IL CANTIERE ELETTORALE METROPOLITANO

Si avverte in Vallescrivia un diffuso disinteresse per le  elezioni, da tenersi con un procedimento di secondo grado, dei 18 membri che assieme al Sindaco di Genova formeranno il Consiglio della Città Metropolitana.

Sono elettori i Sindaci e i Consiglieri comunali della Città metropolitana in carica alla data delle elezioni, fissate per il prossimo 8 ottobre. L’elettorato passivo è costituito dai Sindaci, escluso quello di Genova nominato ex lege Presidente dell’Ente, e dai Consiglieri comunali in carica alla data stabilita come termine finale  per la presentazione delle liste. La legge che disciplina la materia introduce infatti per tali elezioni un meccanismo piuttosto contorto che prevede in via preliminare la costituzione, si deve ritenere, almeno per affinità politica, di LISTE, quando qualche acuto osservatore vede addirittura un inutile tentativo di scimmiottare le elezioni provinciali, per sottili ragioni di costituzionalità, LISTE nelle quali si collocano con operosità 9 o più candidati ciascuna, sino ad un massimo del fatidico 18, dovendo poi essere sottoscritte da almeno il 5% degli aventi diritto al voto.

La cifra elettorale di ciascuna lista è costituita dalla somma dei voti PONDERATI validi riportati da ciascuna di esse.La cifra individuale di ciascun candidato è costituita dalla somma dei voti ponderati validi riportati da ciascuno di essi.Il legislatore, probabilmente accecato dal bisogno di una governabilità ad ogni livello, introduce un meccanismo che favorisce i comuni con una consistente popolazione o quelli che pur essendo piccoli riusciranno ad ottenere voti ponderati di peso. I seggi vengono assegnati alle liste con un metodo matematico introdotto nella prassi nel lontano fine 1800, assai diffuso nei Paesi dove il sistema elettorale vede la prevalenza del proporzionale. Certo che nell’era dei robot e dei super computer spiegare al popolo che il Parlamento italiano ha dovuto far ricorso ad un vecchio arnese per rendere le cose più complicate non è semplice. Sempre che, poi, all’opinione pubblica, le elezioni, nelle quali gran parte del corpo elettorale della Città metropolitana non si esprime contestualmente ad alcuni comuni e in particolare a quello dominante di Genova, non appaiano troppo parziali.

C’ è il convincimento che il terreno sia favorevole a così detti inciuci, o prove minori di particolari confluenze oblique di voti, tali da prefigurare alleanze che già sono nell’aria a livello nazionale. Una relativa sorpresa è venuta dai “5 Stelle”, disertando la prova e adducendo le deboli ragioni, di una effettiva impossibilità organizzativa e del loro relativo disinteresse per la Città metropolitana. Un altro segnale di debolezza proprio nella Regione Liguria dove si sono già avuti per loro i ben noti negativi riscontri. Quello che è lecito attendersi sarebbe comunque un Consiglio  dell’Ente che, garantendo una maggioranza laboriosa e professionalmente idonea, sotto la guida del Presidente Dott. Bucci e dei suoi immediati collaboratori, lavori per risolvere i numerosi problemi aperti nella nostra soppressa Provincia e rientranti nelle competenze dell’Ente novellato.

Perché l’attività della Giunta e del futuro Consiglio sia proficua vi dovrebbe essere attenzione per le istanze che verranno sicuramente dalle parti più deboli del territorio, e perciò con una qualche rappresentanza dei loro consiglieri, si osa dire : indipendentemente dallo schieramento politico, ma non ci si sente di giurare che sarà così.

Entro l’ottavo giorno antecedente la votazione (8 0tt.)le Liste saranno pubblicate sul sito Internet della Città Metropolitana (30 sett. – dies ad quem computator). Allo stato attuale si conosce solo COALIZIONE CIVICA- per la Città Metropolitana forte di un simbolo che avrà sicuramente trovato qualche difficoltà ad imporsi (Castello della Pietra di Vobbia e  Castello di Rapallo) per i numerosi castelli di medioevali signorie presenti nella nostra bella Regione. Nella “lista progressista di Coalizione Civica” si segnala la presenza della Dott.sa Adriana Picollo- consigliere  busallese e di Daniela Tedeschi, ex Vice Sindaco di Arenzano, come noto gradevole città del ponente genovese, centro estivo di tranquilla ricarica per il blog. Si coglie una curiosa e simpatica coincidenza: le due Signore sono entrambe nate ad Isola del Cantone, tanto da far pensare che vi sia una sapiente regia.

