di periferia senz'arte né parte..e tantomeno educazione e senso civico..

PS: non notate un certo parallelismo fra certi "discorsi" della sinistra e quelli di un tale di nome Adolfo?

 
 
 

Razzismo

Post n°595 pubblicato il 26 Aprile 2013 da ilvecchiodelmare

Il RAZZISMO DEGLI IDIOTI FALLITI

È una moda che dura da anni: il 25 Aprile c'è sempre qualcuno a sinistra che finge di dover fare una seconda (terza, quarta...) Resistenza contro i suoi nuovi nemici, scelti fra coloro che dovrebbero essere battuti politicamente e non con anatemi, disprezzo, derisione nauseata secondo le formule usate per primo da Goebbels, ma nei seggi elettorali.

Ieri abbiamo avuto un 25 Aprile «resistente» contro i ministri del Pdl nell'imminente governo Letta. Incredibile? No, credibilissimo. Tutto quel che è accaduto dalle elezioni di febbraio a oggi, la stasi contorta del Pd e di conseguenza quella della politica, ha a che fare con questa faccenda che merita di essere chiamata per nome: razzismo. Il razzismo consiste nell'aggredire un'identità, quale che sia. E i nuovi resistenti aggrediscono e rigettano con disprezzo l'identità del Pdl rifiutando i suoi esponenti. Non si tratta soltanto di Berlusconi, ma di chiunque ci abbia messo la faccia, si tratti di Brunetta o Schifani, Gelmini o Alfano o Sacconi o chiunque altro.

Bersani ha inchiodato l'Italia per due mesi letali, proprio perché ha scelto di privilegiare il suo personale tornaconto di segretario (tenere unito un partito arrivato ai veleni e ai coltelli) piuttosto che privilegiare il tornaconto dei cittadini. E così facendo ha provocato ulteriori rovine sia al suo partito che alla Repubblica. Ieri abbiamo sentito Nichi Vendola equiparare, i «berlusconiani» ai fascisti. Una signora solitamente misurata come la senatrice Laura Puppato suggerisce ad Enrico Letta di gettare la spugna piuttosto che accettare nel governo Alfano e Schifani per un «problema di coscienza».

Tutti i grandi giornali danno conto delle scene di dolore, di torcibudella, di disperazione e rabbia, del popolo della sinistra specialmente giovanile, turbato, piangente, rattrappito dall'orrore. La causa sta nell'antica scelta, fin dai tempi di Craxi, di trattare gli avversari politici non come contendenti contro cui battersi secondo le regole della Costituzione, ma come mostri abbietti, pendagli da forca, avanzi di galera, pura canaglia. I loro milioni di elettori? Stessa risma. Ricordo una sera Eugenio Scalfari ospite delle Invasioni barbariche dire alla Bignardi che tutti i milioni di italiani che votano per il Pdl e per Berlusconi sono degli imbecilli. Forse disse cretini, non ricordo, ma ricordo che la stessa Bignardi si sentì in dovere di ricordare al suo interlocutore che in democrazia si deve prima di tutto rispettare il popolo sovrano. Rispose un elegante sorriso e una più elegante ancora alzata di spalle.

La scelta razzista è stata strategica: basta educare una intera generazione a considerare l'avversario un repellente mostro da abbattere, e il frutto avvelenato arriva presto a maturazione. Quando poi persone con la testa sulle spalle come Zanda o Flores D'Arcais arrivano a chiedere l'ineleggibilità di un avversario che non riescono a battere alle elezioni, si vede quanto siano lontani da un'idea vagamente liberale della democrazia. L'idea di stoppare un leader scelto da milioni di italiani come rappresentante con una fucilata in fronte non li turba affatto.

E anche una parte del peggior grillismo è alimentato ed è cresciuto da quelle stesse radici. Quando in vecchi sketch di vent'anni fa Grillo diceva che tutti i socialisti erano ladri, praticava il razzismo di convenienza dell'epoca. Chi oggi pompa una flebo di tossine nelle vene dei giovani (i quali grazie alla meravigliosa scuola italiana raramente sanno qualcosa del passato e del presente) commette un delitto contro la democrazia. Lo schema è questo: stabilire - e ripetere senza sosta - che gli italiani che si riconoscono in Berlusconi sono minorati mentali, o minorati morali, o minorati culturali. Se queste etichette marchiano un terzo o metà del Paese, a loro poco importa. E per perfezionare questo pregiudizio razziale, i nomi e le facce dei singoli rappresentanti del Pdl, maschi e femmine, vengono esposti alla gogna: figure ridicole, per l'appunto «impresentabili», inaccettabili. Preferirebbero, pensate un po', esseri umani periferici, mai visti e irriconoscibili come rappresentanti del centrodestra. Insomma la rimozione dell'identità, una piccola soluzione finale ad personam.

Questo è il motivo per cui l'Italia ha dovuto pagare un ticket pari a un punto di Pil: per non esporre le giovani generazioni geneticamente e storicamente modificate alla contaminazione di un governo contaminato dai paria dagli «impresentabili» che non hanno diritto ad esporre la faccia.

Il 25 Aprile è per questo una data appetitosa: i «nuovi» resistenti la eleggono a pretesto infischiandosene della storia. Cosa c'è di più comodo che dare del «fascista» a chi non si riesce a battere? Anche Enrico Letta in questi giorni è stato messo sotto pressione dalla «nuova resistenza» che gli sta col fiato sul collo ingiungendogli di mascherare, ridurre, negare, omettere, non lasciar trapelare che il suo governo è un governo di onesta collaborazione fra Pd, Pdl e Scelta civica.

