CERCANSI COMUNISTI DISMESSI

Volendo essere sinceri la vita in Vallescrivia scorre abbastanza pacifica e imperturbabile. A constatare questa placidità si riesce guardando lo scorrere degli eventi e delle attività della gente nel comune tentativo di evitare pericoli e di raggiungere un po’ di felicità. Che se si osserva meglio la realtà e si ascoltano le voci che vengono dai giovani e dai ceti impoveriti della società valligiana, la quiete, che sembrava condizione indiscutibile in una certa ottica, perde consistenza, diventa ansia per il futuro, rabbia per l’incapacità di governare la crisi economica e sociale che attanaglia il Paese, pur nella contraddittorietà dei messaggi dei media aventi sovente funzione anestetica. Non va meglio se l’attenzione si sposta ai singoli paesi, appena otto con Valbrevenna e Vobbia, ma dislocati, durante la storia movimentata e complessa dell’entroterra genovese, in modo abbastanza  disordinato sul territorio collinare-montuoso e alla maniera con la quale sono stati amministrati nel recente passato e tuttora, dopo che le consultazioni comunali a Genova di pochi mesi fa hanno scosso i vertici della Città metropolitana, modificandosi così l’interlocutore primario dei Comuni stessi.

Non va meglio, sembra almeno probabile, neppure il determinarsi di uno stato di uniformità politica creatosi tra la Città metropolitana e la Regione, che una sana diversità è spesso garanzia di un democratico equilibrio, ma la circostanza si deve al Popolo sovrano e, proprio volendo esagerare, al Padreterno.

Nei contorni estremamente fragili, come la pelle che avvolge il corpo, appena delineati, vi sono delle vere criticità. Una strada aggiuntiva di fondo valle che aggiri il capoluogo di Busalla è assolutamente indispensabile, riprendendo in considerazione progetti discussi e gelosamente conservati, si immagina, oppure percorrendo linee nuove che salvaguardino comunque da cementificazioni ulteriori del tessuto urbano, per esempio dell’area della piccola velocità ferroviaria, che troppi occhi golosi della speculazione guardano interessati. Prima che l’obiezione cali come una ghigliottina sulla più volte ribadita esigenza, ci si affretta a riconoscere che il vero, non l’unico, problema è il costo dell’operazione e la difficoltà a coalizzare sull’obiettivo tutti gli amministratori della fantomatica Unione dei Comuni.

L’ Amministrazione di Montoggio, diretta per altro da un Sindaco che vanta una lunga esperienza lavorativa nella ex Provincia di Genova, sembra aver in parte superato le conseguenze delle traversie di una severa alluvione, provvedendo  a taluni interventi per la difesa del territorio e restando in allerta per quello che purtroppo potrebbe succedere, come sistematicamente rammentato da un blog locale assai seguito, è lecito supporre, a mo di fraterno ammonimento per tutti i Comuni dell’Unione. Ad Isola del Cantone il Sindaco è ai sette celi per aver ricevuto dalla Regione Liguria la conferma ufficiale della cancellazione dai programmi dell’Ente del famoso progetto del biodigestore. Decisione saggia, quella della Regione, dopo la quale però è sinora mancato, come vorrebbe la pubblica opinione più avvertita della Valle, uno studio approfondito del serissimo problema dello smaltimento dei rifiuti da parte dello stesso Consiglio dell’Unione dei comuni da confrontare ovviamente con le linee generali dell’Ente programmatore.

Non vi è dubbio alcuno che sia meno faticoso promuovere, per carità non organizzare e curare, sagre le più stravaganti e concerti, proporre abbuffate , per esempio, di ravioli fatti con passione e secondo i vecchi canoni, come si fa nel Circolo parrocchiale/comunale di Pieve di Borgo Fornari, tanto da incontrare gli elogi di Oscar Farinetti, uomo che si è fatto sa sé, ricchissimo finanziatore di Matteo Renzi.

