Creato da: picciro il 19/07/2010
La vita è quello che ci capita mentre noi siamo intenti a fare...altro..vita..passione..Gli amori fortunati iniziano sempre rispettandosi come amici sinceri e quelli privilegiati si completano con le passioni..
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Ciao..
ciao bel fiore, quale immensa gioia
le onde accarezzano Trovata nel webVorrei baciar la bocca tua Area personale- Login
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Messaggi del 15/11/2015
Post n°2597 pubblicato il 15 Novembre 2015 da picciro
Buonasera amici miei.. Le guide lì ad attenderci, professionali al massimo, ci hanno spiegato che Canosa è detta la piccola Roma in quanto, come la città eterna, sorge su sette colli ed è proprio su uno di questi che sorge il sito archeologico di San Leucio. Il primo monumento, di cui sono stati riportati alla luce, il capitello corinzio con protome femminile (busto posto ad ornamento), forse raffigurante Giunone, i rocchi (blocchi di pietra che compongono il fusto di una colonna) di numerose colonne scanalate, i piedi di un gigantesco telamone (scultura maschile utilizzata spesso come sostegno strutturale o decorativo), è un tempio dedicato alla dea Minerva-Atena, risalente al tempo in cui, Canosa era governata dai Dauni e risalente al 318 a.C. Il Tempio era il più grande dell'Italia meridionale e fu utilizzato anche in seguito, durante tutta l'egemonia romana. Il tempio fu distrutto nel V secolo d.C. e, circa sette secoli più tardi, sfruttando i ruderi appartenuti al tempio, della serie ..qui non si butta via niente, su di esso venne eretta la più grande basilica paleocreistiana, dedicata ai santi Cosma e Damiano, votata successivamente, in epoca longobarda,a San Leucio, vescovo di Brindisi. In questo sito archeologico, scoperto nel 1925, si respira un'aria di commistione tra il passato pagano e i primi virgulti dell'età cristiana...richiedendo un grande sforzo d'immaginazione al visitatore. Il modello sottostante, in esposizione nel piccolo museo "antiquarium" annesso agli scavi, aiuta ad immaginare come doveva essere la basilica a quel tempo. La visità è dunque un percorso in parte all'aperto, tra tutti i reperti rinvenuti, un tour che ci porta indietro di moltissimo tempo, tra mosaici, capitelli, statue, colonne in calcarenite, che è pietra locale. Moltissimi reperti sono conservati nel piccolo museo. La visita prosegue poi, in Palazzo Sinesi, dove in bella mostra, sono i numerossissimi reperti ritrovati negli ipogei (costruzioni sotteraneae), utilizzati come tombe aristocratiche ricchissime di corredi, appartenenti al ceto emergente degli allor "principi" dauni. La visita è proseguita nella cattedrale di antichissime origini, identificabili con una basilica bizantina, opera di San Sabino, databile nel VI secolo d.C., tutt'ora leggibile dopo l'ampliamento ottocentesco, resosi necessario dopo un terremoto. La sua pianta è a croce latina con tre navate e cinque cupole. Il primo agosto dell'anno 800, il vescovo Pietro Grimoaldo qui traslò, dall'antica basilica di San Pietro, le relique del santo vescovo Sabino, al quale la basilica fu definitivamente dedicata dai Normanni nel 1102 e, nel 1118, la chiesa ebbe l'importante titolo di Basilica Palatina dei Normanni. Va detto che la bellezza della cattedrale, agli occhi dei visitatori, risulta mozzata, in quanto le successive opere di ristrutturazione, non hanno mantenuto l'originaria composizione, unica parte che è rimasta com'era una cupola che rimanda fortemente all'Oriente Addossato al muro esterno della cattedrale, completamente rivestito di marmo, si trova il mausoleo di Boemondo d'Altavilla, l'eroe normanno della I crociata e principe d'Antiochia. Lì'edificio si ispira al tempietto sovrastante il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Fu eretto nel 1111, anno della morte di Boemondo, per volere della moglie Costanza d'Altavilla.
Stupefacente..non credevo davvero ai miei occhi..eppur..è vero! Successiva tappa, essendo giunta l'ora del pranzo..gustando le specialità della cucina canosina! Terminato il pranzo, siamo ripartiti alla volta dell'ipogeo Lagrasta, il più importante complesso funerario venuto alla luce nel 1843, a seguito della fortuita scoperta di alcuni ambienti da parte di Vito Lagrasta, proprietario della terra dove avvenne il rinvenimento, a seguito di lavori agricoli. Successivamente vennero rinvenuti altri due ipogei sulla proprietà dello stesso. La loro costruzione è risalente alla fine del IV, inizi del III secolo a.C., interamente scavati sotto terra nel banco tufaceo (calcarenite) di cui è composto il sottosuolo di Canosa. La nostra visuta ha riguardato il Lagrasta I, formato da 5 gruppi di ambienti per un totale di 9 vani che si diramano da un dromos (corridoio) inclinato, formando una pianta a croce latina. Che emozione scendere nelle viscere della terra e pensare che vi son stati seppelliti dei morti moltissimi secoli fa. Lì dentro, dove il tempo e la morte hanno diffuso un eterno silenzio, troviamo dei cunicoli che conducono a gruppi di stanze. Scendendo, il vano frontale, il più grande era riservato al pater familias, all'interno il soffitto è sorretto da travi intagliate nel tufo. da un articolo del 1853: "Qui si potevano vedere statue di marmo, busti di dee e sacerdotesse in terra cotta magnificamente dipinte, vasi di creta di grandezza straordinaria sui quali erano rappresentate scene di vita quotidiana e le più classiche tradizioni mitologiche. Che dire..una bellissima giornata , un tuffo in una storia lontana...
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Inviato da: blaskina88
il 05/02/2023 alle 14:56
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il 14/12/2020 alle 17:03
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