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Messaggi del 06/07/2021

"Arrivederci Miao: Perché il nostro amato gatto non ci lascerà mai", di Monica Marelli

Post n°1278 pubblicato il 06 Luglio 2021 da Signorina_Golightly
 

La morte non è niente. Tu non mi vedi ma io sono nell’altra stanza. Io sono io e tu sei tu: qualunque cosafossimo tu e io, lo siamo ancora. Chiamami ancora con il mio nome. Parlami come hai sempre fatto. No, nonusare un tono diverso. No, non avere l’aria così triste. Ridi con me come abbiamo sempre fatto, gioca,coccolami, pensami. Prega per me. Fa’ che il mio nome sia ancora una parola familiare, pronuncialo senzadispiacere. La vita significa tutto ciò che ha significato. È ancora lei, la vita. Non c’è alcuna interruzione. Dovreisparire dal tuo cuore e dalla tua mente solo perché non mi vedi più? Ehi, ma io ti sto aspettando, molto vicino,sono qui proprio dietro l’angolo. Va tutto bene, bipede. Nulla è passato, nulla è perso. Saremo di nuovo insieme,soltanto più felici. Per sempre.



all’uscita dallo studio del veterinario, potresti avere tantissimi dubbi che attanagliano il tuo cuore e inizi apensare: Avrei dovuto aspettare a sopprimerlo... Avrei potuto salvarlo… Se solo lo avessi portato prima dalveterinario per una visita… Se l’avessi portato da un altro medico, forse avrebbe trovato una soluzione... Seavessi tentato quella terapia rischiosa… Insomma, stai entrando nella trappola del senso di colpa. Quanti «se» equante domande ora si affollano nei tuoi pensieri accrescendo lo strazio della perdita. Addirittura c’è chiracconta di provare la sensazione di avere «ucciso» il proprio animale

il lutto si affronta con la consapevolezza e un po’ di tempo. La consapevolezza è una cura che richiede l’ascolto dinoi stessi: capire le nostre emozioni, accoglierle lasciando che facciano il loro corso (compresi gli scoppi dipianto e di rabbia), non fare muro fingendo che non esistano.


Ogni giorno siamo connessi per ore e ore al mondo esterno tramite cellulari e computer, sommersi di cose dafare, senza più tempo per noi stessi. In questo scenario le parole del cuore non trovano più la linea libera e ciòpuò diventare un problema nei frangenti emotivamente difficili. Siamo sempre altrove con la mente, nonviviamo più il momento presente e allora, per capire che cosa sentiamo, dobbiamo prima di tutto riconnettercicon la nostra parte più intima. Ci vuole silenzio, calma. Non dovremmo avere paura di rimanere soli con noistessi e invece facciamo di tutto per riempire i vuoti della nostra giornata


Ho’oponopono, una parola hawaiana che significa «correggere l’errore». È una pratica antica in cui si chiedeperdono a se stessi. L’obiettivo è riportare le nostre energie interiori in equilibrio, spazzando via le falsecredenze che si formano nei momenti di stress, quando la grande sofferenza non ci permette di essere lucidi. Sitratta di un esercizio molto semplice ed efficace. Ecco come fare: • Sistemati in un luogo tranquillo, dovenessuno può disturbarti. • Assumi una posizione per te comoda, meglio se non sdraiata. • Spegni il cellulare: nonsuccederà nulla, si tratta di pochi minuti in cui puoi permetterti di rimanere disconnessa/o dal tuo mondo. •Chiudi gli occhi, prendi consapevolezza del tuo corpo fisico: percepisci il respiro, le parti che appoggiano sullaseduta. • Lascia libera la mente: non puoi impedirle di pensare. Ora i pensieri sono come fogli di un libro che sistaccano e volano ovunque, lasciali andare. • A voce alta, ripeti questo mantra: Mi dispiace. Perdonami. Grazie.Ti amo. • Mentre reciti questo mantra, pensa al tuo micio, cerca di visualizzarlo. Se senti le lacrime che stannoper sgorgare, non preoccuparti, lasciale scorrere. È un ottimo segno, perché è come se le emozioni cheopprimono il tuo cuore prendessero forma e uscissero dal tuo corpo. Subito dopo ti sentirai meglio. • Ripeti ilmantra fino a quando avverti di averne bisogno. • Queste parole sono molto potenti: ti aiuteranno a sciogliere ilsenso di colpa, che lascerà il posto a un dolce sentimento di gratitudine.


