Creato da Signorina_Golightly il 23/06/2014

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Messaggi di Luglio 2021

Love Song

Post n°1291 pubblicato il 31 Luglio 2021 da Signorina_Golightly
 

Non trascorre giorno senza almeno una crisi di pianto. I momenti in cui mi struggo per la mancanza di Gatto sono frequenti ma purtroppo i suoi segnali diminuiscono, facendomi sentire persa.
Il pomeriggio ha concluso peggio una giornata impostata male; ho fatto quel che sapevo di non dover fare: alienarmi col cellulare in mano, quel cellulare che quando mi prendeva  troppo la mano era Gatto a strapparmi via, nella sua istintiva saggezza. Ora non può più farlo, non c'è più nessuno a strapparmi a me stessa e ai giorni spesi nel niente. 
Nel tardo pomeriggio ho avuto uno spiacevole scontro con un editore, proprio mentre preparavo, senza desiderio, la valigia per la vacanza alle porte. Mi è preso lo sconforto, come capitava spesso anche prima, solo che in quel prima c'era Gatto a raccogliermi e restituirmi nuova. Ho cucinato senza voglia e mangiato senza appetito. AL momento di pulire il piano cottura di nuovo non sono riuscita a fermare il pianto.
E' stato mentre le lacrime scendevano calde che lo sguardo è caduto su un suo pelo bianco, in spicco sul bordo rosso. Ne trovo ancora qualcuno in giro. Eppure avrei giurato che un attimo primo non ci fosse.

 
 
 

A che punto sono col mio libro

Post n°1290 pubblicato il 30 Luglio 2021 da Signorina_Golightly

Non ne parlo da parecchio, perché gli ultimi eventi hanno ribaltato le mie priorità.
A che punto è il mio libro?
Dormiente, direi.
Gli ultimi mesi sono stati un sonoro schiaffo alle mie aspirazioni.
Le case editrici che non rispondono, l'incipit che mediamente non ha riscosso successo ma anzi ha attirato grosse critiche. Amiche, anche strette, che o non lo hanno letto o se l'han fatto per delicatezza non mi hanno detto che ne pensano. Viceversa un paio di amici maschi hanno apprezzato. Ma in un caso come nell'altro non credo attendibili i giudizi di persone amiche, vuoi perché troppo buone, vuoi perché troppe competitive e inconsciamente non proprio vergini nei miei confronti (non è che l'amicizia talvolta non sia costituita anche da alcuni rancori).
Insomma, nel complesso mi pare un fallimento.
C'è stata però una tardiva e inaspettata carezza: il commento di una sconosciuta.
Una ragazza che sta seguendo un corso di editing si era resa disponibile a leggere manoscritti fornendo poi una scheda di lettura, quelle che in genere fanno o dovrebbero fare le case editrici quando ricevono un manoscritto. Pochi giorni fa la ragazza mi ha inviato la scheda di lettura che conteneva non solo preziosi consigli e suggerimenti di piccole correzioni, ma anche un giudizio lusinghiero sull'opera. Diceva che il romanzo è ben strutturato, che scorre, è immersivo e, udite udite, tra tutti quelli letti finora per esercizio è l'unico in cui ravveda potenzialità editoriali. 
Insomma, alla fine dei conti non è che possa impugnare questa scheda di lettura come un lasciapassare per delle buone case editrici, però penso che se lei crede questo del mio lavoro magari qualcuna delle case editrici a cui l'ho inviato potrebbe fare lo stesso ragionamento.  Per lo meno sono ancora in gioco, perché se anche lei mi avesse stroncata come i lettori dell'incipit, allora avrei gettato la spugna, convinta della mia incapacità di narratrice. Invece, anche da quel che mi ha scritto lei, ho capito che forse è proprio solo l'incipit a scorrere leggermente più lento (mannaggia a me e alla mia strenua indole a non essere mainstream e non arruffianare! Manco dovessi fare una selezione all'ingresso al lettore).

 
 
 

