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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 24 Aprile 2007 da marea14
 

Uno due tre quattro cinque dieci cento passi …
Uno due tre quattro cinque dieci cento alberi …

Se al posto del video compare un quadrato nero, cliccare QUI

La notte tra il 4 ed il 5 aprile, a Termini Imerese, è stato sradicato l’albero della memoria dedicato a Peppino Impastato e piantato pochi giorni prima, in occasione della XII giornata della memoria e dell’impegno. Sradicato ed appoggiato ad un muro dove è stato scritto: “viva la mafia”.
Un atto ignobile …
immagine Peppino Impastato è stato trucidato da Cosa nostra a Cinisi, in provincia di Palermo, il 9 maggio del 1978 … aveva solo 30 anni ed aveva dedicato tutta la sua breve vita a combattere, a viso aperto, la mafia.
Nato nel 1948 da una famiglia legata alla mafia, era figlio di un mafioso e nipote del capomafia Cesare Manzella.
Fin da giovanissimo ha ripudiato e contrastato con tutte le sue forze lo stile di vita mafioso che suo padre cercava di imporgli. Assetato di giustizia diceva: “la mafia è una montagna di merda”.
Schierato sempre dalla parte dei più deboli, a 17 anni ha fondato il giornalino “L’idea socialista”; più tardi ha costituito il circolo “Musica a Cultura” e ha dato vita a “Radio Aut”, un’emittente libera ed autofinanziata dalla quale denunciava i delitti e gli affari mafiosi … pungente era la sua satira contro gli esponenti della politica locale ed i mafiosi e, in particolare, contro il capomafia Gaetano Badalamenti. Un’intensa attività di controinformazione che gli è costata la vita.
È stato assassinato il 9 maggio del 1978 (lo stesso giorno in cui è stato ucciso Aldo Moro), in prossimità delle elezioni comunali alle quali era candidato nella lista di Democrazia Proletaria. Pochi giorni prima aveva organizzato una mostra fotografica sulla devastazione del territorio compiuta da gruppi mafiosi.
Il suo corpo è stato dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della ferrovia. Il immaginemandante di questo atroce delitto, Tano (Gaetano) Badalamenti, è stato condannato all’ergastolo soltanto nel 2001. C’è voluta, infatti, una lunga ed estenuante lotta, portata avanti soprattutto dalla madre e dal fratello di Peppino Impastato che, dopo aver rotto anche loro i rapporti con la parentela mafiosa, hanno denunciato il tentativo di depistaggio (secondo il quale Peppino era morto mentre stava compiendo un attentato terroristico) messo in atto in un primo momento per coprire la matrice mafiosa.
Quest’anno, per il ventinovesimo anniversario della sua morte, a Cinisi ci sarà una manifestazione di tre giorni (dal 7 al 9 maggio) con forum di discussione (su ambiente, lavoro, mafia e radio libere), spettacoli teatrali e musicali.
- Guarda video scena finale del film “I cento passi”

Senza memoria non c’è futuro. Ed è per questo che è particolarmente grave lo sradicamento dell’albero piantato in onore di Peppino Impastato … ed è per questo che grande è l’indignazione che tale ignobile gesto suscita …
Uguale condanna ed indignazione non può non esprimersi per lo sradicamento dell’ulivo della legalità – che il 21 novembre 2006 era stato piantato dal Comune di Tropea in memoria dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti – avvenuto durante la notte tra il 21 ed il 22 aprile. Non possono essere tollerati atti che oltraggiano brutalmente simboli dell’antimafia che hanno pagato con la propria vita la loro lotta per un mondo migliore.
Sono gesti crudeli che feriscono e che rinnovano il dolore per perdite così grandi. Sono gesti di chi non ha dignità. Sono gesti che vanno condannati duramente e senza riserve perché bisogna sempre tenere viva la memoria delle vittime.

Una bravata o un messaggio mafioso?
Un gesto ad opera di “mafiosi” o di “mafiofili”?
Oppure un gesto compiuto da “apprendisti mafiosi”?

Se è una bravata, cambia poco perché scaturisce da un modo di agire mafioso … la mafia è anche un modo di essere. È, comunque, un gesto vile e inaccettabile.
Peppino è stato GRANDE e resterà sempre un GRANDE nella nostra memoria e nei nostri cuori … un GRANDE esempio di coerenza, di coraggio, di lotta senza quartiere alla mafia … un importante esempio per i giovani, soprattutto per quei giovani che fanno parte di famiglie mafiose …
Peppino è vivo nella nostra memoria e nella nostra lotta contro le mafie … un albero sradicato non potrà mai sradicarlo dalla nostra memoria.
E restano vivi ed indelebili nella nostra memoria e nei nostri cuori Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti … nobili esempi di amore per la legalità, di incorruttibilità, di ricerca di giustizia e verità …

