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Riflessioni dopo il caso Puerta

Post n°126 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da jj2006
 

La morte improvvisa in età giovanile, soprattutto se si tratta di morte improvvisa in ambito sportivo, è in genere una morte dovuta ad aritmie gravi: È importante concentrasi sulla sequenza di manovre e procedure da praticare che devono tenere presente innanzi tutto la tutela della vittima da soccorrere, nell’ottica soprattutto della precarietà della sua situazione emodinamica Tratto da l'allenatore n.5 anno 2007


La morte in campo è sempre un evento drammatico perché inaspettato e imprevedibile, che ci lascia attoniti e spesso ci trova impreparati anche se siamo da tempo esperti operatori.
Dopo il dolore ed il dispiacere di assistere ad una perdita improvvisa di un giovane atleta al massimo delle sue potenzialità e performance sportiva, è doveroso però riflettere sugli eventi accaduti, con freddezza e rigore scientifico, così come si conviene a medici quali cardiologi e medici di medicina dello sport che spesso si trovano a fronteggiare situazioni di diagnostica di difficile interpretazione e di emergenza e dalle quali quindi molto possiamo imparare.



Antonio Puerta, giocatore del Siviglia a terra, vittima di ripetuti arresti cardiocircolatori durante la partita di Liga contro il Getafe.
Negli atleti la morte improvvisa quasi mai è dovuta ad infarto
Innanzi tutto quando le morti improvvise colpiscono soggetti di età inferiore ai 35 anni non si è tratta mai di infarto come poteva sembrare in prima analisi e come forse è quasi sempre in questi casi è erroneamente divulgato. Dobbiamo considerare infatti che, benché la cardiopatia ischemica serpeggi tra la popolazione in generale, tuttavia essa diventa manifesta e dà chiaro segno di sé con eventi acuti e potenzialmente letali come l’infarto del miocardio, solo in età ben più avanzata di quella del nostro atleta. Colpisce infatti soggetti oltre i 35-40 anni.
La morte improvvisa in età giovanile, soprattutto se si tratta di morte improvvisa in ambito sportivo, è in genere una morte dovuta ad aritmie gravi, nella maggior parte dei casi sostenute da cardiopatie strutturali, anche se di minima entità

La visita di idoneità annuale può non essere sufficiente
È importate effettuare una valutazione medico sportiva attenta e scrupolosa sotto il profilo medicosportivo-internistico e cardiologico, che si esegue periodicamente come accade in Italia, ma questa deve essere ripetute alla prima avvisaglia di lieve malessere, magari accompagnatra da altre tecniche che sicuramente sono di grande aiuto e quantomeno permettono al medico sportivo durante la rivalutazione di riflettere e prendere il considerazione in tempi diversi, situazioni o reperti obiettivi non ben evidenti in prima battuta.
La possibilità di rivalutare un atleta anche attraverso metodiche per immagini quali l’ecocardiogramma o RMN, non invasive, oltre che con il semplice esame clinico, sicuramente consente di meglio stratificare un rischio cardiaco, che altrimenti potrebbe rimanere misconosciuto. Ad esami successivi il compito poi di garantire una diagnosi più precisa se la prima è insufficiente.
Di fronte quindi ad un evento così drammatico ma raro che si ripete però, purtroppo, nell’ambiente sportivo con una certa regolarità e anche con minore frequenza che nella popolazione generale, questo pensiamo essere il messaggio più penetrante e del quale tenere in conto


