Altrove

Sento come non mai il bisogno di avere le attenzioni di un uomo. Non so perché. E non so se sia esagerata nel crederlo strano, perché forse è la continua solitudine sentimentale a provocare naturalmente tale bisogno, o se sono esagerata nel sentirmi così quando dovrei forse bastare a me stessa.

Ma come si può essere così banderuole al vento, senza capire minimamente dove stia la verità?

Possibile che alla mia età continui a muovermi alla cieca senza capire me, gli altri e quel che accade?

Eppure, ogni volta che lo faccio e mi accorgo di sentirmi meglio, mi stupisco come fossi un pesciolino rosso che perde la memoria ogni cinque minuti.

Ma ora sono rientrata, e proprio mentre stendevo il bucato cercando di smaltire l'ansia da intontimento da smartphone, ho fatto un collegamento così chiaro che mi chiedo come possa non averci pensato prima: perdo tempo, apatica, davanti allo schermo di un cellulare esattamente come durante l'infanzia e l'adolescenza davanti alla tv, mollata lì perennemente dai miei genitori. È lì che non ho imparato ad attivarmi e coltivare passioni ed interessi con forza e spirito d'iniziativa!

Ogni volta che, adulta, mi lascio vivere scorrendo la bacheca di Facebook non faccio che ripetere quello schema, abbandonando di nuovo al nulla la bimba che è in me e che invece vorrebbe vivere e divertirsi.

Ho sempre pensato che la grande scommessa vinta fisse aver limitato la tv, senza comprendere che stavo lasciando fuori l'altro nemico: lo smartphone.

(Non posso fare a meno di pensare che la prossima volta che uscirò di casa non sarò più nella trentina)