CB

SI PUO’ VIVERE CON DIGNITA’

Si è già più volte biasimata, sullo stesso blog Vallescrivia, la diffusa tendenza in politica, e non solo in quella, a voltare gabbana, attribuendo la machiavellica, subdola inclinazione ad una atavica predisposizione del popolo italico, o ad una svalutazione della propria dignità rispetto ai vantaggi che potrebbero derivarne. All’incontro, il blog non si  sottrae al piacere di elogiare chi dimostra di saper vivere, con lucida capacità critica del proprio agire, ma con dignità, le esperienze mutevoli nelle quali viene coinvolto nel difficile mondo del lavoro, della politica, dell’amministrazione pubblica e. perché no, dei sentimenti.

Affinché moralistiche considerazioni, si deve riconoscerle tali, come una vera raccolta del buon samaritano, si calino nella realtà di un vissuto qualunque, si deve eccezionalmente passare dalla consueta terza persona, così assai praticata nel linguaggio burocratico, alla confidenziale prima persona per ciascun verbo che s’incontra, senza eccessive spiegazioni, ma con l’intento di rendere conto della propria idoneità, pur con tanti limiti, affinché non abbia ad avere pregiudizievoli critiche lo stesso blog. Nella primavera del 1979 venni inserito nella lista del PSI per le Elezioni Politiche. Accettai l’impegno non da poco per un servizio definito, secondo me impropriamente, di testimonianza. I Dirigenti del partito contavano in realtà sulla circostanza che ricoprivo, una sorta di esilio, la carica di funzionario Tesoriere del Comune di Genova. Ero fresco di laurea in scienze politiche e avevo, così almeno presumevano loro, energie da spendere, ferie dalla Carige da impegnare e discreta capacità di adattarmi ad una intensa attività relazionale. Il risultato fu indubbiamente lusinghiero se si pensa che arrivai 10° su 22 candidati, con più di 2.000 preferenze, gran parte delle quali uscirono dai seggi della Città. Fulvio Cerofolini, allora prestigioso e serissimo Sindaco di Genova cercò simpaticamente di spiegare il mio successo con la considerazione che il mio numero di lista era il 3, come i possibili voti di preferenza, il mio cognome tipicamente ligure, il mio nome, secondo lui , decisamente da meridionale. Entrai nel Direttivo Provinciale di Posta Vecchia, ma non mi appassionai al partito, preferendo applicarmi nello studio e nel lavoro.

Ci si chiede chi possa ricordare quegli eventi tra i politici e gli amministratori dell’oggi; naturalmente anche se vi sia un qualche interesse, una ragione. Potrebbe ricordare Mauro Fantoni, Sindaco di Montoggio, allora giovane funzionario della Provincia di Genova. Non può rammentare gli anni 79/80, pronto a ricredermi, l’allora giovanissimo Loris Maieron,  promettente portiere del calcio Sarissolese.

Venne il momento, forse il più sentito, di impegnarmi nelle elezioni comunali a Busalla, nel 1980. La nostra lista ottenne una percentuale di consensi di circa il 17 %, la più alta del dopoguerra, con quattro eletti in Consiglio Comunale. Allora non si votava direttamente il Sindaco. La carica veniva attribuita formandosi una maggioranza in Consiglio e scegliendo, non sempre, il personaggio che aveva avuto maggiori preferenze. A Busalla la DC aveva ben 9 consiglieri su 20 e il Sindaco uscente, Claudio Ferralasco godeva della stima di una larghissima parte del paese. Il PC appariva ancora un partito molto strutturato, presente nei luoghi di lavoro e capace di sviluppare una opposizione costante e intelligente. Ci fu, non da parte mia, il tentativo di mettere in parallelo le due situazioni analoghe di Busalla e di Arenzano dove Nazario Gambino avrebbe potuto essere sacrificato a favore del candidato PSI di Busalla per la poltrona di Sindaco. Sarebbe stata una soluzione ingiusta per Ferralasco, ottimo amministratore e vecchio amico. Pericolosa per me, appeso ad un voto o forse più, proprio quando la stanchezza di tanti anni di impegno suggerivano umiltà e ragionevolezza. Nove anni da consigliere delegato, altrimenti chiamato vice Sindaco, non sono stati pochi. Il bilancio della lunga esperienza, interrotta improvvisamente dalla nomina a collettore in carica delle Esattorie della Banca Carige che rendeva incompatibili ex lege le due posizioni fu comunque positivo, malgrado i reiterati disturbi che venivano anche dal retro bottega di quel PSI che stava affogando in ruberie ed era destinato ad una fine ingloriosa.

