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BARTOLINITE

Post n°311 pubblicato il 13 Maggio 2015 da un_uomonormale

Bartolinite: casi sempre più diffusi tra le adolescenti

 L'infiammazione  della  ghiandola  di  Bartolini  può  insorgere  in  assenza  di  qualsiasi  lesione  vulvare  preesistente  a  livello  delle  due  ghiandole :  molto  di  rado  è  bilaterale,  oppure  può  insorgere  nel  contesto  di  una  cisti  della  ghiandola  che  preesisteva  da  tempo.  E'  sicuramente  una  condizione  molto  fastidiosa,  oltre  che  dolorosa.  Si sviluppa  rapidamente  una  lesione  flemmonosa;  ovvero,  un'infezione  acuta  con  raccolta  di  pus  non  circoscritto  che  tende   il  più  delle  volte  a  diventare  ascessuale.  Il  pus  può  poi  farsi  strada  verso  l'esterno  attraverso  il dotto escretore  della  ghiandola  in  essere,  se  questo  dotto  è  ostruito  si  fa  strada  verso  la  faccia  interna  delle  grandi  labbra,  vicino  alla  forchetta  e  in  taluni  casi  in  vagina. E'  molto  fastidiosa  oltre  che  intensamente  dolorosa,  senso  di  gonfiore  e  di  tensione  nella  sede  ghiandolare  colpita,  mentre  la  cute  soprastante  appare  arrossata  e  gonfia(edematosa).  Il  ricorso  al  proprio  ginecologo  è  d'obbligo,  quanto  necessario.  al  fine  di  approntare  una  terapia  mirata  ed  efficace,  che  consiste  nell'uso  di  antibiotici.    Si  conoscono  numerosi  fattori  che  scatenano  questa  infezione,  oltre  che  per  rapporti  sessuali  non  protetti,  l'uso  eccessivo  di  indumenti   colorati  e  jeans  stretti  che  provocano  sfregamento  e  anche  per  esercizi  frequenti  nella  cyclette.

I  germi  causali  sono  per  lo  più  i  comuni  streptococchi,  anaerobi.  ecc.  Più  raramente  si  tratta  del  gonococco  che  tende  a  dare  infezioni  bilaterali.  Sono  state  descritte  anche  bartoliniti  da  Mycoplasma  homnis  e  da  Chlamydia;  ma  sono  un  po'  più  rare.

La  malattia  colpisce  per  lo  più  le  donne  in  età  feconda.  L'intensità  dei  sintomi  è  comunque  molto  variabile  da  caso  a  caso  e  dipende  anche  dalla  rapidità  con  la  quale  il  processo  evolve.  Di  solito  nel  giro  di  2-3  giorni  la  tumefazione  tende  a   fluttuarsi  e  si  forma  così  un  ascesso  che  se  non  viene  drenato  chirurgicamente  tende  a  svuotarsi  spontaneamente  dopo  avere  provocato  un  notevole  dolore,  difficoltà  nella  deambulazione  e  nella  postura  seduta.

L'applicazione  di  impacchi  caldo-umidi  favorisce  la  rottura  ed  il  drenaggio  spontaneo  dell'ascesso.  Qualche  volta,  intervenendo  precocemente  quando  è  appena  iniziato  il  processo  flemmonoso  con  antibiotici  a  largo  spettro,   si  riesce  a  bloccare  ed  a  fare  regredire  l'infezione.  In  altri  casi  conviene  incidere  in  anestesia  generale  o  locale  la  formazione   ascessuale  e  drenare  il  pus  contenuto

 

 
 
 
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