Eppure i problemi da risolvere in Vallata e dintorni ci sono, qualche accenno è bastato. Occorrerebbe lungimiranza, impegno e una spruzzata di competenza in talune materie da parte degli amministratori perché le consulenze esterne vanno utilizzate con parsimonia. E qui viene in mente, una vera provvidenza per i credenti, che nel Governo nazionale da quando sono entrati in campo i <comunisti dismessi>, cioè quelli che hanno cessato di essere tali per le più varie ragioni, quelli che si sono da tempo convinti che il mercato si deve autoregolare da solo e così via, l’incisività e la credibilità, anche internazionale, sembra strano, ma è così, dell’Esecutivo ha fatto un bel balzo avanti. Battistrada dei comunisti dismessi sono indubbiamente quella datata specie di politici chiamati <miglioristi> che nel partito comunista avevano effettivamente intravvisto la necessità di un adeguamento anche ideologico. L’unico inconveniente, se così si può dire, sta nel fatto che i comunisti dismessi, quasi tutti laureati in filosofia, stanno portando la loro professionalità nel campo avverso a quello delle fasce sociali che li avevano si qui sempre gratificati del loro suffragio per il Parlamento e altrove vi sia un minimo di democrazia.

CB

MARTIRIO DEL COMMERCIO DI VICINATO A BUSALLA

Pensare che negli anni che seguirono la fine del secondo conflitto mondiale, sull’onda di un miracolo economico ricordato solo da persone abbastanza anziane o ripercorribile su documenti giacenti in libreria o presenti su web, gli esercenti il commercio in posto fisso a Busalla avevano visto lievitare i loro affari e salire gli utili della loro attività. Era allora diffusa, specialmente tra il così detto proletariato del Paese, il ceto medio cominciava a farsi largo, la convinzione che i commercianti vedessero premiata la loro assiduità nel sollevare di buon mattino le serrande guadagnando tanto bene da riuscire ad acquistare ogni anno una casa, un appartamento a Busalla o altrove. Invidia, dubbi sulla legittimità di certi ricavi ?

Poteva essere, ma vari indizi hanno sempre fatto pensare che i maggiori guadagni fossero leciti, che non si potessero imputare a qualche forma di disonesto esercizio della attività commerciale. Si rifletta anche sulla circostanza che allora non si parlava di droga, se non de relata, ad uso di personaggi, per lo più adorati dal popolo bue, dell’alta società, tanto che a Busalla e a Sarissola nessuno poteva sospettare vi fossero pericolose basi di spacciatori o fiancheggiatori dei medesimi annidate sul territorio.

Ben altre erano le ragioni concorrenti per un andamento così favorevole del commercio e più in generale dello sviluppo economico italiano in quel periodo. Si deve intanto rammentare che prima del 1972, anno in cui entrava in vigore l’IVA, a seguito della riforma tributaria del 1971, ricordata con il nome del Ministro Visentini, l’imposizione indiretta e quella diretta, lasciavano soddisfacenti margini di guadagno al commercio di vicinato che per altro non aveva ancora tale denominazione, legislativamente recente.

All’interno dell’ottimo complesso commerciale busallese si distinguevano, come oggi, i negozi di generi alimentari da quelli dell’abbigliamento e di altri ancora diversi e complementari dei primi due. Gli alimentaristi incominciarono a soffrire, oltre che per una legislazione via, via più opprimente e vessatoria, la presenza della grande distribuzione, con l’insediamento della Coop, in centro, vantando, bisogna riconoscerlo, il merito di moderare i prezzi su molti articoli e di praticare, almeno sulla carta, la mutualità, la solidarietà e la loro democrazia. Carta canta! L’arrivo di altri supermercati a Busalla, considerata evidentemente una specie di miniera d’oro, oggi sono quattro, senza considerare, forse sbagliando, la Sogegros, ha dato un colpo mortale ai negozi di vicinato alimentari e accessori per la casa. Data la progressiva evidente disgregazione del commercio cittadino viene da pensare che le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo nulla abbiano potuto fare se non adeguarsi alle norme nazionali e regionali in vigore sulla materia.

Senza alcuna intenzione di fare gratuita apologia a quel centro-sinistra, nel 1981 era stato adottato dal Consiglio comunale di Busalla, all’unanimità, un Regolamento che prevedeva l’istituzione di una Commissione consultiva sul commercio con il compito di esprimere un giudizio di merito su ciascuna domanda presentata per ottenere la autorizzazione ad iniziare una attività. Opporsi a giganti del settore, si sa, era allora, come lo è oggi, decisamente difficile. Si contava però sul fatto che un giudizio negativo della Commissione sposato e reso pubblico dal Sindaco non rappresenta un buon viatico per l’inizio di una attività. La Commissione composta da volenterosi e preparati cittadini e presieduta da un Assessore molto ferrato in materia non aveva nulla in comune con il neonato SUAP istituito per la gestione in forma associata del punto unico di accesso delle attività produttive nelle Valli. Per aggiungere che non sembra confutabile l’interpretazione logico sistematica delle norme secondo la quale, creando un sistema di gestione unitaria delle domande e dell’accesso, i Consiglieri comunali degli enti locali non possono essere espropriati del loro diritto-dovere di conoscere i motivi di un diniego o quelli di un esito positivo delle domande.