CI SI RICORDI DI GARIBALDI PLATZ

Chi pensasse che il titolo dell’articolo possa essere frutto del capriccio di poter vantare il ricordo di un frammento della vecchissima Busalla, insieme ad un accenno non troppo velato al 45 giri “Alexander Platz” cantato, con professionale emozione da Milva, su un arrangiamento di Franco Battiato, può tranquillamente ricredersi e prendere atto di un ben diverso metropolitano interesse.

Non si può infatti sottacere che tutti i tentativi di sollecitare un proficuo dibattito, che coinvolga soggetti non aventi nel paese o nella Valle un ruolo istituzionale, ma semmai una cultura o una specifica esperienza, su temi, come quello che qui si agita della storica, infelice copertura della piazza di Busalla oggi dedicata all’Eroe dei due Mondi, sono miseramente falliti, caduti nel dimenticatoio. Di qui il curioso preludio dell’articolo per tentare, con una certa originalità, di far avere ai candidati al consiglio della rinnovata Città Metropolitana l’invito ad inserire nei loro ricchi programmi la forte volontà di reperire i fondi necessari per proseguire l’opera di mitigazione del rischio idraulico del rio Migliarese in Busalla. La raccomandazione vale, si può ben capire, anche e soprattutto per il Sindaco di Genova, Presidente della Metropolitana e probabile dominus incontrastato dell’Ente che sostituisce la gloriosa Provincia.

I lavori relativi al primo lotto, quello finanziato, iniziati a primavera dell’anno scorso ed appaltati alla TEAS S.r.l. di Sestri Levante, sono terminati ad aprile di quest’anno, determinando una situazione del tutto nuova, caratterizzata da un abbassamento del letto del torrente Migliarese, dalla eliminazione di intasanti strutture e coperture varie, da una  tendenziale velocizzazione dell’acqua che rende ancora più necessario ed urgente l’intervento previsto con il secondo lotto del progetto. Non va del resto trascurato il rischio alluvionale, già sperimentato nel passato, anche recente, a causa di un rio che può risultare gonfiato rapidamente da diversi disordinati affluenti, molto generosi d’acqua, tutta proveniente dai boschi di castani e rovere del versante nord dei Giovi, curiosamente, tra l’altro, ascritti, per un banale errore di cartografia militare, alla giurisdizione amministrativa del Comune di Mignanego. Tanto che si è più volte notato che il Comune di Busalla insiste su un territorio assai limitato rispetto alla sua variegata e composita centralità nella Valle, abbracciato stretto, amichevolmente, dai comuni confinanti, e nel caso della Località Ronchese dei Chiappari, addirittura penetrato territorialmente sulla strada che dalle Cascine porta ai Tegli.

L’idea di rivolgere una sorta di istanza a tutti i candidati al Consiglio della Città Metropolitana, prima che le elezioni di secondo grado previste dalla legge n. 56 del 2014,  portino alla definitiva costituzione dell’Organo di governo dell’Ente corrisponde, almeno così pare, alla disponibilità delle singole quattro liste di aprirsi al contributo dei cittadini anche attraverso web. Si sa che i consiglieri che saranno eletti non potranno vantare alcun vincolo di mandato, chiamati a dare il loro contributo indipendentemente dal Comune di appartenenza. Tuttavia, pur dovendo prevedere che il governo dell’Ente sarà prerogativa dei rappresentanti del Comune di Genova e di pochi altri di maggiore peso del Levante Ligure, si dovrà fare il possibile perché  la Vallescrivia e i piccoli comuni abbiano voce nel contesto generale.

