Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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Postilla
Post n°98 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da jo_march1979
Il mio ultimo post, in cui narravo in modo un po’ romanzato le mie perplessità quando un uomo mi cede il passo (o quando non lo fa), ha suscitato molte reazioni e una quarantina di commenti. Ne sono felice. Per una volta ho preferito non rispondere a ogni singola opinione, ma leggerle tutte senza intervenire, per poi tirare le somme. In breve: a quanto ho capito, sono stata più provocatoria e seriosa di quanto credessi (colpa mia, devo aver calcato troppo la mano a scapito dell’abituale tono lieve). La stragrande maggioranza ritiene che me la prendo troppo per una semplice gentilezza: vale per tutti Eric_van_Cram secondo cui è meglio accettare le gentilezze, senza stare lì a domandarsi perchè vengano elargite. Sante parole, e lo dico senza ironia. Molti pongono l’accento sulle buone maniere, di cui si sente fin troppo la mancanza, di questi tempi, anche perché, come dice – tra gli altri – Polystirene, i più non lo fanno con spirito maschilista. Ma questa è la nostra educazione. So per esperienza personale che un norvegese non si sognerebbe mai di cedermi il passo solo perché sono una donna. Eppure non ho mai conosciuto persone più civili ed educate dei norvegesi. Mentre non ho nulla da eccepire sulle buone maniere, ho da ridire sul nebuloso concetto di “galanteria”. Ovvero gli uomini che sono gentili perché hanno davanti una donna, quindi potenzialmente seducibile. Dal canto mio, mi chiedo: come fanno gli uomini ad essere galanti e quindi ad avere istinti seduttivi alle 9 del mattino? A quell’ora il 99% delle donne che conosco – me compresa– ha una sola voglia. Caffè. Caffè. E ancora caffè. C’è poi una minoranza interna dei galanti che mi ha lasciato basita: i gentiluomini che hanno fatto candidamente coming out dichiarando che cedere il passo è un’ottima scusa per guardare il sedere della donna cui si dà la precedenza. All’inizio credevo fosse una battuta, poi, leggendo gli altri commenti (e ricevuta conferma giurata da Megres) mi sono resa conto che è una triste verità. Leggendo le reazioni femminili, ho notato due cose: b) C’è una certa insofferenza verso femministe e femminismo, espressa, tra le altre, da Vodoo_Dolly e da I–ronica (mentre gli uomini sono stati molto più cauti, ho notato. Le streghe allora non sono tornate invano!). Costantia mi esorta a non fare la gallina isterica e non cercare spiegazioni psico-sociologiche a tutto quello che t'accade intorno. (Parentesi personale: ho conosciuto Costantia lavorando ad un progetto regionale organizzato da donne, per donne, sulle donne. Quello sì che era un pollaio isterico, altro che la vostra Jo). Chiudo qui il commento più lungo del mondo, prima di calarmi troppo nella parte (ma non brucerei mai i miei reggiseni, con quello che costano): grazie a tutti i miei commentatori, scuse a quelli che non ho citato, e la promessa che per arrivare al quinto piano prenderò più spesso le scale.
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