Per quanto attiene il declino dei negozi dell’abbigliamento, la loro accresciuta fatica a stare sul mercato, è sin troppo ovvio indicare l’imputato nel mostruoso insediamento Outlet di Serravalle, si dice promosso da misteriose società, vere scatole cinesi dentro le quali stanno eccellenti politici. Se si somma agli effetti depressivi di una lunga crisi economica e sociale dell’Italia lo stato disastroso della viabilità nel Paese si capiscono intanto gli inutili sforzi fatti per presentare Busalla come il paese delle rose da sciroppo o il centro nevralgico della Valle Scrivia, depositario di un Sigillo culturale come il Ninfeo. Risulta anche facile capire perché a Busalla si è consolidata nel tempo una tendenza dei commercianti al martirio.

CB

SUPERSTRADA E PISTA CICLABILE

Era inevitabile che accentuandosi il traffico lungo la strada di fondo Valle dei Comuni dello Scrivia si riproponesse con virulenza la necessità di una superstrada in grado di sollevare il centro di Busalla dall’attuale convulso transito di mezzi e di sveltire i percorsi dall’arteria principale alle varie destinazioni .

Viene riferito e la circostanza non sembra proprio costituire violazione della privacy, che due giovani di Busalla, seduti in un locale centrale del Paese, uno commercialista di fresca laurea, l’altra un ‘architetto di sicura competenza, erano intenti a discutere sulla mancanza della superstrada con una passione che, considerati gli effetti della calura, i due cercavano di attenuare con dei drink freddi a base di papaia.

Non poteva sfuggire ai due intellettuali del Paese che l’acquisizione delle aree eventualmente dismesse dalla Ferrovia era propedeutico a qualsiasi altra iniziativa progettuale.  Le aree, si sa, che sembravano disponibili molti anni fa, devono essere pagate, dal Comune di Busalla o, nella migliore delle ipotesi con il contributo della Città Metropolitana. Il commercialista, che quando sente parlare di soldi riesce persino a citare Keynes, fa due conti veloci e ricava una somma presumibilmente da versare troppo alta, anche tenendo conto che il debito pubblico sta salendo. e lo spread non promette un gran ché. L’architetta, più politicizzata, si lascia andare alla considerazione che il bacino elettorale dell’Unione risulta esiguo tanto che i politici di professione considerano la Valle Scrivia con il comune denominatore di Vallenzona di Vobbia.

C’è poi il problema del progetto: qualcuno vorrebbe una galleria che passando sotto Isorelle portasse a configurare la parte bassa di Savignone come un rettilineo dal ponte sino all’entrata in Autostrada. Per i commercianti di Busalla, i due sono concordi, la superstrada dovrebbe prevedere un suo rientro abbastanza rapido. Il desiderio è comprensibile perché non c’è peggior pericolo per il negoziante e  per l’artigiano che quello di un possibile cliente che viene allontanato dalle circostanze avverse e portato altrove.

L’architetta che ha naturalmente letto il dibattito riportato da “Busalla Informa Facebook”, è rimasta colpita da un intervento di Giuseppe Coni, gli uomini forti e misteriosi sono come calamite per le donne, nel quale il blogger scrive: finirà come la piscina! I due immaginano giustamente trattarsi di una perentoria affermazione di Giuseppe Coniglio Presidente della onorata P.A. Croce Verde Busallese.

Riescono anche, non si sa come, a interpretare la minacciosa previsione, forse ricordando discorsi in libertà fatti dai loro genitori sulle ragioni che indussero gli amministratori di Busalla, alla fine degli anni 1970, ad accettare sul territorio del Paese la discarica controllata dei rifiuti, mentre la Provincia di Genova assegnava a Ronco Scrivia i fondi per costruire la piscina comprensoriale. Non fu una scelta politica intelligente, secondo i due giovani, che bisogna ammetterlo, non possono capirne i sottili risvolti. La superstrada ci sarà e arriverà a Ronco Scrivia come logica vuole. La pista ciclabile potrebbe anche essere utile, ma è la prima che deve avere ogni precedenza possibile.