IL PARCO DELL’ ANTOLA VERSO L’AUTUNNO

Nei paesi del fondovalle dello Scrivia ci si lamenta dell’aria contaminata, dei rumori assordanti e fastidiosi, delle esalazioni che sanno, nella migliore delle ipotesi di benzolo. Geremiade che hanno un fondamento nella ormai consolidata convivenza con un traffico stradale convulso e con industrie sprigionanti vapori e gas del cui grado di nocività si ragiona da gran tempo, anche dopo aver imposto alle imprese le ben note misure restrittive di controllo assiduo e di adeguamento tecnico degli impianti, oltre l’adozione di uno specifico piano di sicurezza ed emergenza predisposto dall’Ente locale ospitante. Lagnanze, a volte scomposte, anche per le lacune di taluni servizi comunali, come quello della gestione dei rifiuti solidi urbani, e della pulizia delle vie e delle strade, per altro, è doveroso scriverlo, considerate da una parte dei cittadini come un privati letamai.

Gli abitanti della Vallescrivia hanno però, come si suole dire sui mercati rionali, a portata di mano delle comode opportunità di vita migliore e più sana sulle colline e sui monti che  fanno da cornice al fondovalle, in quasi tutte le stagioni. Particolare e felice ospitalità trovano le persone di ogni età, o quasi, di qualunque censo, che provano gioia ad immergersi in una natura in gran parte incontaminata che induce alla serenità. Sono quelle che approdano al Parco Naturale Regionale dell’Antola.

E però non quando si avvicina l’autunno, secondo una appassionata immagine di D’Annunzio in : ” settembre andiamo è tempo di migrare…” che non scoraggia certo gli Organi dell’Ente, Presidente Daniela Segale, a continuare nella loro attività promozionale, di programmazione, proponendo iniziative culturali come la scuola d’ambiente nel Parco dell’Antola stessa o plaudendo, giustamente l’Amministrazione comunale di Ronco Scrivia che il 12 settembre scorso ha intitolato una piazza del paese ai giudici Falcone e Borsellino per alimentare una memoria che tende ad affievolirsi. Del resto, per rafforzare una sua discussa teoria, Gianpaolo Pansa ha promosso il suo ennesimo libro sul “sangue dei vinti”, con il quale ha scalato testate giornalistiche prestigiose, ha acquisito una vita agiatissima sui colli toscani, lontano dalla natia Casale Monferrato,  da Eternit che ha per tanti anni disperso polvere d’amianto e cancro nella sua città. Proprio nella serata di oggi 18, ospite, circondato di mille attenzioni, di Lilli Gruber, ha, tra l’altro,  preconizzato per l’ Italia una vicina “guerra civile”.

Malgrado le numerose tensioni esistenti, non sembra possibile aderire alla previsione del Pansa, ma semmai rammentare che i monti del Parco dell’Antola sono stati teatro di una guerra contro fascisti e truppe tedesche durante gli anni della Resistenza, sino alla Liberazione del l’aprile del 1945. Il ricordo di quei momenti difficili per chi aveva ritenuto di sottrarsi ad una repubblica di Salò assolutamente improbabile e assurda, oltre chi già era radicato organicamente tra gli oppositori al Regime e imbracciò le armi in una lotta disperata e sanguinosa.

Oggi si deve pensare a quello che la vita offre in attesa di provvedimenti di equità e di giustizia: per chi abbia doti atletiche, oltre che il gusto di veder passare davanti ai suoi occhi i colori della biodiversità di una natura sempre cangiante, il Parco organizza “Camminantola”dal Borgo di Caprieto  al Bric delle Camere, senza dimenticare, soprattutto chi è avanti con gli anni o eccessivamente sovrappeso , il Museo della Cultura Contadina dell’Alta Val Trebbia. Devono aver offerto emozioni irripetibili le escursioni e le gite, come quella dell’associazioni My Trekking per vedere la fioritura dei narcisi al Parco. E quella, sempre il 14 maggio scorso, da Fontanarossa a Pian della Cavalla.

