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La Memoria di mio Padre
Post n°2156 pubblicato il 26 Gennaio 2015 da amoon_rha_gaio
Mio padre ha sempre avuto la tenerezza di un orso. Da quando ho memoria lui di se, della sua infanzia ha raccontato sempre poco. Quando qualcuno gli chiede qualcosa fa il vago e si capisce da subito che si deve aspettare che la voglia di raccontare parta da lui stesso. Lui orfano di madre da quando aveva 17 anni si è trovato a gestire sorelle più piccole visto che suo padre, mio nonno, era sempre impegnato al lavoro. Così quelle poche volte che poteva dedicare tempo a se e al gioco lo passava nel cortile del negozio di mio nonno, nella zona centrale di Napoli. Mio nonno faceva il pasticcere e quell'attività, gestita con i suoi fratelli, era l'unica fonte per sfamare 5 figli. Venne la guerra e anche Napoli fu oggetto della presenza dei militari italiani e tedeschi. Vennero le leggi razziali, le deportazioni...che nella parte finale periodo della guerra mondiale avvenivano indiscriminatamente. Tutti gli uomini erano oggetto spesso di deportazioni, ancora più spesse queste erano casuali, magari per qualche ritorsione fatta ai tedeschi. Così un giorno un tedesco entrò nel cortile dove mio padre bambino, forse 6-7 anni, giocava e iniziò a cercare intorno. Mio padre non capiva bene cosa succedeva e cosa volesse di preciso quel militare che presto si avvicinò e a gesti fece intendere che voleva parlare con mio nonno (non certo per salutarlo). Nel frattempo mio nonno, così come tutti gli uomini di quel quartiere si era nascosto per non farsi trovare. Mio padre ai gesti del tedesco iniziò a gridare a gran voce "Papà, papà qui c'è uno che uno che ti vuole...". L'ingenuità di mio padre, che sarebbe potuta costare cara, venne compensata dal fatto che il tedesco non capiva l'italiano. Così scambiò quelle urla di quel bambino come la richiesta di cibo per fame. Dopo aver dato un biscotto al ragazzino, il militare si allontanò. Non è un gesto di clemenza e di bontà quello descritto, ma è lo squarcio di vita che si viveva in Italia nel periodo buio della seconda guerra mondiale, quando la vita veniva mortificata dalla paura e dalla morte. Amoon |
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