I due giovani interessati alle sorti del loro Paese terminano di bere i loro drink alla papaia, si salutano e si danno appuntamento per un’ altra competente discussione. Almeno così pare.

CB

PENSIONATI FUORI

Avendo confidenzialmente prospettato ad un influente dirigente del Sindacato Pensionati della CGIL, il mio, un parere per altro consultivo, e non vincolante, sul termine FUORI che intendevo utilizzare per  i pensionati, iscritti o allo stato brado, delle Valli Scrivia, Valbrevenna e Vobbia, nei loro rapporti con le varie istituzioni locali e con i soggetti erogatori di essenziali servizi, ho avuto conferma della prudenza necessaria e costante che si richiede nella attuale confusa situazione, non esponendosi anche al rischio di veder travisato pericolosamente il proprio pensiero.

E’ così che si è saputo che FUORI è l’acronimo di “Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano”, associazione inizialmente di stampo marxista, evolutasi successivamente con sostanziale respiro radicale, per la conquista di molti diritti civili a lungo negati. Non è comunque su questo scivoloso terreno che s’intendeva utilizzare FUORI che,qui, nelle nostre Valli, sono ben altri i diritti compressi dei pensionati, soggetti, tra l’altro, all’accusa infamante di voler alimentare un conflitto generazionale, sottraendo posti di lavoro ai giovani con l’accedere al pensionamento in età pantofolaia e prosciugando i fondi dell’Inps senza ritegno, rifiutando, questa è bella, qualsiasi proposta di limare le pensioni in essere, addirittura quelle misere, forse ricorrendo ad un ricalcolo secondo principi illuminati di un Ministro del lavoro e della Previdenza sociale, ex comunista, supremo dirigente delle ex” Cooperative rosse,” caso spiegabile con una parodia per la quale il cane lupo è il più accanito cacciatore del sanguinario lupo stesso.

Di quanto possano considerarsi FUORI in Valle Scrivia, non solo i pensionati, ma gli stessi Sindacati Confederali, si è tentato di capire anche leggendo le relazioni e gli spunti dell’Architetto Adriana Picollo e dell’ Ingegnere Giorgio Porcile, del Gruppo di minoranza “Busalla Punto a Capo,” comparsi su <Busalla Informa> a riferire del Consiglio Comunale straordinario riunitosi il 31 luglio scorso.   Effettivamente doveva essere la serata in cui il Sindaco Loris Maieron avrebbe potuto cospargere di certezze il destino della fondamentale area  della “Piccola velocità” e “dell’ ex Genoa Club” e ha invece annunciate due manutenzioni strategiche, (da sempre un brivido di piacere il sentire trattare di strategia), senza alcuna valutazione critica sull’impoverimento complessivo in atto delle Città Metropolitane e delle Province, con conseguente ricaduta sui Comuni.

Il fondo Valle dello Scrivia è sommerso da criticità forse al momento insanabili e il Sindacato non sembra avere quel ruolo di stimolo, oltre che di sostegno alle varie categorie. Non viene neppure chiamato in causa, forse perché non viene ritenuto attendibile, veramente espressione di una quota consapevole dell’opinione pubblica, di parte. L’Amministrazione Comunale di Busalla deve prendere atto che il Paese non può accontentarsi di “laute mance statali” spacciate per opere di valenza strategica, vere briciole di quanto lo Stato erogava solo una quindicina di anni fa con fondi ordinari. Sono parole contenute nella relazione dei Consiglieri che, per esempio in materia di riscossione affidata inevitabilmente all’Agenzia delle Entrate dimostrano un certo buonismo nel raccomandare all’Ente di emettere due avvisi di cortesia ai contribuenti morosi dopo la scadenza dei termini, ma prima di procedere all’iscrizione a ruolo delle somme dovute. Non risulta che gli Enti locali della Valle si facciano carico di mettere i cittadini al corrente della maggiore incisività dell’azione esecutiva sui beni mobili e immobili. Siccome nessuno nasce, come si sul dire, imparato, il Comune di Busalla poteva esaminare la questione con i Sindacati, in particolare con quelli dei pensionati, per verificare la disponibilità ad una iniziativa comune.

E’ stato riferito e scritto di lamentele per l’alta temperatura avvertita nel Palazzo di piazza Macciò la sera del 31 luglio durante i lavori del Consesso Municipale. Perché non convocare i Consigli Comunali, nei mesi estivi, nella Sala o nel Parco attrezzato della Villa Borzino?