La reazione del Comune di Termini Imerese è stata immediata: l’albero in onore di Peppino Impastato è stato subito piantato nuovamente.
Ugualmente il Sindaco del Comune di Tropea non si è lasciato intimidire e si è affrettato a far ripiantare l’ulivo dedicato a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti. “Continueremo a piantare cento, mille alberi” ha dichiarato con fermezza.
Pronta è stata anche la reazione di Umberto Santino, Presidente del Centro Impastato
, che ha scritto una lettera aperta a chi aveva sradicato l’albero:

Dovete prenderne atto: se i mafiosi pensavano di cancellare un nome e una storia, hanno clamorosamente e definitivamente perso. E il vostro desiderio di rivincita, se è questo che cercate, è destinato a un nuovo fallimento. Il vostro gesto, insieme stupido e vile, avrà un effetto boomerang. Un amico sconosciuto ci ha scritto: “Per ogni albero sradicato ne pianteremo altri cento come quei famosi passi. (… omissis …)
Cari mafiofili o cari mafiosi, cogliamo perfettamente il senso del vostro «Viva la mafia». Sappiamo che anche se in questi ultimi anni sono stati arrestati, processati e condannati, capi e gregari, la mafia con il suo seguito di complicità c’è ancora e la ragnatela di interessi è ampia e forte. Ma sappiate che in Sicilia, e non solo in Sicilia, ci sono uomini e donne, giovani che non cesseranno mai di lottare contro la mafia e ogni forma di violenza e di sopraffazione. E ci auguriamo che anche nelle vostre file si faccia strada la consapevolezza che possono esserci strade diverse dal delitto e dalla viltà. Lo sapete benissimo: tutto il presunto onore dei mafiosi è fondato sulla viltà. E se siete già mafiosi o se aspirate a diventarlo, con il vostro gesto, consumato nel buio, di sradicare un arboscello che aveva il torto di essere dedicato a Peppino Impastato, avete dato una pessima prova di voi stessi. Abbiate almeno il coraggio di vergognarvi.
Con l’augurio di un domani alla luce del sole, anche per voi
 

Per ogni albero sradicato ne pianteremo altri cento come quei famosi passi
Cento passi era la distanza che separava la casa di Peppino Impastato da quella del suo assassino: il boss Gaetano Badalamenti … sono cento passi che Peppino non fece mai …

Moltissimi sono quelli che hanno raccolto l’appello e proposto di piantare un albero nei nostri giardini (o un piccolo albero in un vaso sul balcone, se non si ha un giardino). È una cosa che tutti possiamo fare, anche se resta nel nostro privato e non ha alcuna visibilità.
immagine A rendere, invece, visibile e concreta l’iniziativa, affinché resti un segno nella memoria di tutti, ci ha pensato la cooperativa sociale NoE (No Emarginazione) con una proposta che merita attenzione ed adesione: pianteremo foreste sui terreni confiscati alle mafie!.
La cooperativa sociale NoE
 coltiva, nella Borgata Parrini di Partinico (in provincia di Palermo), circa cinque ettari di terreni confiscati alla famiglia mafiosa Madonia. Ha deciso di mettere a disposizione i propri terreni per piantare alberi dedicati a Peppino.
Chiunque può portare direttamente alla cooperativa un albero da piantare, oppure incaricare la cooperativa di acquistare per proprio conto un albero da piantare. L’iniziativa partirà nei giorni 7, 8 e 9 maggio (in concomitanza con le manifestazioni per il ventinovesimo anniversario della morte di Peppino) e sul sito di NoE sono state pubblicate le modalità del progetto (in prima pagina tra le news).
Venerdì scorso ho parlato al telefono con Paolo Rappa (della Coop. NoE) per avere una conferma dell’iniziativa. “Sarebbe molto bello” mi ha detto con entusiasmo “riuscire realizzare un boschetto o un grande giardino dedicato a Peppino Impastato … sarebbe proprio una cosa bellissima … noi abbiamo lo spazio sufficiente per poter piantare molti alberi” … e ne parlava con così tanta passione che mi è sembrato di vedere materialiizarsi una bellissima oasi fatta di querce, limoni, ulivi, noci, aranci …

immagine Parlare di Peppino Impastato con un siciliano che lotta contro la mafia è una cosa che comunica molta emozione per la partecipazione ed il trasporto che mette nelle parole perché per loro, e non solo per loro, Peppino è un grande mito … memoria preziosa … sono fieri del loro Peppino …
Un bosco sui terreni confiscati alla mafia … dedicato a chi la mafia l’ha combattuta con tutte le proprie forze pur appartenendo ad un ambiente mafioso … trovo che sia una bellissima iniziativa e invito, perciò, tutti a partecipare.