C’è chi , occupandosi dell’analisi degli orientamenti della popolazione verso i vari stili di vita, anche in relazione alle ricorrenti congiunture negative dell’economia, avanza l’ipotesi che si verifichi un graduale ritorno a pratiche di  vita di altri tempi, compreso un auspicabile avvicinamento  rispettoso dell’uomo  alla natura. Naturalmente la politica dovrà adempiere ai suoi compiti per consentire ai piccoli comuni, che insistono sui territori dei numerosi Parchi naturali regionali, come quello dell’Antola, di sopravvivere, forse unendosi tra loro, certamente assoggettandosi ad una autorità democratica in grado di fornire ai cittadini, rimasti sul campo e impegnati in determinate attività da sostenere, i servizi necessari.

IL CAMPANILE DEL SANTUARIO DI BONOUA

Collaborando, oramai da diversi anni,  in perfetta armonia, con il decano, in Africa, della Congregazione del Santo Don Orione Padre Aldo Viti, ho il privilegio di far conoscere lo stato molto avanzato dei lavori del costruendo campanile del Santuario <Notre Dame de la Garde> di Bonoua, in Costa D’Avorio, inaugurato, con gran festa di popolo e larga partecipazione di autorità religiose e civili, a novembre dell’anno 2009. L’argomento è sicuramente di interesse dell’opinione pubblica della Vallescrivia, non tanto per lo stretto rapporto del Santuario della Costa D’Avorio con quello di Ceranesi, definito anche sentinella sul golfo di Genova, quanto per la notorietà ormai acquisita da Don Aldo Viti in gran parte della Valle, presente, tra l’altro, a Busalla nella sala della biblioteca comunale il 28 gennaio scorso, in occasione della presentazione del mio < Falchetto dello Scrivia>, un altro libro, dopo il primo assai specifico, dove hanno trovato posto le vicende e le aspettative della Congregazione di Don Orione in Costa D’Avorio. Questo rapporto costante e proficuo tra la Missione centro-africana del golfo di Guinea e cittadini della nostra Vallescrivia, di Tortona, Bologna, Copparo e Genova, disposti a dare un aiuto per le opere incoraggia a che se ne parli e se ne scriva sul web e non solo su questo vettore. Che con riguardo alle opere umanitarie, di valore sociale, i missionari di Don Orione hanno da tempo realizzato a Bonoua  un Centro per handicappati fisici in grado di offrire una prima risposta alle domande di sanità per talune deformazioni, soprattutto di bambini, di quelle popolazioni, senza discriminazioni etniche, religiose e di censo; un reparto oculistico attrezzato per tutte le cure e gli interventi necessari; un nucleo addestrato da personale proveniente dall’Italia per le riabilitazioni; una scuola dei mestieri parificata a quella pubblica; una biblioteca, nel caso che ai giovani frequentatori del Centro venisse il desiderio di leggere testi in grandissima parte scritti in lingua francese.

Deve perciò essere chiaro che accanto ai simboli, necessari comunque per l’individuazione e per l’affermazione di ogni ideale ed ogni fede, occorrono le opere visibili, come quelle del Centro handicappati fisici di Bonoua, a servizio anche di chi è nel bisogno, degli ammalati e dei poveri. Don Aldo Viti. uomo di cultura e di provata saggezza, sembra interpretare questa concezione di un cattolicesimo fedele ai principi evangelici, sensibile ai bisogni dei meno abbienti, dei sofferenti. Don Aldo non si è preoccupato tanto degli anni che passavano inesorabili e, superati i 90, si è applicato in ogni modo per la costruzione di un campanile al Santuario sulla Collina dove svetta altissima la Madonna bianchissima con il Bambino. Effettivamente al Santuario, ultimato nel 2009, mancava il campanile, come noto parte strutturalmente importante, e non solo decorativa, di una Chiesa, immaginiamoci di un Santuario sorto in una terra come la Costa D’Avorio dove il suono armonico delle campane rappresenta un richiamo forte per un popolo di credenti sensibili creatori di musica.

