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Siamo tutti uguali quando ci ammaliamo in Puglia?

Cari amici politici pugliesi quando avete la bua al pancino, vi duole una spalla, soffrite di tosse insistente vi rivolgete sicuramente ad un amico medico che in breve tempo vi risolverà il problema. Ma un povero Cristo che non ha santi in Paradiso né amici compiacenti come fa ad avere una assistenza non dico sollecita ma che affronti in tempi ragionevoli il suo problema? Perché le liste di attesa sono ancora così lunghe? Perché una signora anziana con una tromboflebite ad una gamba in terapia eparinica, deve aspettare fino a settembre per fare un doppler agli arti inferiori.? Perché non esistono due liste di attesa: una per i casi urgenti ed una per i casi che possono attendere? Perché i pugliesi, soprattutto quelli abbienti, quando hanno un problema serio emigrano velocemente nelle altre regioni? E chi non ha i soldi per farlo si deve accontentare di quello che passa il convento. Non mi sembra né etico, né morale, né socialmente giusto. Tutti dovrebbero essere uguali di fronte alla malattia ed alla sofferenza, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Questo è uno dei primi capitoli che intendo aprire su questo blog, per parlare di sanità. Chi mi conosce bene, sa che l’appuntamento non avrei neppure bisogno di prenderlo, figuriamoci le liste di attesa, ma andrò a pagamento, perché ho una moralità ed una dignità.
A voi la parola …

P.S. su facebook, ho creato un gruppo: SIAMO TUTTI UGUALI QUANDO CI AMMALIAMO IN PUGLIA? È aperto a tutti …