9,11

Post n°1289 pubblicato il 30 Luglio 2021 da Signorina_Golightly
 

No, non è la favoletta che non sto scrivendo perché sto vivendo. Le giornate sono tendenzialmente solitarie, lunghe e pesanti. Se si vuol parlare di vita, ecco, sto vivendo il lutto. Occhio e croce non mi sembra un gran vivere, ma chi può dirlo; tra molto tempo potrei rivedere questi giorni sotto un'ottica diversa, come ora vedo in un'altra luce le ultime settimane trascorse con Gatto, di prigionia in casa, assurde paranoie su blogger ed ex, sciocche velleità da aspirante scrittrice. Stavo in paranoia e non mi gustavo a pieno il dono immenso della sua presenza, quella presenza che ora, se solo ci fosse ancora, saprei apprezzare e onorare. Non che non sapessi quanto fosse importante Gatto per me: sapevo di amarlo e sapevo che mi aveva cambiato la vita in meglio, ma permettevo comunque a pensieri sterili di inquinarmi l'umore, togliendo inevitabilmente energie a me e a noi.
E' periodo di dubbi. Cerco di bloccare il flusso delle troppe domande cui non so dare risposta: prendere un altro coniglio? quando? due? uno alla volta? sono in grado? dopo tanta solitudine posso limitare ancora così tanto i miei spostamenti? dove trovo qualcuno di affidabile che mi tenga bene un coniglio in caso di partenza... meglio fare volontariato con gli animali?
E poi i progetti per settembre. O meglio l'assenza: era da tanto che non mi capitava di non avere uno straccio di prospettiva di cambiamento. Nulla. Tutto è crollato intorno a Gatto. Due giorni fa c'è stata la seconda prova di quel lontano concorso ministeriale iniziato ormai due anni fa e interrotto dalla pandemia; non ci sono andata. Ho addotto mille, anche comprensibili, scuse. Di fatto non mi sono mossa.
Ora ho libri su libri da leggere. E' tutto ciò con cui so evadere ora. E almeno non penso a me, alle decisioni che dovrei prendere per la mia vita, ché, se solo penso avanti di un mese, mi vengono le vertigini dal vuoto che ho sotto i piedi.
I miei piedi lunghi, le mie mani lunghe, quelli che "hey, accidenti, che dita lunghe!". Sì, è un mio marchio di fabbrica: ho i piedi e le mani di una donna alta un metro e ottanta. Solo che io sono appena più di uno e sessanta. E' andata così, in questo modo strano. E inizio ad avere il sospetto che la mia vita stia andando allo stesso modo: sembrava avessi in dotazione talenti per fare cose, e invece niente.
Ma ieri un attimo quasi perfetto l'ho vissuto, anticipato da un attimo non proprio perfetto...  
Ero in libreria quando mi sono bloccata davanti al tavolino dei libri di saggistica più venduti: se ne stava in bella mostra uno dei libri dell'ex-ex (ormai non è ex e basta). Non ho resistito e ho cercato ciò che so avrei trovato, la dedica, che non ha deluso le mie aspettative: alla sua compagna "perfetta". Ha usato proprio questa parola, perfetta. Mi è salita l'ansia, e in contemporanea passata la fame. Perfetta. A me trovava tutti i motivi possibili di difettosità. Perfetta. A me al telefono disse che non era tanto lei ma quanto il fatto che era lui ad avere voglia di sistemarsi. Perfetta.
Sono uscita a prendere aria e ho raggiunto la macchina, mentre accadeva una cosa insolita per me: accanto alla ben nota catena di pensieri tossici che mi si era attivata e che di norma nel giro di pochi minuti mi avrebbe portata a spulciare i profili social di tutti i miei ex felici con altre, facendo sprofondare me nel baratro, ecco, ha preso il sopravvento un flusso diverso, quello di Gatto. Ho pensato a lui, a come mi ha amata. 
E ho capito che mi ha curata, che il suo amore ha guarito tutte le mie ferite pregresse e forse anche future riguardo le persone. Ho capito che è irrilevante che cosa pensi o senta per me un ex, qualunque ex, perché l'unica cosa rilevante è il bene infinito che ho ricevuto da Gatto, lui, al contrario degli ex e di me, senza meschinità alcuna. Lui ha compiuto un piccolo grande miracolo.
Ho messo da parte i pensieri neri, non mi è importato nulla di andare a spulciare le pagine dell'ex, e ho fatto una deviazione, trovando un posto nuovo anche se a due passi da casa mia. Ho accostato la macchina nella frazione di campagna, proprio dove si è mostrato al mio sguardo un grande prato pullulante di decine di leprotti. Accanto, un altro prato, ma più agevole per me e ugualmente popolato di pelosi simpatici che si sono velocemente allontanati al mio arrivo. Lì ho trovato il mio luogo perfetto, quello che credevo avrei trovato solo partendo e percorrendo centinaia e centinaia di chilometri: a destra il vecchio casale diroccato e transennato, quello che da piccoli ci raccontavano stregato, davanti un lungo e arioso prato di campagna, a sinistra un altro prato, dietro di me la stradina di campagna con le nuove palazzine di lusso. Molto più lontano, tutto intorno, abbastanza da non interferire, il palazzetto dello sport e la tangenziale. E poi silenzio, intervallato solo dall'arrivo di qualche macchina. 
Sono avanzata nel prato fino al confine naturale di un piccolo fossato, in realtà facilmente scavalcabile, ma non volevo spaventare i leprotti; volevo che capissero che non sarei andata oltre. Mi sono seduta all'ombra del casolare diroccato e ho osservato quel pezzo di mondo e i leprotti che a poco poco sbucavano ancora dalle loro tane, pur se con aria di sospetto. Stare mezz'ora a guardare i loro movimenti mi ha rimessa al mondo. I miei pensieri si sono fatti più semplici e chiari, mentre parlavo ad alta voce ai leprotti, designati in mancanza di Gatto a farmi da papere di gomma. Il dialogo è riuscito perché poi mi è parso di avere più chiarezza in testa. 
E ok, continuo a sognare di cambiare vita e trasferirmi in montagna, ma ho pensato che per il momento può andare bene anche venire qui.

