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LA DURATA DELLA VITA

Post n°323 pubblicato il 31 Maggio 2015 da un_uomonormale

Tra  le  teorie  dell'usura  del  corpo  come  teoria  di  probabilità  dell'invecchiamento,  quella  oggi  più  accreditata  è  la  teoria  dei  radicali  liberi  che   nel  corso  degli  anni  provoca  danni  all'interno  dell'organismo,  portando  a  una  maggiore  predisposizione  a  diturbi  e  segni  esteriori  di  invecchiamento.  Dei  radicali  liberi;  ovvero  di  queste  molecole   che  possiedono  un  elettrone  disaccoppiato,  e  pertanto  fortemente  reattivo  nei  riguardi  delle  cellule,  parlerò,  se  il  caso  in  altre  occasioni.

Dunque,  cos'è  l'invecchiamento ?  Lo   possiamo  definire  come  la  successione  delle  modificazioni  irreversibili,  strutturali  e  funzionali,  che  secondo  un  programma  che  si  ripete  con  sostanziale  uniformità  in  tutti  gli  individui,  precedono  la  morte  dell'individuo  stesso.  In  buona  sostanza  si  tratta  di  un  processo  fisiologico  che  necessita  pertanto  essere  tenuto   ben  ditinto   da  quello  patologico,  o  dalla  senescenza;  fase  questa  che  comprende  il  complesso  di  malattie  che  di  frequente   si  manifestano  in  età  senile  e  che   l'età  senile  può  essere  la  causa  e  anche  favorirne  l'insorgenza.

Ma  cosa  c'entra  questo  con la  durata  della  vita ?  E  c'entra  si,  perchè  questa  può  essere  definita  in  ogni  specie  da  due  parametri  fondamentali:  la  durata  media  o  aspettativa  media  di  vita;  che  fra  l'altro  è  l'età  alla  quale  sopravvive  il  50%  dei  nati,   e  la  durata  massima  della  vita,  o  se  si  vuole,  la  longevità  massima.

Nell'uomo  un'idea  precisa  si  può ricavare  dallo  studio  della  curva  di  sopravvivenza,  che,  per  una  data  popolazione   riporta  il  numero  degli  individui  sopravviventi  per  ogni  età.  La curva  presenta  una  prima  discesa  più  ripida  corrispondente  alla  mortalità  perinatale  e  dei  primi  anni   di  vita,  poi  la  curva  tende  ad  una  risalita  tra  i  10  e  i  30  anni;  periodo  questo  che  segnala  una  minore  incidenza  di  malattie  e  di  mortalità.  Poi  subito  una  Ri-discesa   per  incremento   di  malattie  e  di  mortalità   fino  a  che  zi  azzera  poco  oltre  i  90  anni.  Ebbene,  il  confronto  tra  l'andamento  di  queste  curve  nel  corso  dell'ultimo  secolo  di  vita,  e  nella  stessa  popolazione  in  epoche  successive,   dimostra  che  con  il  miglioramento  delle  condizioni  igienico-sanitarie  la  mortalità  infantile  è  andata  diminuendo  in  modo  esponenziale,  e  tutto  il  resto  del  grafico  citato  sopra,  in  particolare  la  fascia  tra  i  50  e  i  70  anni  ha  continuato  ad  assumere  l'aspetto  di  una  risalita  positiva,  come  espressione  di  una  continua   diminuizione  delle  malattie  e  delle  mortalità.  Ciò  equivale  a dire  che   l'aspettativa  media  di  vita;  che  ancora  due  secoli  fa  in  Europa  veniva  stimata  nell'ordine  dei  45-50  anni,  è  andata  migliorando,  aumentando  specie  negli  ultimi  decenni  fino  ai  valori  attuali  di  75-80  anni  per gli  uomini  e  79 -83  anni  per  la  donna.

Se  per  un  desiderio  fantasioso,   un  giorno  o  l'altro  venissero  abolite,  sconfitte  tutte  le  malattie  dell'apparato  cardiovascolare,  che  oggi  ricopre  il  primo  posto   sulla  frequenza  di  causa  di  morte,  l'aspettativa  media  di  vita  salirebbe  di  circa  7-8 anni,  e  di  9-10  anni  in  più  se  venissero  debellate  tutte  le  malattie  carcinomiche  maligne;  ma  in  entrami  i  casi  il  limite  di  azzeramento  della  curva  si  spsterebbe  solo  di  pochissimi  anni,  significando   che  un  numero  maggiore  di  persone  arriverebbe  al  massimo  della  durata  della  vita  fisiologica  che  tocca  il  centenario.

Cosa  vuole  significare  tutto  questo  articolato  ragionamento ?  Ebbene,  significa  che,  mentre  l'aspettativa  media  di  vita,  è  largamente  influenzata  dall'ambiente  e  dalle  malattie,  la  durata  massima  della  vita  è  invece  indipendente  da  questi  fattori,  ha  cioè  una  base  esclusivamente  genetica.  Il  che  conferma  che  la  durata  massima  della  vita  rimane  costante.

In  conclusione  la  durata  media  di  vita  non  è  altro  che  la  risultante  tra  determinazione  genetica  della  longevità  massima  e  fattori  ambientali  che  la  influenzano. 

 
 
 
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