Creato da lacey_munro il 24/03/2014

Tony Albert Brewster

T.A.B.

 

Messaggi di Settembre 2017

# 212

Post n°214 pubblicato il 25 Settembre 2017 da lacey_munro

 











La Fame

Pensavi fosse solo una foglia, da scricchiolare, pure da sfregiare
era sentimento pressoché nudo
volteggiava scarmigliato, rideva
e il peggio di me non capiva cosa perdeva
ramazzava indugi, forse vanità, abbandonava
e il cielo avvertiva

Che sarebbe passato alla pioggia ma tu fischiettavi
girovagavi con le dita sciolte
imponevi dazi a chi ti soffiava
in un serico di mondo
molto impegnato a lodare gli spostati
ma ti muovevi poco, in realtà, da certi pregiudizi
imparavi poco, ti divertivi troppo
E ora terminato quel tempo da uomini
si sta come sulle tegole il minuscolo raggio di sole,
persino pensi a un po' di perdono,
mendichi, mentre la giostra ha chiuso
e strade che evaporano si spargono in cielo

Parli piano, e quel che maggiormente conta,
solo a te stessa.











 
 
 

# 211

Post n°213 pubblicato il 18 Settembre 2017 da lacey_munro

 











Visione del Futuro

Un fardello, un gesto
quello di mettere le poche proprie cose sulla schiena
che assomiglia a mangiare la terra:
le case - aspidi riecheggiano una nota unica
SING
caricati di vapore dalla bocca e fatica come un mulo,
non attendere che dietro l'angolo
un salvatore ti baci sulla bocca
e ti tiri vezzosamente l'orecchio

Qui girovaga un malessere in tondo,
quando una foresta sembra finire
se ne apre un'altra e travalicano strani mostri
le minuscole barriere
per ballarti intorno, punzecchiarti, allungare gli artigli
SCAPPARE E RITORNARE
ciclo continuo d'una sostanza
dopamina dicevano quando stavi in ospedale psichiatrico
parallela alla nevrosi
travalicata insieme ai mostri di cui scrivevamo.
La masturbazione, in cerchio, intorno ai sassi

Oscuramente oscillavamo, ruote della fortuna
prima del numero fatato,
i bimbi erano sporchi quasi al tempo del carbone
e gravando persino sulle madri
sputavano ai cani selvatici
e lanciavano pietre
a ridosso del dirupo, zeppo sino all'orlo
di rifiuti e radio a transistor inutilizzate da decenni

Possa tu scomparire, PASSATO
e lambire le lamette che politici hanno elevato a Dio,
No, non ti auguro nulla di buono perché
sei stato tirchio con me e con l'oscurità,
non hai illustrato anche solo uno dei mei passi claudicanti.
Qui si mescola orrore e sinfonia
corro con tutte le mie forze
a passare il giorno in un rifugio

Quando non tratterrò il rigurgito
allora starò meglio,
gli occhi non saranno appannati
e mi illuderò di avere attraversato un sogno;
Sacco in spalla, dunque, e a guadare il fiume
quando si resiste ai malefici si riesce a sperare

Fiori, vedo
UN MUCCHIO DI CAMPANULE
dall'altro versante.











 
 
 

# 210

Post n°212 pubblicato il 13 Settembre 2017 da lacey_munro

 












Il poeta vive di lupini

All'esterno della foce
pongo rami e sassi, occhi lucidi
e un sospiro tenue.
Come aspettavo
così rammento,
piccolo stoppino 
dentro una goccia grande,
scavo con le dita la corrente
mentre piove
sulle rocce di basalto.
Così rammendo
un pensiero ch'è amore
attendendo presso l'estuario
della lirica stretta,
filo di cotone
aggrovigliato
ma pervicace e stolido.
Mi riconosco a frangere i flutti
smarrito alla gente
in gesta inutili
ma Sisifo gentile
sopra foglia argentata.












 
 
 

# 209

Post n°211 pubblicato il 04 Settembre 2017 da lacey_munro

 












Davanti alla stufa

Torna il freddo,
l'autunno ma non torna l'amore.
Sapessi cosa vuol dirmi una poltrona
una sigaretta accesa
un bicchiere mezzo pieno di mezcal.
Sapessi e vedessi come cadono le ultime stelle
e il panno del mio fazzoletto
sia bagnato.

E la luna
quando riesce a parlare?

è come il resto che non ti viene dato
o un palloncino sfuggito a un bimbo,
i sapienti che rotolano a terra
indicando i tuoi calzini di colori
diversi

La tua sbadataggine
e gli errori che hai commesso,
la barba lunga e gli anelli
le fughe
la città dalle ciminiere spente
e la prigione

Che tu sia benedetto, figliolo
che tu abbia un pasto di felicità
ogni giorno
e possa restare saldo sulle gambe
esili,
che tu soffra insieme a una ragione
e mentre lavi la faccia
veda un occhio diverso

non appiccicato al tuo volto
ma alle tue spalle
qualcuno che non aspettavi,
qualcuno lieto
che ti porga un sorriso
e ti stringa da dietro come una gomena,
sai, quelle che non fanno affondare
ma impugnano la nave

per ricondurti alle terre basse
al pignone fisso
al tepore stesso











 
 
 

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