 
 
 

13,59

Post n°1288 pubblicato il 22 Luglio 2021 da Signorina_Golightly
 

Che sollievo lavorare con la psycho esperta in lutto animale...

Oltre ad essere molto dolce e gentile mi ha proposto un esercizio che mi piace già: da qui al prossimo incontro tra dieci giorni, ogni sera prima di addormentarmi devo ripercorrere i ricordi più belli con Gatto, fermandomi a ricordarmene nel dettaglio qualcuno in particolare, rivivendo le emozioni che mi suscitava l'episodio. Poi metteremo insieme un bel collage mnemonico.
:)

 
 
 

Poterti parlare ancora, di Ginella Tabacco

Post n°1287 pubblicato il 22 Luglio 2021 da Signorina_Golightly
 

E' un periodo di letture, tra le altre, spirituali e consolatorie. Ma non solo: ardite. Come mio uso, non mi limito a ciò che è ufficiale, ma esploro con curiosità e, in questo caso, con speranza. E' un periodo di gravi privazioni affettive e pratiche. Se non posso muovermi in orizzontale allora mi muoverò in verticale, scendendo dentro me che ho sempre pensato di essere profonda  1cm scarso eppure forse no. In ogni caso, poiché leggo sul kindle e non voglio rischiare di perdere un giorno il succo delle mie letture, ecco che annoto qui anche queste strane teorie.
E' un periodo in cui allontano, risoluta, i "dialoghi" con i predicatori di verità assolute in un senso o nell'altro. L'ho sempre fatto ma ora con maggiore decisione: lascio a parlare da soli i "come fai a credere possibili simili cazzate?" quanto i "la scienza ha scoperto con certezza che dopo la morte la nostra anima continua a vivere". I primi (i saccenti giudicanti) come i secondi (i cazzari) non sono in sintonia con il mio vivere di adesso, aperto e ricettivo, curioso ma critico. L'altra categoria (che ahimè comprende anche amici e familiari) che mal digerisco ora sono gli stoici nel senso degenerato del termine. Sono quelli che ti chiedono come stai, e quando rispondi che stai male, invece di pensare che la prossima volta sarebbe meglio evitare la domanda e farsi i fatti loro, ti rispondono che stai male perché lo vuoi, che il tuo non è il pensiero positivo, che c'è gente che soffre più di te e quindi di che ti lamenti?, che se non hai ottenuto quel che volevi è colpa tua perché volere è potere (questa frase credo vinca la palma dei 'gran cazzari') etc... In pratica non mostrano né capacità di ascolto né empatia. Ma parlano, quanto parlano.
Un mio ex, con cui sono stata spesso in disaccordo, una volta mi disse una frase che mi è rimasta scolpita in testa, dovendo ammettere con fastidio quanto fosse corretta: se non sei capace di farmi stare meglio, cerca almeno di non farmi stare peggio. 
Ecco, sarebbe una buona bussola per tutti.


questo messaggio dall’Oltre: Cara amica, non hai più fiducia in te stessa e finisci per indebolire anche la tua fedein noi.

il Mondo dell’Oltre, una dimensione nella quale i nostri cari defunti continuano a vivere. 

“la sola cosa che si possiede è l’amore che si dà. L’amore aspira a unificare il mortale e a renderlo immortale”

Sarebbe forse importante abituarsi ad affrontare dignitosamente le piccole o grandi contrarietà e difficoltà dellavita per poi trovare la forza di resistere al dolore quando la morte ci strazia e noi cadiamo nella disperazione,nell’incredulità e spesso nel rifiuto di accettare una simile realtà.

Spesso chi soffre deve essere aiutato a liberarsi pian piano dai sensi di colpa, dai “perché senza risposta”.

Don Sergio Messina parla ancora dell’importanza di prepararsi alle prove dolorose della vita, confrontandosi conquelle meno gravi per essere poi pronti ad affrontare e a gestire con coraggio le più tristi o strazianti, compresala morte. 

