Altrove

Le due e mezza

Poco fa mi sono svegliata per andare in bagno (non ricordo più quando è stata l'ultima volta che ho fatto una notte di sonno continua e riposante), e lo sguardo mi è caduto sulla radiosveglia che indicava fossero poco dopo le due e mezza.

È la mia ora di nascita.

Mai possibile che la prima cosa che sia andata a pensare siano le parole piene di angoscia con cui mia madre per anni mi ha raccontato la mia nascita?

Giovanissima, terrorizzata, circondata da infermiere stronze che l'hanno lasciata sola durante un travaglio lunghissimo e doloroso, e non ricordo se mio padre fosse presente o no, non dico in sala parto (quello senz'altro no), ma semplicemente in ospedale. Quell'esperienza fu talmente traumatica per lei che quando nacque mia sorella scelse l'ospedale più gettonato per i parti e si affidò ad un'ostetrica.

La seconda cosa che mi è venuta in mente è quante volte da bambina mia madre mi ha raccomandato di non sposarmi presto e fare figli giovane, "perché se lei avesse avuto la possibilità di tornare indietro col cavolo che avrebbe fatto un figlio a vent'anni: se avesse avuto la macchina del tempo non l'avrebbe rifatto". 

Ricordo che ascoltavo questo mantra senza ribattere nulla, accettandolo con un po' di dolore e senso di colpa ma che all'epoca non riuscivo a comprendere né esprimere.