Altrove

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Il fatto è semplice: per uscire dal vortice depressivo dei pensieri ossessivi bisogna agire, possibilmente uscire.

Dopo giorni confusi e pesanti, giorni di affanni per la troppa sofferenza attorno a me, giorni in cui mi sono sentita, come altre volte in passato, in balia dell'incantesimo maligno di una persona con pochi scrupoli, ho agito tirandomi fuori dallo strano rapporto a distanza con quell'uomo ambiguo che mi stava manovrando come un burattino.

E' stato importante farlo. Ho capito che tutti quei campanelli di allarme che suonavano andavano ascoltati. L'ho capito in maniera chiara quando alla pubblicazione delle sue idee razziste e al mio scrivendogli, altrettanto pubblicamente, il mio disappunto, lui ha reagito tentando di ridicolizzarmi e, peggio ancora, dando il benestare alla sua cricca squadrista che mi insultava.

Lì ho capito che non poteva esserci nulla di buono per me da lui. Avrei potuto capirlo da mille altri suoi gesti prima, ma a me c'è voluto quello: non mi ha difesa, non ha rispettato la mia opinione, ha lasciato che altri mi insultassero a casa 'sua'. Non ho avuto bisogno di altre prove. Ho chiuso lì.

Ma il taglio netto non è bastato a non crearmi scompensi. In qualche modo si è creata una dipendenza. La testa era ancora alle illusioni che mi ero fatta; così ho trascorso qualche giorno girando per casa come un'anima in pena. Fino a stamattina.

 Un po' perché lo desideravo da tempo, un po' per lo strano gioco di una donna che si diletta a fornire consigli generali sulla base dei tarocchi e della numerologia, semplicemente stamattina ho messo fine a questa così poco sana e tanto irragionevole apatia, e sono uscita, direzione campagna circostante casa mia, portando con me la mia fedele macchina fotografica (che ancora tanto male utilizzo, accidenti!).

Non è servito altro: una leggera foschia (finalmente!) che ho voluto considerare un regalo del cielo per me, aria fredda e pungente, pochissime persone, e tanti animali e verde. 

Tutto si è ridimensionato.

E ne ho ricevuto un immenso premio: per puro caso ho scoperto quel che credevo impossibile. Dovete sapere che io abito in una cittadina decisamente urbanizzata, con molto verde pubblico sì, ma cittadino, mentre non lontano si estende la campagna, separata dal resto dalla tangenziale. L'unico modo per arrivarvi in bici o a piedi  è in pratica percorrere dei cavalcavia piuttosto brutti e pericolosi. Per questo avevo sempre rinunciato ad addentrarmi in bici da quelle parti, optando per il pur sempre bellisimo percorso sul Naviglio Grande.

Ecco, avevo sempre creduto che non ci fosse una pista ciclabile o protetta per raggiungere i campi da casa mia, e invece ecco davanti a me, per puro caso, il percorso magico!

Ho pregustato con gioia i giri in bici che potrà fare da questa primavera. Da lì si snodavano decine di percorsi verso la campagna circostante!

Poi, acquietata, ho potuto gustarmi appieno il buon pranzo dalla mamma, solo io e lei stavolta.

Perché è così: per interrompere i pensieri ossessivi bisogna agire. C'è chi riesce a farlo creando, chi passeggiando, chi dandosi all'attività fisica. E chissà che altro. 

Ma farlo è importante.