Cooperativa sociale NoE:
indirizzo: Borgata Parrini 90047 Partinico (Palermo) – telefono:  3291596637 – e-mail:
Noecoop@virgilio.it sito: http://www.cooperativanoe.com/

Modalità per aderire all’iniziativa “100 alberi per la memoria”.
Verrà creato un giardino intitolato alle vittime di tutte le mafie.
Chi vuole aderire recandosi sul luogo può farlo nei giorni 7 ed 8 maggio 2007 dalle ore 9.00 alle ore 11.00 andando presso la cooperativa sociale NoE in Borgata Parrini a Partinico. Lì potrà trovare, scegliere e acquistare un albero, fornito da un vivaista e metterlo a dimora in un sito appositamente predisposto, lasciando qualche pensiero che sarà inserito in una raccolta di “pizzini della legalità” che verrà stampata dall’editore Coppola.
Chi, invece, vuole aderire a distanza può farlo inviando bonifico bancario di € 10,00 (dieci) intestato a NoE (NoEmarginazione) – Borgata Parrini – 90047 Partinico (PA) C/C n. 8889342  -  CIN  Q   -  ABI 03019 Credito Siciliano -  CAB 04604 – indicando nella causale “100 alberi per la memoria” ed inviando, se possibile, una e-mail al seguente indirizzo: noecoop@virgilio.it contenente un messaggio di legalità.

L’inaugurazione del giardino avrà luogo mercoledì 9 maggio alle ore 16.00, nel contesto delle iniziative programmate per ricordare il 29° anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, alla presenza dell’On.le Francesco Forgione, Presidente della Commissione Nazionale Antimafia e dell’On.le Beppe Lumia, vicepresidente della stessa Commissione.

Una nota a margine: su quasi tutti i giornali, a partire dal Corriere della Sera , è stato riportato che Peppino Impastato è stato assassinato a Capaci. Non so dove abbiano preso questa notizia  … certamente nessuno ha dimostrato di conoscere la storia di Peppino né, tanto meno, ha pensato di informarsi rispetto a quello che stava scrivendo. Ancora una volta l’informazione è stata la prima a … non informarsi …

____________________________________


Impossibile non ricordare altri due eventi particolarmente importanti che saranno commemorati nei prossimi giorni.

Il 30 aprile ricorre il 25° anniversario dall’assassionio
di Pio La Torre.
Infatt
i, il 30 aprile 1982 è stato assassinato a Palermo il sindacalista e deputato comunista Pio La Torre (insieme al suo autista Rosario Di Salvo), segretario regionale del PCI. La Torre era un personaggio molto scomodo per la mafia, per la sua proposta di legge sul reato di associazione mafiosa e per la confisca dei beni ai mafiosi … norme approvate dopo la sua morte.
Va ricordato anche il suo impegno pacifista: riuscì a raccogliere un milione di firme per una petizione contro la base militare USA di Comiso.
La guerra, i soldi, la mafia: ecco la santissima trinità che Pio la Torre cercò di profanare” ha scritto Nichy Vendola nel 1999. Ed alcuni anni fa il procuratore Pietro Grasso ha asserito: “Ci sono stati omicidi, come quello di Pio La Torre e di Piersanti Mattarella, in cui sembra che Cosa nostra sia stata il braccio armato di entità esterne. In queste ipotesi è ancora più difficile scoprire il movente del delitto perché gli stessi esecutori materiali non ne sono a conoscenza”. Interessante è anche l’editoriale dell’Unità del 5 maggio 1999
 
Sulla sua morte non è stata fatta ancora giustizia. Secondo quanto rivelato dal pentito Leonardo Messina, l’ordine è stato dato da Totò Riina. In un dischetto del PC di Giovanni Falcone si parla di Gladio e di Sismi.

Il
primo maggio
ricorre il 60° anniversario dalla strage di Portella della Ginestra.
Il primo maggio del 1947, un gruppo di lavoratori siciliani stavano festeggiando a Portella della Ginestra il primo maggio (manifestando contro il latifondismo) ed il successo dello schieramento di sinistra che alle elezioni regionali aveva raggiunto il 29,13% dei voti, quando vennero massacrati dalla banda di Salvatore Giuliano: 11 morti (di cui 2 bambini) e 27 feriti. Fonti non ufficiali parlano, invece, di un numero di gran lunga superiore sia di morti che di feriti.
Una tragica storia che ha visto insieme Cosa Nostra, ex fascisti e servizi segreti americani, contro il rischio comunista in Italia.
Non è stata mai fatta piena luce sui reali mandanti della strage, anche se il rapporto dei carabinieri faceva riferimento ad "elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali".
Di fatto, secondo recenti ricerche, questo eccidio avrebbe dovuto essere il primo passo di un tentativo di colpo di Stato, autorizzato dal presidente americano Harry S. Truman, per mettere fuori legge il PCI, confidando in una reazione violenta dei comunisti (che, invece, non avvenne).
Si dice che con Portella della Ginestra sia partita la strategia della tensione.
I familiari delle vittime attendono ancora giustizia.

 
Rispondi al commento:
brubus1
brubus1 il 25/04/07 alle 10:05 via WEB
ottimo post. io in questa giornata ti auguro un sereno e spensierato 25 aprile amica marea
 
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