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Messaggi del 03/04/2024

Fermi dove siamo

Post n°120 pubblicato il 03 Aprile 2024 da Silentvoid
Foto di Silentvoid

Che cosa significa misurare la velocità di un oggetto?
In questo momento stiamo ruotando a circa 1000 chilometri all’ora intorno al centro della Terra, mentre essa gira sul proprio asse. La Terra si muove intorno al Sole a circa 100.000 km/h, cioè, all’incirca, a 30 chilometri al secondo. A sua volta, il Sole orbita a 220 km/s intorno al centro della nostra Galassia, la Via Lattea che, rispetto al mare cosmico di galassie, scivola nello spazio intergalattico a velocità più che doppia. Concretamente si può dire che, proprio ora, sfrecciamo nell’universo a circa 1.225.000 km/h.
Ma tu ed io, mica ci accorgiamo di questo moto, vero? Insomma, senti un po' qua, non è che non esiste effettivamente alcun criterio per determinare in maniera assoluta se siamo in movimento oppure no? Mi sa che è proprio così, che non esiste una maniera possibile di rilevare il moto uniforme assoluto; in nessun esperimento di laboratorio nessuno è riuscito a trovare un qualsiasi effetto che permetta di stabilire la nostra velocità in maniera assoluta.
Quindi siamo fermi. Mmm... no, non mi convince.
E' ovvio che possiamo muoverci; è facile dimostrarlo effettuando un movimento qualsiasi. Quindi, amici,amiche, meglio conservare l’idea di moto, ma considerarla relativa a qualcos’altro.
Beh, se siamo un po' egocentrici, possiamo sempre ipotizzare di non essere in moto, anche se ciò implica il moto rispetto a noi di moltissime altre cose... un po' come quando siamo seduti in treno in attesa di partire, percepiamo del movimento e non capiamo se stiamo avanzando noi o il treno vicino. Visto che non esiste un sistema di riferimento assoluto, ciascun sistema di riferimento è valido tanto quanto gli altri.
Tutto è relativo, bellezza!
Ma io e te vogliamo vedere dove ci porta questa relatività. Guardiamo solo un pochino oltre l'angolo, che dici?
Bene, lo so che la prima domanda che ti viene in mente è la stessa che si è posto Aristotele: "Se un oggetto è in moto, è necessario un agente esterno per mantenere questo moto?"
Aristotele aveva i suoi ottimi motivi per ritenere che così fosse, ma io e te, anche grazie al lui, possiamo non cadere in quella trappola, e pensare che tutto sommato lo stato di quiete non sia particolarmente naturale, che niente e nessuno sia naturalmente fermo, o meglio, che è altrettanto naturale muoversi a velocità costante.
Qualsiasi oggetto mantiene senza sforzo uno stato di quiete o di moto uniforme, ma si oppone ai tentativi di modificarlo. (Provate a dare una spintarella al vostro frigorifero e vedete se si sposta tanto facilmente, tanto per dire..)

Questa resistenza noi la chiamiamo inerzia.

E qui viene il bello. Facciamo gli ultimi passi assieme amica mia, amico mio, poi ti lascio alle tue cose..
Abbiamo detto che in ogni istante gli oggetti hanno una proprietà intrinseca detta velocità. Ma accettando la relatività del moto scopriamo che questa proprietà intrinseca è illusoria. Non corrisponde a niente: non possiamo dire in assoluto se un oggetto abbia una velocità alta o nulla.
Le uniche cose reali sono la velocità relativa, e le variazioni di velocità.
Il fatto che siano reali è dovuto all’inerzia: così chiamiamo la capacità degli oggetti di resistere ai cambiamenti di velocità. Ma benché familiare, il concetto di inerzia è bizzarro: misura le variazioni di velocità, ma la velocità assoluta è priva di significato, e persino la velocità relativa pare abbastanza sfuggente, visto che dipende dall’oggetto su cui si basa il confronto. Come fanno gli oggetti a sapere che devono resistere ai cambiamenti di una cosa tanto effimera? In qualche modo l’oggetto “percepisce” tutti gli altri oggetti circostanti, così da sapere come si muove rispetto a loro, e resistere ai cambiamenti di questo moto? Come può avere senso tutto ciò?
Che cos’è mai questa cosiddetta inerzia?

Ok, qui siamo a posto, posso andare.

Sì, lo so che non è bello andarsene lasciando tante domande in sospeso, è scortese...

Facciamo così, e vediamo se migliora le cose...se ti dicessi che in questo post in realtà il mio intento non era parlare di fisica ma che ho scelto di utilizzare la fisica per costruire una metafora di qualcos'altro che ci tocca probabilmente ancora più da vicino, mi crederesti? Fammi sapere, se ti va...

Ti abbraccio, e torno a sfrecciare nell’universo a 1.225.000 km/h...


 
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