Creato da un_uomonormale il 21/08/2013

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ENDOMETRIOSI

Post n°309 pubblicato il 09 Maggio 2015 da un_uomonormale

Si  tratta  di  una  malattia  con  caratteristiche  singolari,  per  cui  deve  essere   distinta  dalla  patologia  infiammatoria  e  da  quella  tumorale.  Essa  viene  caratterizzata  dalla  presenza  di  tessuto  endometriale;  ovvero  la  mucosa  che  riveste  l'utero,  e  che  va  a  localizzarsi  al  di  fuori  della  sua  naturale   posizione  anatomica.  Statisticamente  questa  patologia  interessa  circa  il  10-15%  delle   donne  in  età   feconda  e  che  in  genere  si  colloca  intorno  ai  30-40  anni,  sia  pure   si  conoscono  casi  di  insorgenza   anche  in  età  adolescenziale.

Gli  organi  che  più  sono  interessati  sono  l'utero,  il  setto  retto- vaginale,  le  tube,  le  ovaie;  dove  si  apprezzano  soprattutto  come  cisti  a  contenuto  emorragico. Le tube possono essere coinvolte soprattutto in modo indiretto, ad esempio possono essere dislocate dalla presenza di aderenze. La localizzazione pelvica è la più frequente, ma non sempre è l’unica. La rara localizzazione cervicale può essere causa di sanguinamenti irregolari, ed è stata descritta la presenza di noduli a livello vulvare.  Inoltre,  la  vescica,  il  sigma,  la  vagina,  il  collo  dell'utero.  Di  rado,  l'endometriosi  interessa  organi  extrapelvici.

L'endometriosi  tende  a  regredire  nella  postmenopausa  o  dopo  eventuale  isterectomia  totale.

La  sintomatologia  varia  da  soggetto  a  soggetto.  Vi  sono  donne  che  sono  addirittura  asintomatiche,  così  come  altre  riferiscono  sintomi  decisamente   di  notevole  importanza. Il  dolore  pelvico;  per  dismenorrea,  molto  spesso  ha  una  scadente  risposta  alla  terapia  farmacologica.

Dispereunia  e  infertilità  sono  le  associazioni  più  frequenti  alla  endometriosi.  Qualora  la  localizzazione  interessa  le  ovaie,  vine  ad  essere  pregiudicata  l'attività  ovarica,  la  funzione  tubarica  risente  notevolmente  la  sua  funzione  per  la  presenza  di  aderenze  che  dislocano  le  tube  rispetto  alla  loro  posizione  di  origine.  I  fenomeni  abortivi  sono  frequenti.

Le  cause   non  sono  ben  note.  Si  avanzano  diverse  ipotesi  quali  il  reflusso  di  sangue  mestruale   che  dall'utero  per  tramite  le  tube,  viene  veicolato  in  cavità  addominale.  Tuttavia,  questa  ipotesi  non  dimostra  la  localizzazione  al  difuori  della  sierosa  peritoneale,  che  sia  pure  rare,  se  ne  conoscono  di  casi  segnalati. 

Si  potizzano  fattori  geneticamente  predisponenti,  anche  se  è  stata  vista  una  concordanza  non  costante  della  presenza  di  patologia  tra  la  madre  e  la  figlia.  In  buona  sostanza,  pare  che  la  geneticità  riguarderebbe  l'aspetto  immunitario  che  non  è  capace  di  distruggere  le  cellule  refluite  dall'utero  e  che  vanno  ad  impiantarsi  sul  peritoneo  producendo  sostanze   mimetizzanti  al  punto  da   renderli  invisibili  all'ispezione.  

La  diagnosi  non  è  per  niente  di  facile  formulazione,  in  quanto  debbono  essere  differenziate  dall'endometriosi  esterna,  alcune  condizioni  patologiche  genitale  e  pelvica.  Ad  esempio,  i  dolori  pelvici  da  varicocele  e da   congestione  cronica;  le  infiammazioni  pelviche  ed  i  loro  esiti;  cisti  recidivanti,  ecc.  Comunque  sia,  si  tratta  di  una  malattia  per  certi  aspetti  subdola  in quanto  non  di  rado  viene  sovradiagnosticata  col  rischio  di  intraprendere  per  la  paziente  inutili  ed  invasivi  esami  diagnostici.

In  prima  istanza,  all'anamnesi   viene  riferito  il  dolore  in  sede  pelvica,  dispareunia,  infertilità.

Alla  visita  pelvica  la  valutazione  per  presenza  di  cisti  alle  ovaie,  e  dolore  alla  palpazione,  nonchè   tastazione  di  noduli  nel  setto  retto  vaginale,  non  danno  da  soli   elementi  diagnostici.

Pertanto,  si  passa  all'ecografia  pelvica  che  per  lo  studio  dell'endometriosi  risulta  una molto valida. Caratteristica  è  la  visione  delle  cisti  ovariche  con  capsula  sottile,  e  a  volte  con  livelli  fluidi  che  testimoniano  il  recente  sanguinamento.

Utile,  in  questi  casi,  il  dosaggio  del  Ca125,  quale  marker  endometriosico  o  di  altre  lesioni.  Tuttavia,  una  sua  negatività,  non  è  significativo  di  esclusione  di  endometriosi,  in  particolare  quando  la  patologia  è  nella  sua  fase  iniziale.

La  terapia,  in  ordine  alla  certezza  che  la  patologia  si  evolve   in  seguito  all'azione  degli  estrogeni  e  migliora  invece  in  gravidanza  appare  logico  che  la  terapia   si  fondi  sulla  induzione  di  una  "pseudogravidanza",  e  questa  condizione  si  ottiene   con  progestinici  continuati  o  con  la  somministrazione   di  estroprogestinici  che  inibiscono  sia  l'ovulazione  sia  la  comparsa  di  mestruazioni.

La  terapia  chirurgica  viene  attuata  su  pazienti   solo  in  casi   di  lesioni  gravi  e  voluminose  cisti  endometriosiche.

 
 
 
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