I DIPENDENTI ILVA NEL LETTO DI PROCUSTE

Può succedere di associare fantasticamente personaggi o eventi dell’oggi a figure mitologiche della Grecia antica impresse nella memoria da lontani e felici studi giovanili. L’esercizio di un così inedito parallelo può in realtà servire, soprattutto in un caso che rattrista come quello dell’ ILVA, per rendere gli eventi odierni più comprensibili e degni di essere valutati anche nei loro risvolti crudeli.

Nella Grecia mitologica antica succedeva che un brigante di  nome Damaste, o anche Polipemone, aggrediva i viandanti e li straziava battendoli con un martello su un incudine a forma di letto. I malcapitati venivano infatti stirati a forza se troppo corti, o amputati se troppo lunghi e sporgevano dal letto. Con la locuzione “letto di Procuste”, derivata appunto dal mito greco, si indica il tentativo di ridurre le persone a un solo modello, un solo modo di pensare e di agire. Più genericamente s’intende rappresentare una situazione difficile e intollerabile per chi si trova succube di un potere assoluto che induce ad una condizione di spirito tormentosa, travagliata, incerta.

In un <letto di Procuste>, predisposto dal colosso dell’acciaio Mittal-Marcegaglia, nuovo proprietario di ILVA, sono forse abbandonati i dipendenti delle diverse Sedi dell’industria ? Si può infatti immaginare, scriviamolo francamente, la posizione dei lavoratori dell’ ILVA come non somigliante a quella dei mitici viandanti sulle strade di Atene con incombente il brigante Damaste ? Sarà che qualcuno troverà l’accostamento un azzardo, un modo giulivo di sdrammatizzare una vicenda che se da un lato non può che produrre sofferenza e preoccupazione ai lavoratori, dall’altro metterà alla prova la capacità del Governo di contemperare le esigenze del colosso industriale con i legittimi diritti degli operai, compresi quelli acquisiti che si vorrebbe ledere con un gioco di prestigio basato sul Job Act.

E però, vi sono pochi dubbi, che un passaggio doloroso, ma illuminante nella sua crudezza può far sì che i lavoratori, anche quelli apparentemente in sella, prendano coscienza della loro estrema fragilità, della loro endemica esposizione al ricatto. Il colosso Mittal – Marcegaglia, che si era aggiudicata ILVA in amministrazione straordinaria ha finalmente svelato all’opinione pubblica e ai lavoratori delle Sedi di Taranto, Genova -Cornigliano e Novi Ligure alcune intenzioni che scaturirebbero da un esame attento dello stato della produzione nelle varie Sedi. Intanto si prevederebbero 4.000 esuberi complessivi da facilitare con qualche intervento normativo da parte del Governo. Poi, e qui la procedura assumerebbe veramente i chiari contorni del mitologico <letto di Procuste>,, i fortunati restanti 10.000 verrebbero licenziati in virtù, se si  può vedervi un che di virtuoso, della normativa JOB ACT, per poi riassumerli. La brillante operazione consentirebbe alla proprietà di usare la Cassa Integrazione da zero ore, mentre i lavoratori perderebbero l’anzianità maturata e l’integrativo.

La reazione immediata e decisa dei lavoratori delle varie Sedi ILVA ha stupito, tra gli altri, attenti osservatori forse abituati a pensare che gli operai, come gli animali preistorici, fossero stati inceneriti da meteoriti piovute dal profondo spazio, o convertiti alla fede dell’ultra liberalismo e  pronti a qualsiasi sacrificio pur di conservare un complesso industriale sempre sull’orlo del baratro. La reazione del Ministro allo Sviluppo Economico. di fronte alle barricate è stata altrettanto sorprendente, quanto quella dei Sindacati. Il tavolo preparato per un incontro è stato annullato con una improvvisa dichiarazione, apparsa ai più collerica, del Ministro, tutto teso a dimostrare che il Governo non era al corrente del progetto reso pubblico dalla proprietà.

CB

I DIPENDENTI ILVA NEL LETTO DI PROCUSTEultima modifica: 2017-10-10T16:49:01+02:00da balbicarmelo