Sarebbe finalmente un successo della nostra democrazia legata al letto di contenzione se finalmente lo capissero: il nascente governo Letta sarà un ritorno alla realtà, visto che il Pd ha vinto il consenso soltanto di un terzo degli italiani e dunque si deve adattare a governare o a tornare subito alle elezioni. Elezioni che, a quanto dicono tutti i sondaggi, Berlusconi stravincerebbe.

E dunque il loro 25 Aprile consiste nella scelta dello struzzo: la testa sotto la sabbia per non vedere, negare l'evidenza e mantenere sotto naftalina i cervelli di una generazione. E desta veramente sorpresa che anche una persona responsabile come Rosy Bindi sia della partita chiedendo che il trucco dell'omissione, della visibilità del Pdl sia garantito.

È grazie a questo razzismo, a questa fatwa idiota e continua che prende piede l'incosciente e pericolosa tracotanza che sprizza dal Movimento Cinque Stelle. Quando si circonda il Parlamento, quando si inseguono i deputati e i senatori al ristorante, quando si alimenta il clima di violenza latente che si esprime per urla, improperi, slogan eccitati mettendo a tacere sia la ragione che il bene superiore del Paese, si scherza col fuoco. Quando si creano le premesse per l'umiliazione definitiva di quel che resta della democrazia, si apre la strada a un regime autoritario anche se privo di autorità, qualsiasi autorità. Con pratiche e sentimenti simili sono nati i nazionalsocialismi del secolo scorso. La storia si ripete con maschere diverse, ma non vorremmo trovarci nella condizione di dover davvero resistere a una montata reazionaria, anche se mascherata con i colori della sinistra. Nel Pd sono molti a condividere queste preoccupazioni, ma tardano a venire allo scoperto. Speriamo che, in nome dello spirito della Liberazione, si diano una mossa.
(Il Giornale)

 
 
 

Memento: i prossimi potreste essere voi..

Post n°583 pubblicato il 28 Settembre 2012 da ilvecchiodelmare

Massì, dai: aiutiamo i compagni deboli di stomaco a svuotarsi un tantino l'apparato digerente da tutti i liquami che l'ingorgano..
Che poi tale eliminazione avvenga in modo orale o ab-orale, poco importa: le tastiere inondate dalle loro deiezioni sono troppo distanti per infastidirci.. :))
E poi, chissà: qualcuno meno intossicato potrebbe d'improvviso sentirsi più leggero e sostituire il precedente contenuto con qualcosa di più sano..

 
 
 

Realtà e fantasia

Post n°582 pubblicato il 23 Settembre 2012 da ilvecchiodelmare

A tutti coloro che quotidianamente si stracciano le vesti (o le variopinte mutande) perchè questo Stato brutto e fascista non offre ai teneri virgulti attaccati alle gonne di mammà un lavoro "intellettuale", facile, sotto casa, ben pagato, senza responsabilità, garantito a vita che si lavori o si cialtroneggi..consiglio caldamente di leggere questo libro:

Figli miei precari immaginari
Di Giuliano Cazzola

Editore: Guerini e Associati
Pagine: 204
Euro: 17,50

Di certo abbiamo il tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti di Europa, ma anche il più alto tasso di posti vacanti. E allora il lavoro c’è o non c’è? E i giovani non saranno per caso innamorati di un lavoro intellettuale che non esiste più e non accettano di sporcarsi le mani nella tradizione manifatturiera italiana? Giuliano Cazzola, parlamentare del Pdl e relatore del decreto sul lavoro, affronta i nodi di quella che definisce una riforma mancata del mondo del lavoro.

“Mia madre è un’operaia e mi ha detto che non consentirà mai che io faccia una vita come la sua”. È in questa frase di una giovane precaria di Anzola Emilia che si racchiude il senso di ’Figli miei precari immaginari’ di Cazzola. Una politica educativa che in un paese manifatturiero ha puntato sulla formazione a professioni intellettuali, famiglie che spingono i figli a non accettare lavori che si ritengono al di sotto delle aspettative, mentre i posti di lavoro vengono occupati dagli stranieri. Una diagnosi lucida e politicamente scorretta quella di Cazzola, che cerca di superare la mistica del precariato, il pensiero unico: i giovani sono precari. La verità rivelata che non ammette opinioni contrarie o repliche.

In un paese in cui il tasso di attività per i laureati dai 25 ai 29 anni è sceso negli ultimi otto anni dall’81% al 68%, contro l’89,1% della media UE, e in cui nel lavoro manuale è in atto un vero e proprio “effetto sostitutivo” di lavoratori stranieri (sempre più necessari) rispetto a quelli italiani, è necessario un cambiamento radicale. E allora che fare?

“Occorre impegnarsi in una battaglia culturale - sostiene Cazzola- anche all’interno delle famiglie che favoriscono con il loro comportamento la naturale propensione dei giovani a non impegnarsi nel lavoro fino a quando non si apre, per loro, la prospettiva professionale a cui ambiscono. Occorre convincersi che tutti i lavori sono decenti e che, aver acquisito un know how scolastico e culturale, è comunque un vantaggio anche per svolgere mansioni di carattere manuale."
Chissà, forse gli indignati in servizio permanente effettivo nonchè i precari (nell'uso del cervello) potrebbero scoprire che esiste un MONDO REALE un tantino diverso dal MONDO DELLE FAVOLE nel quale amano tanto cialtroneggiare..
 
 
 

 

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