Quando siete soli e con il dolore in cuore, andate dagli amici che conosciamo e seppellite i vostri dolori, facendoopere buone. Sentite la mia mancanza, ma lasciatemi andare. 

tutti noi saremo accolti da chi abbiamo amato

spesso i nostri cari defunti sono vicino a noi nel momento immediatamente precedente la morte. 

“I nostri cari, nel momento estremo, ci vengono incontro per accompagnarci oltre il muro d’ombra verso laLuce”

 Voi aspettate segni da noi, ma il vostro pianto senza conforto ci toglie forza e la capacità di darvi gioia con isegni che desiderate.

“Di là”, i nostri cari fanno il possibile per farsi “sentire” attraverso Segni e Sogni, come è emerso da una grandequantità di messaggi ricevuti nel corso degli anni. A volte, però, e sembra un paradosso, proprio noi costituiamoun impedimento: l’eccessivo dolore ci rende sordi e ciechi, incapaci di cogliere i segnali che i nostri cari ciinviano. 

Il dolore troppo intenso o anche gli infiniti “perché” e le comprensibili ribellioni creano come un “muro”attraverso cui qualunque tipo di comunicazione diventa davvero improbabile. A volte può succedere che i segnici siano e noi non siamo ancora capaci di vederli. 

I segni, a un certo punto, finiscono, ma non dobbiamo rammaricarcene, perché non significa che i nostri cari civogliano meno bene, ma che devono concentrarsi meglio sul percorso spirituale intrapreso.

Le condizioniindispensabili per potersi concentrare nella preghiera, e in generale per vivere più consapevolmente, sonosicuramente il silenzio e il distacco, per quanto possibile, dalle preoccupazioni, dagli impegni quotidiani e dastati d’animo poco generosi.

Ricordate sempre: l’isolamento è il prezzo della grandezza. In questa vita tremendamente agitata, se non viritirerete in voi stessi non potrete mai raggiungere la meta, mai – mai – mai. Non dobbiamo permettere al rumore(esterno e a quello che ci impedisce di rimanere in contatto con il nostro sé interiore) di rovinare le antenne dellanostra attenzione, poiché noi stiamo ascoltando i passi di Dio che entra nel nostro tempio.

Il mio cuore è vicino a te, anche se il mio corpo è lontano. Se non puoi vederlo, non devi fare altro che scenderenel tuo cuore, e lì troverai il mio. 

I nostri cari ci supplicano di asciugare le lacrime, di non avere eccessivi rimpianti, né rimproveri; ci assicuranoche il bello vissuto insieme rimane, il resto va allontanato. I rimorsi, la solitudine interiore, la desolazioneemotiva, il pensiero continuo alla malattia di chi, poi, è trapassato, le “luci dell’anima spente”, come mi disseuna signora, i sensi di colpa terribili e laceranti per certe omissioni, per la tenerezza provata e non sempreespressa, la pazienza talvolta persa a causa della stanchezza, il trovare sollievo solo nel pianto, la mancanza diperdono: tutte queste cose li appesantiscono nel cammino di evoluzione che devono compiere e non consentonoloro di intraprendere o di continuare il percorso previsto.

Guarda le mie foto con gioia, accendi la TV; là, dove mi sedevo, continuo a sedermi e sto vicino a te.

non soffrire col tuo continuo domandarti perché non mi sogni. Il magico nostro mondo porta il medesimo arcanoin sogni che porta nei lieti ponti. Devi predisporti con calma, con fiducia, con occhi asciutti, con volto lieto, concuore consolato ... Poi noi arriviamo.

Come fai ad ascoltare quel soffio, che è la nostra voce, con tutto quel frastuono di sospiri e di inutili interrogativie di pugni battuti e di ribellioni inopportune e di ingiusti e presuntuosi tuoi “perché”?

quanto alla stanchezza, tu gridi troppo e sprechi energie, andando e venendo come una che non sa dove andarené cosa fare. 

La mamma, in particolare, asseriva che il figlio le era stato tolto perché lei non lo meritava, non essendo statauna buona madre. Molte volte, con risolutezza, ho cercato di allontanare da lei quel pensiero, ma non sono sicurache se ne sia liberata del tutto. 

Come è mia abitudine, non chiesi spiegazioni e attesi, certa che un giorno o l’altro avrei capito. E fu così. 

Avere la presunzione di chiedere qualunque cosa e di ottenerne risposta porta fumo agli occhi della mente e delcuore.

Non è amore dire e assecondare maldicenze, pettegolezzi, calunnie, così contrari all’amore. Dio vi ama ma nonpuò imporsi al vostro cuore quando invidie, vanagloria, presunzione lo rendono inaccessibile perfino a Lui.

 
 
 

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