Ci sono persone che trovano ispirazione e dolcezza nell’andare sul luogo di sepoltura; altre invece non hannobisogno di questo legame terreno e custodiscono il loro micio soltanto nel loro cuore


Il lutto è come una malattia. Il corpo ne risente (vedi Ora prenditi cura di te), la mente è confusa, il cuore è a pezzi.Non è un caso che presso alcuni popoli, come i cinesi o gli ebrei, viga la regola di non abbandonare chi soffresubito dopo la cerimonia e anzi di recarsi a casa dei parenti del defunto per più giorni consecutivi. 


col tempo il ricordo del tuo micio diventerà dolce, guarderai le foto senza piangere e il tuo cuore sarà pronto peramare di nuovo un piccolo felino.


Riponi in una scatola la ciotola, i giochi, la copertina preferita, la sua spazzola e tutti gli altri oggetti fortementelegati a lui (o lei). Non disfartene buttandoli subito nella pattumiera, perché sarebbe un gesto che ti darebbe soloaltro dolore e in questo momento non ne hai proprio bisogno. Un giorno, fra qualche tempo, sceglierai con calmache cosa fare della scatola. Se a quel punto decidi di buttarla, significa che il tuo dolore è ormai stato elaborato,gli oggetti non sono più impregnati del ricordo e sono tornati a essere solo quello che sono: cose materiali senzaun significato particolare. Perché l’amore per il tuo gatto non è lì dentro, in quella scatola, ma scolpito persempre nella tua anima. E il tuo micio lo sa.



 Se ami scrivere, puoi affidare i tuoi pensieri di affetto, di perdita e di speranza per il tuo gatto a un foglio di cartae poi bruciarlo, spargendo le ceneri con un gesto simbolico. Il fuoco è simbolo d’amore, di luce, di energia e dipurificazione dal dolore


Se ami la pratica della meditazione, procurati una foto del tuo micio, mettiti in un posto tranquillo econfortevole, accendi una candela, metti un po’ di musica di sottofondo e chiudi gli occhi. Cerca di sentire il tuocorpo, come poggia sul terreno, quali punti toccano e quali no. Poi prova a individuare la zona del corpo in cuisenti dolore: potrebbe essere lo stomaco chiuso, la testa che scoppia, il nodo in gola che stringe… Ascolta lamusica e lascia fluire le emozioni. Apri gli occhi quando ne hai voglia e guarda la foto del micio accanto allaluce della candela: a voce alta, digli quanto ti manca, digli che ora lo custodisci nel tuo cuore. Poi, quando te lasenti, riponi la foto in un luogo sicuro oppure, se non ti fa male, in un bella cornice, magari al centro di uncollage di tante immagini.


gli esseri umani hanno un disperato bisogno di condividere le esperienze, gioiose o dolorose che siano (il grandesuccesso dei social network, nel bene e nel male, ne è la prova). E il tuo dolore merita attenzione. Ci sono tre caratteristiche che un buon ascoltatore deve avere per starti vicino nel lutto, e non è detto che si trattidi qualcuno che conosci da anni: Essere una persona empatica; essere molto paziente: capisce il tuo bisogno di sfogarti e non importa se è la quinta volta che le racconti come èsuccesso, quanto hai pianto ecc. Ti aiuta in modo concreto. Per esempio, «costringendoti» a uscire a mangiare una pizza


In casi di «pericolo caduta lacrime», puoi provare questo semplicissimo rimedio: con le dita di una mano premiforte la zona compresa fra la base del pollice e quella dell’indice dell’altra. 


Nel sangue delle persone che interagiscono col proprio animale aumentano i livelli di ossitocina. Questa sostanzaè appunto un ormone di cui si sapeva che giocasse un ruolo fondamentale nel «cementare» il legame affettivo fra la mamma e il suo bambino o fra i partner. Bene, ora si scopre che anche la relazione uomo-animale stimola laproduzione di ossitocina agli stessi livelli che si creano quando un genitore è in relazione col proprio figlio. Insomma, si entra in un loop di affetto che non finisce mai. Quando la morte ci separa dal nostro gatto, il nostroamore per lui ha l’impellente necessità di esprimersi mentre sentiamo un dispiacere profondo per un compagnoche era al centro di questa nostra vita. 


