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Messaggi di Settembre 2021
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Post n°1310 pubblicato il 26 Settembre 2021 da Signorina_Golightly
Tempi di strani cambiamenti questi per me. Di sonni inquieti, che non ristorano, e risvegli notturni e poi insonnia. Io che ho sempre dormito come un ghiro. Sospetto che sia l'avanzare dell'età, un po' come lo è per la sindrome premestruale, sempre più fastidiosa. Certe donne dicono sia l'approssimarsi della menopausa. Insomma, una sindrome premestruale che prende già i connotati del dopo. Madonna mia, ma come si fa ad accettare il decadimento? Il corpo che inizia progressivamente a farsi sentire, a limitarci? A me pare un incubo. Non posso pensare che avrò mille acciacchi, che perderò il punto vita, mi verrà la pancetta e avrò le vampate di calore e l'osteoporosi e l'insonnia e la secchezza. E non so che altro. E poi qualcuno ti proporrà la terapia sostitutiva e altri no, e tu dovrai scegliere il male minore. E' che io non ci sto arrivando pronta. Ho saltato tutte le tappe intermedie: non sono mai cresciuta, non mi sono mai realizzata, non ho mai trovato la mia strada. In sintesi, non ho fatto quell'esperienza che diventa saggezza, fondamentale per arrivare preparati ad una soglia come quella. Non sono stata neanche genitore. Ed io credo che invece fare questi passi, gradualmente, aiuti ad affrontare in modo giusto anche il periodo del decadimento. Ma soprattutto, vorrei non pensare a tutto questo alle sei del mattino. |
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Post n°1309 pubblicato il 25 Settembre 2021 da Signorina_Golightly
E come sulla community di libero. Sono l'unica che ha lasciato un commento intelligente là dentro, ma per antipatia sono stata liquidata senza tanti complimenti. Col mio manoscritto è qualcosa di simile. Persone che leggono molto e sanno scrivere mi han detto che ha i limiti di un esordiente, ma che rispetto alla media dei romanzi degli esordienti che c'è in giro, il mio è una spanna sopra, ci si potrebbe lavorare. Ma le case editrici non mi vogliono. Suppongo non per antipatia, ma perché non hanno voglia di investire su un esordiente bravino: lo fanno, quando lo fanno, coi fenomeni. E, non posso farci nulla, non sono un fenomeno, sono bravina, che è diverso. Solo che poi vedo gente scrivere lodi sperticate su romanzi scritti col cazzo, nel senso che credo abbiano proprio usato il fallo per tracciare le linee di inchiostro. E si fanno le recensioni amiche tra loro, e la gente gli compra il libro, ed è gente che scrive cose tipo "lui era mozzafiato!" o "apparve lei, tacco 12, incredibilmente sensuale". Ora, per me le parole "mozzafiato", "tacco 12", "sensuale" e "incredibilmente" dovrebbero essere bandite dalla narrativa contemporanea: stereotipi e mancanza di dettagli vivi. Insomma, merda. E poi virgole ovunque, puntini sospensivi a pioggia, dialoghi modello verbale di polizia: domanda-risposta. E vogliamo parlare degli spiegoni o degli sviluppi che da lettore avevi capito cinquanta pagine prima? Roba così. E questa è la stessa gente che fa una cosa per me immonda: si lamenta degli amici che non gli comprano il libro. Gli amici, capite? Per sta gente il libro non lo deve comprare lo sconosciuto. No, sono gli amiciche devono pagargli l'hobby. Tutta una questione di vanità. Ché poi io ho ancora bisogno di controllare sempre se rencensione si scrive con la esse o con la zeta, eh. (Inizio davvero a pensare che me lo pubblicherò da me in ebook e che lo regalerò agli amici). Voglio subito sul tavolo una proposta di contratto come si deve, diamine! |
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Non mi ero accorta che fosse arrivato l'autunno, forse perché continuo con l'abitudine presa questa estate: farmi una passeggiata dopo il lavoro. Non credevo avrei trovato rivoluzionario un gesto tanto microscopico. Voglio dire, non parto per andare a scalare le montagne; faccio un semplice giro tra le campagne intorno o nei parchi. Eppure è questo ad essere stato rivoluzionario nel mio modo di pensare: credevo valesse la pena soltanto andare per luoghi lontani e sconosciuti, convinta dalle pressioni sociali e dal bombardamento di immagini fighe che "wow Parigi, il selfie al lago di Braies, la spiaggia Salentina, il Canal Grande di Venezia, il David a Firenze, i grattacieli di New York". Ecco, a forza di pensare che valesse la pena fare soltanto cose fuori dall'ordinario, neppure provavo a fare quelle piccole. Poi le ho fatte. E ho scoperto che non è quel che fai o dove lo fai, ma è come, e in quel come ci sono le possibilità di vivere le stesse cose ogni volta in modo diverso. Costa più fatica, ma allena la mente. Come il silenzio. |
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Un tipo che scrive molto bene si è offerto di leggere il mio manoscritto e darmi una sua opinione. Me la facevo abbastanza addosso, perché mi pare un tipo ipercritico ed esigente, e ancora non so che dirà. Però mi ha anticipato che scrivo molto bene, e allora mi sono rilassata. Dopo tante critiche piovute da gente di cui non leggerei neanche la lista della spesa, mi ha fatto piacere. Soprattutto perché alle parole sono seguiti i fatti: ha abbastanza fiducia in me da avermi chiesto di dargli un parere su un suo manoscritto piuttosto spericolato. Una mia amica, anch'essa molto esigente, mi ha consigliato delle importanti revisioni. Anche lei dice che scrivo bene ma che il manoscritto è troppo corto: c'è troppo materiale non abbastanza approfondito, tanto da dare l'impressione che ci siano dei salti logici. L'idea di riprendere in mano qualcosa in cui, a distanza di un anno, non mi riconosco più molto non mi fa impazzire di gioia. Però sapere che avrei potuto fare meglio e non l'ho fatto mi fa sentire anche peggio. Il lato buono è che sarà un'occasione per parlare del rapporto con un certo coniglietto di mia conoscenza... Per il resto sono ripiombata nella mia vita senza ammortizzatori: manca il fluido affettivo che fa scorrere le giornate senza sentirne l'attrito in ogni momento. Ricordo bene un episodio di qualche mese fa. Mi ero svegliata nella notte, con quell'angoscia tanto familiare. Quel senso di vuoto, di niente. Poi mi ero girata verso Gatto: no, non sarebbe stato più nulla come prima, perché ora con me c'era lui, quell'angoscia soltanto un brutto ricordo. E invece puff, me la sono ritrovata davanti proprio quando credevo di essermela lasciata alle spalle. |
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Se c'è una cosa che ho imparato è che non bisognerebbe mai accendere il cellulare quando si è insonni e i pensieri angosciano. Da lì è un attimo finire nella ragnatela delle vite scintillanti degli altri. E alla fine degli ex. Ex tutto, ex qualunque cosa, fidanzati ma anche amici. I pensieri angoscianti poi si moltiplicano, e si rimane schiacciati. In genere il pensiero più ingombrante è il bilancio della vita. E io, be', lo so da un pezzo, la vita mi pare di non averla toccata quasi mai, tanto che ho la sensazione che la riconsegnerò intonsa.
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