Don Aldo ha impegnato innanzi tutto un architetto, Paolo Granara, un professionista della Vallescrivia, per la elaborazione di  un progetto, da sottoporre a tutte le autorità, che tenesse conto delle inevitabili assonanze con il Santuario della Guardia di Genova, il Rettore del quale, Mons. Marco Granara, aveva addirittura presenziato alla inaugurazione in Costa D’Avorio. In effetti si coglie un legame, volendo osare: di parentela, trascurando appena il nostro Codice civile, tra i due Santuari, così ben espresso dalla rappresentazione, sull’insegna di quello africano, della Madonna, del Bambino e del Beato Pareto “bianchi”, anziché neri, come si sarebbe potuto pretendere, o almeno desiderare.P1000786 (1)

Don Aldo e il progettista. scrupolosamente volato in Costa D’Avorio, hanno giustamente tenuto conto che il campanile poteva avere anche una funzione sociale offrendo un importante servizio alla collettività che avrebbe, tra l’altro, conferito maggior valore e credibilità all’opera. Il campanile avrà difatti, sul suo piano più elevato, un serbatoio per acqua potabile prelevata da un pozzo sottostante raggiungibile alimentato dal Comoè, il più grande fiume della Costa D’Avorio, che scorre poco a nord della Collina, in mezzo ad una vegetazione lussureggiante. L’acqua, malgrado le copiose piogge primaverili/estive, rappresenta un problema diffonderla sistematicamente in Città e villaggi del Paese. Quella del campanile potrà servire per i numerosi pellegrini e per gli abitanti dei limitrofi quartieri della parte più povera della cittadina di Bonoua.

Don Aldo Viti, in attesa della quinta campana e del congegno di manovra elettronico del sistema, intende  far sapere che con gli aiuti generosi, in primis dei fratelli del Paverano di Genova e poi di tanti amici del Santo Don Orione si è potuto coniugare un comune campanile con un’opera di  giustizia.

L’ APE VOLONTARIA

Nell’aria fresca venuta a spegnere gli ultimi bollori dell’ anticiclone africano chiamato Lucifero, si sentiva già in arrivo un messaggio per i bambini e per gli anziani, due categorie così lontane nel tempo, così vicine nelle esigenze. Un messaggio per il benessere e per la pace, come lo fu la cometa di Betlemme, che preannunciava l’arrivo di tanti vaccini per i piccoli e misure di equità per i lavoratori e le lavoratrici in attesa della pensione.

E comunque un significativo messaggio , proprio quando il ciclo stagionale ha riservato le prime avvisaglie di un autunno in anticipo, si è in effetti rivelato : il 5 settembre scorso, tra l’altro giorno dedicato dalla Chiesa alla Santa Madre Teresa di Calcutta, circostanza, per altro, probabilmente ininfluente,  il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto attuativo dell’ <Anticipo Pensionistico Volontario>, più semplicemente chiamatelo pure APE, sorretto da un prestito finanziario delle banche che saranno individuate a tempo debito dalla Associazione di categoria (ABI) e protetto da una polizza assicurativa rilasciata ovviamente da una impresa del settore tra quelle ancora da individuare.

L’anticipo finanziario a garanzia pensionistica può essere richiesto dai lavoratori pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla gestione separata; sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse professionali. Il prestito ottenuto dagli aventi i requisiti verrà restituito in 260 rate mediante una trattenuta effettuata dall’INPS all’atto del pagamento di ciascun rateo pensionistico, compresa la tredicesima. La restituzione del prestito inizia dal primo pagamento della futura pensione e si completa in 20 anni dal pensionamento. Per accedere al prestito è necessario, al momento della richiesta : avere almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi; maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni  e 7 mesi; avere un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago); non essere titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità. Non è fortunatamente necessario cessare l’attività lavorativa.

