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Semplificazione della complessità .. 

Post n°39 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da blaze0606


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"Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso.
Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura; perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza l'uno dall'altro per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra.
Cosí qui l'intero fenomeno aderisce ancora strettamente al tronco della natura, dal quale è germogliato, ed è partecipe dell'inconsapevole onniscienza della grande Madre.
Solo dopo che l'intima essenza della natura (la volontà di vivere nella sua oggettivazione) s'è elevata attraverso i due regni degli esseri incoscienti e poi, dopo essere passata, vigorosa ed esultante, attraverso la serie lunga e vasta degli animali, è giunta infine, con la comparsa della ragione, cioè nell'uomo, per la prima volta alla riflessione: allora essa si stupisce delle sue proprie opere e si chiede che cosa essa sia.
La sua meraviglia, però, è tanto piú seria, in quanto essa si trova qui per la prima volta coscientemente di fronte alla morte, e, accanto alla caducità di ogni esistenza, le si rivela anche, con maggiore o minore consapevolezza, la vanità di ogni aspirazione. Con questa riflessione e con questo stupore nasce allora, unicamente nell'uomo, il bisogno di una metafisica: egli è dunque un animal metaphysicum."

Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione


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"Da Eraclito a Goethe, la natura ama nascondersi: "physis krúptesthai phileei" (Eraclito, fr. 123).
Con Freud l'itinerario che si dischiude porta a scoprire il nascondimento segreto. L'ipotesi è illuministica, la categoria che la presiede è il progresso della civiltà sulla natura.
Assoluta fiducia nella ragione e nella sua opera di colonizzazione. La morale che ne scaturisce non è più quella degli asceti, ma quella dei conquistatori. L'inconscio non è eterna creatività di forme, ma landa da civilizzare, terra disponibile per le opere della ragione.
Il pessimismo di Schopenhauer, da cui Freud era partito per smascherare la trama delle motivazioni che l'individuo conscio dà del proprio pensare ed agire, si risolve nell'ottimismo della ragione che, scoperto il segreto della natura, non è più rappresentazione illusoria, ma struttura d'ordine che trasforma il caos in cosmo, la natura in cultura.
Con Freud nasce una morale del tutto nuova, regolata non più dall'ascesi, ma dal lavoro, dall'opera di civiltà.
Il suo dover-essere non ha in vista un altro mondo, ma la colonizzazione di questo mondo, il suo ordinamento.
La ragione umana, che era rappresentazione finché la natura conservava il suo segreto, ora diventa la verità del "mondo" che è stato strappato alla "natura". Espansione del cosmo e riduzione del caos.
Freud non ha scoperto l'inconscio, che se mai ha scoperto Schopenhauer; Freud ha scoperto le regole per aver ragione dell'inconscio; la sua "psicologia" è una celebrazione della potenza della ragione. Per Schopenhauer, l'ultima illusione."

U. Galimberti


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Praj
Praj il 01/03/07 alle 20:27 via WEB
Approfitto del tuo bel post per raccontare come è avvenuto in me il "superamento" di Shopenhauer... il cui pensiero mi ha accomaganto per un certo tratto il mio percorso. al mia ricerca interiore. Non intendo addentrarmi, non ne sarei all’altezza, in una discussione di carattere filosofico e, nella fattispecie, del pensiero di Shopenhauer. Ma mi piace esprimere un passaggio ed il cambiamento nel mio modo di Vedere e Vivere la vita riguardo alla sua concezione filosofica. E' stato un grande pensatore che, in una particolare fase della mia esperienza umana, leggendo alcune delle sue opere, mi ha fatto molto riflettere: mi riconoscevo nella sua visione pessimista e fatalista. Trovavo nelle sue argomentazioni giustificazioni per il mio stato psicologico ed esistenziale di allora. Ma poi, non sentendomi soddisfatto di questa visione, la mia ricerca, fortunatamente, è proseguita. E' proseguita con l'approfondimento delle dottrine filosofiche orientali, che tra l'altro, lo stesso Shopenhauer stimava, le quali mi hanno aperto altri orizzonti oltre quello un pò cupo e rassegnato del grande filosofo. Ho scoperto i grandi insegnamenti tradizionali delle Upanishad, dello Zen, dell'Advaita, ecc...che sono l’aspetto in positivo, compiutamente “realizzato” del suo pensiero...la trasmutazione della rassegnazione in Accettazione. Il punto di comprensione di Shopenhauer, benché altissimo, però, a mio modesto avviso, non era stato portato a compimento. Mancava dello stadio finale. Il suo fondamentale “no” alla vita che scaturiva nel sentire in ogni manifestazione dell'esistenza quella Volontà della natura impersonale che ci fa sentire "burattini" e che comporta un profondo senso d'impotenza, di noia, d'inutilità, di pessimismo per l'io, negli insegnamenti trascendentali e “metafisici” delle filosofie orientali non dualistiche, viene trasformato, invece, in un "sì", in Liberazione, proprio su questa terra, permettendo il “Rinascere”, se profondamente comprese e “realizzate”, ad una nuova Coscienza. Il grande pensatore, a mio parere, aveva trovato la serratura giusta ma girava la Chiave in senso opposto. La sua lettura del senso dell’esistenza, per quanto frutto di profonda osservazione dei fatti della vita, della storia e dell’animo umano, era condizionato da un senso dell’ego non superato, che gli ha creato un pesante senso di rassegnazione, di chiusura , intrappolandolo in un mondo interiore dominato da un grande egocentrismo…con conseguente interpretazione della realtà fenomenica come fatto esistenziale fondamentalmente infelice da subire e assolutamente ingovernabile per l’uomo. Questa sua condizione psicologica, combinata alla sua grandissima intelligenza, carattere e cultura, gli ha permesso di scrivere delle importantissime e monumentali opere filosofiche che hanno contribuito allo sviluppo del pensiero umano ma mancano della Comprensione Ultima del senso della vita e della morte…della Vera Volontà del Tutto (…) Un sorriso :-)
 
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