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L'OCEANO PACIFICO... È UNA DISCARICA!!!

foto "GettyImages"
Questa mattina, come di consueto ho "allietato" il mio viaggio in metropolitana leggendo City, uno di quei free-press che la mattina ormai si trovano un po' ovunque. Allietato è un modo di dire, l'ho messo fra virgolette perché è chiaro a tutti che leggere il giornale la mattina, qualunque giornale, non può assolutamente dar gioia a nessuno. Men che meno me, men che meno questa mattina. In prima pagina, sul suddetto quotidiano, troneggia infatti un'angosciante immagine che ritrae un uomo completamente attorniato da plastica (tra l'altro, incredibilmente simile a quella usata da me per illustrare il post precedente a questo che ora capisco dove èstata scattata). La didascalia l'ho dovuta rileggere tre volte, perché il mio cervello si rifiutava di credere a quanto stava apprendendo: «UNA MASSA DI RIFIUTI, GRANDE QUASI IL DOPPIO DEGLI STATI UNITI, GALLEGGIA NELL'OCEANO PACIFICO. QUESTO MARE DI PLASTICA CONTIENE 100 MILIONI DI TONNELLATE DI SCARTI UMANI. COMINCIA AL LARGO DELLA CALIFORNIA E ARRIVA IN GIAPPONE.» Capite bene che all'improvviso la questione nel napoletano mi è parsa quasi cosa di poco conto... Chiaramente, trafelata sono andata a pagina otto per vedere in quale di questi dati il giornalista s'è sbagliato, digitando male o leggendo di fretta l'ansa... Il giornalista non si è sbagliato (oppure ha ripetuto i suoi errori pure nel testo, anche se mi pare purtroppo improbabile...).

• L'ABOMINEVOLE (e invisibile) ISOLA DI PLASTICA
È invisibile, ma soltanto dai satelliti e dagli aerei. Questo perché la grande isola di rifiuti galleggia appena sotto il pelo dell'acqua, ma chi si è trovato invischiato fra quelle acque putride, giura che a una prima occhiata pare solida, quasi come se si potesse camminarci sopra. È terribile. È terribile la dimensione di questa chiazza putrida, perché è così grande che l'umano raziocinio stenta a crederci. Scoperta per caso nel 1997 da Charles Moore (un tempo erede di un impero petrolifero, oggi super attivista ambientale, militante e impegnato in questa e in altre battaglie), che per diletto si divertiva a navigare alle regate, da quel giorno è tenuta sotto stretta osservazione e non ha mai smesso di crescere. «È tenuta insieme dalle correnti marine e per questo si presenta tanto compatta», spiega Markus Eriksen, ricercatore della "Marine Research Foundation" (la fondazione creata da Moore dopo la terribile scoperta che gli ha cambiato la vita), «tanto compatta, che a una prima occhiata sembra ci si possa camminare sopra»...

• DUE VOLTE GLI STATI UNITI D'AMERICA
La grande discarica in mezzo al mare parte da circa 500 miglia nautiche al largo della Californie e si estende fino alle coste del giappone.


(Nell'immagine, la zona è evidenziata in rosso)
È in gran parte (il che significa "non solo") pattumiera di navi da crociera, da trasporto merci, petroliere e di tutto quello che va per mare. È sempre successo che gli scarti delle navi finissero nel mare, non è una novità. Ma gli scarti delle navi, prima, erano deperibili, biodegradabili. La plastica non lo è. Oltre ad uccidere ogni anno milioni di uccelli e migliaia di altri mammiferi marini e pesci, la plastica non muore mai. Ecco perché all'interno di quella grande isola, si possono trovare dei veri e propri reperti, risalenti anche a oltre 50 anni fa. È tutto lì. La plastica che è stata gettata, da 50 anni a questa parte, la si può ritrovare lì.

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