Il tuo micio era parte della famiglia, a maggior ragione se sei single. Molte persone mi hanno raccontato di averesuperato le difficoltà della vita grazie al loro gatto (o gatti). In particolare, alcune donne (che hanno menoproblemi e remore nel raccontarsi) mi hanno detto di avere passato dei momenti davvero tristi, durante i qualialzarsi al mattino era un’autentica tortura. Sarebbero sprofondate nella depressione più nera e devastante se nonfosse stato per i loro gatti. 


 Il contatto fisico è importante perché rafforza il nostro legame. Basti pensare a quanto sia essenziale il contattofisico fra una neomamma e il suo bambino, che impara a stare tranquillo sentendo il suo abbraccio, il suo odore,la sua voce. Anche con i nostri pet le cose funzionano in questo modo. 


 Eppure, se per un attimo ti fermi a riflettere, è stato meglio così. Se i nostri gatti vivessero più a lungo di noi, chisi occuperebbe di loro dopo la nostra morte? Te la sentiresti di affidarli a qualcuno che non fossi tu? Io no.Perché il legame che ho con loro è speciale, perché so che mi vogliono bene e so con certezza che se uscissidalla loro vita avrebbero un grande dispiacere. E io non voglio, neanche per un attimo, dare un dispiacere ai mieigatti. Ecco allora che, paradossalmente, sopravvivere ai nostri animali è un enorme dolore per noi ma un vantaggio perloro, che saranno protetti dalle nostre cure fino alla fine. 


 La società di oggi ci tiene lontani dalle emozioni «pesanti». E così, quando la morte ci sorprende, il dolore diventa inaccettabile e sembra impossibile capire che la tristezza,la malinconia, la disperazione non sono emozioni «cattive» da scacciare in tutti i modi, ma risposte sane enaturali agli eventi che ci accadono.


alla fine del lutto non sarai più la persona di prima.


 I gatti ci offrono lealtà, devozione e amore incondizionato, caratteristiche che non si trovano in tutte le relazioniche stringiamo con i nostri simili. 


Perdere un gatto è molto meno doloroso che perdere un essere umano. Che cavolata: il gatto diventa parte dellafamiglia e dal momento che c’è una relazione d’amore, la sua interruzione porta dolore. E a volte è più difficilefarsene una ragione perché il micio lo percepiamo come una piccola creatura indifesa, che non invecchia mai. Lovediamo sempre come il nostro cucciolo.


Coltivare una relazione così stretta con un gatto è anormale. Non permettere a nessuno di instillarti il dubbio cheamare un animale sia sbagliato. Condividere una parte della propria vita con un gatto e accudirlo conresponsabilità aiuta anche a migliorare la qualità delle relazioni umane. Perché, nel momento in cui ci prendiamocura di un essere che dipende in tutto e per tutto da noi, viene stimolata la nostra parte più materna (o paterna) equindi la più dolce, la più paziente, la più generosa. Sì, con un gatto diventiamo esseri umani migliori. 


 Se al mattino ti alzi stanco e vorresti tornare subito a letto, è normale: è un momento di depressione e quando siprovano queste sensazioni non si ha voglia di affrontare il mondo. Il consiglio: parlane col tuo medico di base e poi fai dei piccoli cambiamenti alla routine quotidiana. Peresempio, potresti cominciare dalla colazione, preparando qualcosa di veramente appetitoso per te, almeno inquesto periodo. 


Se hai delle esplosioni di rabbia e le persone che ti conoscono meglio fanno fatica a credere che tu possacomportarti così, non preoccuparti: si tratta di una reazione psicologica molto comune e destinata ad affievolirsinel tempo. Anzi, è proprio questa la parola magica: tempo. 



 Se hai voglia di stare in casa, puoi iniziare a colorare i mandala, vedrai che relax per la mente: 


consiglio: sfogati, lascia scorrere le lacrime, non opporre resistenza a questa reazione così naturale e istintiva.Con il passare dei giorni, vedrai che la frequenza e la durata del pianto diminuiranno.


 
 
 

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