C’ è  ovviamente da considerare che il rimborso del prestito alla banca concedente e il compenso spettante all’ assicurazione per la garanzia prestata avranno un costo che dovrebbe superare di poco il 4 % dell’ammontare mutuato. C’è ovviamente da valutare l’inevitabile, come ognuno può capire, e antipatico, a dir poco,  rischio di premorienza, coperto appunto dalla polizza assicurativa. Un meccanismo dunque piuttosto complesso per un risultato abbastanza limitato di potenziali beneficiari se è vero, come è generalmente vero quello che affermano i Dirigenti INPS e quelli del Ministero del Lavoro, che il provvedimento interesserebbe 300.000 lavoratori nel restante anno 2017 e 115.000 l’anno venturo. Sarebbe intanto interessante sapere quanti lavoratori, dei 300.000 preventivati su scala nazionale anche dal Ministero dell’Economia, hanno residenza o lavoro negli otto Comuni dell’Unione della Vallescrivia. Secondo i Sindacati, si tratta comunque di una attuazione retroattiva, al 1° maggio scorso, di una legge che non propone una soluzione adeguata alle distorsioni della così detta legge Fornero.

Bisogna porre mente che il 17 agosto, meno di un mese fa, il giornale la Repubblica riportava una sentenziosa affermazione del Vice Ministro all’Economia Enrico Morando che lasciava già poche speranze : “abbiamo già provveduto, non ci sono risorse per tutto”. Lo stesso Enrico Morando chiariva che: “non c’è alternativa all’aumento ad libitum dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero perché le risorse non ci sono, specie volendo rispettare le regole Europee, tipo il pareggio di bilancio”. Si conviene che il Vice Ministro all’Economia Enrico Morando, PD -liberal non si sente e non si legge molto, ma quando parla, si capisce chiaramente che non è più il comunista di quando 25 o più anni fa era invitato per la sua capacità oratoria nella S.M.S. Fra i Liberi Operai di Busalla a dibattere sulla politica economica e non solo.

CB

CHI SALE E CHI SCENDE

In Vallescrivia ci sono soggetti e cose che, in qualche modo, salgono ed altre che, per i più svariati motivi, scendono.  Può apparire banale, in qualche caso inspiegabile, in altri ragionevolmente motivato, come in borsa il valore dei titoli quotati, ma il fenomeno rappresenta un paradigma della vita umana e non solo di quella. Qui s’intende, molto semplicemente verificare, alla luce degli eventi registrati nei primi mesi di questo funesto 2017, ciò che di positivo sembra frutto dell’opera di uomini attivi, onesti anche intellettualmente che SALGONO,  in contrapposizione a quello che di negativo è derivato da comportamenti ed iniziative di altri soggetti destinati a SCENDERE. Non ci si aspetti spiegazioni straordinariamente intelligenti rispetto a fenomeni astrali come per esempio quello degli equinozi o della loro retrogradazione sulla nostra famosa eclittica che taluni, a Busalla, considerano alla stregua di equivoci, di errori,  malgrado la straordinaria lezione di Franco Malerba, famoso astronauta busallese di nascita, impartita durante il Festival dello Spazio; una straordinaria idea del Sindaco Loris Maieron e dell’Assessore alla Cultura Fabrizio Fazzari, complice la disponibilità dell’ingegnere Franco Malerba a Busalla alla fine di luglio scorso, nella comunale Villa Borzino.

Non sussistono dubbi che il primo astronauta italiano lanciato nello spazio, Franco Malerba sia SALITO nella notorietà anche se solo anziani busallesi lo ricordano bambino uscire da una porta della ex stazione ferroviaria assieme alla sua sorellina quando il loro papà era capostazione principale di Busalla ed abitava un appartamento adesso proficuamente utilizzato dalla sezione Ragioneria dell’Istituto Scientifico Primo Levi di Borgo Fornari. Per dire, semmai la circostanza abbia un senso, che la crescita di un uomo si valuta nel contesto complessivo dalle sue radici e dagli sviluppi intervenuti in seguito, che solo una memoria  genuina può misurare e valutare.

STAZIONARIO appare il titolo del Sindaco Loris Maieron che soffre la critica, in realtà bisognerebbe frequentare assiduamente il Palazzo per averne certezza, di essere un accentratore che toglie l’aria che dovrebbero respirare i giovani in Amministrazione, quelli che, secondo ottimistiche previsioni, dovrebbero avere una esplosione di competenza e di dedizione dopo il prossimo giro elettorale a Busalla. STAZIONARIA appare anche l’univa vera opposizione al Sindaco e alla Giunta che, nella sua indefinibilità politica, si affanna a mettere in risalto le numerose criticità del Paese, i ritardi nel definire un piano regolatore che imponga determinate scelte ed impedisca uno sviluppo urbanistico insensato attraverso, per esempio, la privatizzazione di aree come la “piccola velocità ferroviaria”. Questo esiguo, ma rispettabile gruppo di opposizione ha il freno tirato dal fatto di non riuscire a diffondere a sufficienza le sue lamentele, le sue critiche e le sue proposte al di fuori del Salone del primo piano rialzato del Palazzo di Piazza Enrico Macciò.

Salone, quello del Consiglio Comunale, che a dire il vero si è affollato di gente solo in particolari occasioni, come le vecchie commemorazioni del 25 Aprile o la <lectio magistralis> del Presidente Emerito Oscar Luigi Scalfaro, sulla vita e sul pensiero di San Francesco d’Assisi, nel 1982, quando il Sindaco era Claudio Ferralasco e la Giunta busallese aveva una chiara impronta di centro-sinistra, era formata da Assessori competenti nei rispettivi settori, presieduta con equilibrio, disposta anche ad una ragionevole accettazione delle tesi portate avanti con serietà dai Consiglieri del PCI busallese.  Certamente oggi la dialettica all’interno degli Organi consiliari, sicuramente non solo quelli della nostra Valle e delle altre minori, riflette il disamore e la sfiducia per la politica e soprattutto per la classe dirigente rintanatasi in ospitali casematte difensive, manifestandosi al pubblico attraverso media collusi.

E’ decisamente SCESO il livello dell’acqua nell’invaso artificiale del Busalletta per l’ovvia ragione che le avarissime piogge degli ultimi quattro mesi non sono riuscite a compensare i consumi di acqua potabile prelevata dal lago e distribuita ad una parte consistente della Città di Genova, dei Comuni del Polcevera e, manco a dirlo, di Busalla e Ronco Scrivia. Solo ragioni di buon gusto e senso di moderazione impediscono di ritornare su una storica diatriba che vide l’Autorità comunale e il popolo busallese buggerati clamorosamente, non riuscendo a compensare l’ accettazione sostanziale di avere una massa d’acqua sopra la testa trattenuta da una diga ben ancorata sulle sponde con qualche agevolazione a valere nel tempo per gli utenti busallesi. Cose vecchie, trite e ritrite? Ma allora perché si studiano i classici, il latino e il greco antico ?

Chi sta sostanzialmente SALENDO nella considerazione di un’ opinione pubblica che sembra in attesa di fatti e non parole è probabilmente il Presidente della P.A. Croce Verde Busallese Giuseppe Coniglio. Pur riconoscendogli una tendenza a voler far valere le sue ragioni, e rispetto alle altre P.A. della Valle e alla onorevole Croce Rossa sussistono, con una inconsueta energia, viene al fine ammesso che, con una politica di espansione dei costi, del resto approvata in una Assemblea dove mancavano ai – me (!)  gli Amministratori comunali, la nostra gloriosa Croce Verde, fondata prima della nascita di chiunque cittadino vivente di Busalla, riesce a dare tuttora un servizio essenziale per tutti i Comuni della Unione.

La Festa di San Rocco, spesso assimilata ad una particolare ricorrenza post Mariana del quartiere di Casein, il 16 agosto, si sta spegnendo, tanto che c’è chi vorrebbe costituire un fondo per un  premio da assegnare ad una lodevole tesi di laurea sulle ragioni del venir meno della devozione per il Santo viaggiatore a Busalla. Polemiche confuse si sono anche sentite a proposito dei preparativi della Festa Patronale del SS Nome di Maria. C’ è chi ritiene che venendo meno per ragioni ovvie taluni personaggi del passato, cardini allora della Festa, e considerando che, come sempre, il ricavato delle numerose manifestazioni sarà devoluto all’Asilo Infantile di Busalla, sia venuto il momento per il suo Presidente Tommaso Eufrate di proporre, nei tempi necessari, una pubblica relazione sullo stato complessivo dell’Ente.

CB