L’importanza della rianimazione effettuata sul luogo dell’evento
Accanto a questo dobbiamo però riflettere anche sulle modalità di “gestione dell’emergenza” che si manifestò in tutta la sua “vitale” importanza in occasione dell’incicente occorso sul campo di calcio a Bologna al calciatore Manfredonia, le manovre rianimatorie infatti furono protagonisti positivi, non altrettanto purtroppo per gli ultimi accidenti accaduti fuori Italia
In realtà si tratta di una problematica complessa, anche se linee guida internazionali hanno cercato di standardizzare alcuni comportamenti che comunque sono talvolta di non facile applicazione soprattutto quando il contesto in cui dovrebbero essere utilizzati risulta per così dire un pò confuso o meglio distraente. Inanzitutto, poiché il meccanismo della morte improvvisa nei giovani è di natura artmica, bisogna che i soccorsi prevedano la presenza di un defrillatore portatile ma non solo.
È importante concentrasi sulla sequenza di manovre e procedure da praticare che devono tenere presente innanzi tutto la tutela della vittima da soccorrere, nell’ottica soprattutto della precarietà della sua situazione emodinamica, considerando che dopo un evento di perdita di coscienza, che apre il quadro dell’emergenza, anche una transitoria ripresa può essere seguita da una tempestiva ricaduta.
È importante proteggere anche durante la transitoria ripresa delle funzioni vitali la perfusione cerebrale evitando manovre posturali svantaggiose per il cervello, otre che per il cuore, come ad esempio la stazione eretta.
Ma non basta! Soffermarsi sulla sequenza della catena della salvezza, non è sufficiente a tutelare la salute degli atleti che tanto danno al momento della gara senza risparmiarsi minimamente. La presenza di defibrillatori automatici sul campo e l’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare a tutti gli addetti del settore e agli atleti stessi sono considerarsi una necessità irrinunciabile.
Nell’impossibilità di assicurare la presenza di un team di soccorso in ogni manifestazione sportiva, specie in quelle di più basso livello, dove invece le morti improvvise da sport sono più numerose, questi sarebbero senz’altro dei provvedimenti in grado di abbattere il numero dei decessi durante attività sportiva. Infatti la probabilità di successo della rianimazione cardiopolmonare è funzione diretta della precocità dell’intervento.
Pertanto, accanto al costante adeguamento delle procedure diagnostiche e alla loro corretta applicazione, una continua opera di educazione sanitaria che investa dirigenti sportivi, allenatori ed atleti è da considerarsi elemento irrinunciabile per qualsiasi strategia di prevenzione.



Riferimenti bibliografici
Linee Guida IRC Resuscitation ( 2005) 6751,51-52
Causes of Sudden Death in competitives athltes. Maron BJ, Epstein SE, Roberts WC J Am Coll Cardiol 1986 Jan; 7 (1): 204-14
Ventricular arrhythmias in the athlete Link MS, Wang PJ, Estes NA 3rd. Curr Opin Cardiol 2001 Jan; 16(1): 30-9
Sudden death in young athletes Maron BJ, Roberts WC, Mc Allister HA, Rosing DR Circulatiion 1980 Aug; 62 (2): 218-29
Sudden death in competitive athletes Juszczyk.Z Wiad Lek. 2007; 60 (3-4): 155-7

* Giorgio Galanti e Laura Stefani | Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport, Università di Firenze

 
 
 
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E' perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili"..

Aristotele

 

CORINNE CORBIA, MEDICI A GIUDIZIO


MUORE IMPROVVISAMENTE
il 28 Giugno 2004

Il punto base contestato al cardiologo Tonino Bullitta ed al medico sportivo Paolo Patta che sipresenteranno davanti al Giudice Monocratico di Alghero il 2 Ottobre 2008 per l’iniziodel processo che li vedrà rispondere dell’accusa di omicidio colposo.

I due medici, sono accusati di aver ignorato le tracce della sindromedel “Qt lungo”, un’alterazione del sistema elettrico del cuore, in bensei elettrocardiogrammi.

 
 

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 Come e perchè diventare donatori

Per diventare donatori di midollo osseo è necessario presentarsi, senza impegnativa medica, presso un Centro Donatori che aderisce al progetto, per sottoporsi al prelievo di un campione di sangue (come per una normale analisi). Il Centro Donatori farà firmare l'adesione al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo.
I risultati delle analisi verranno poi inseriti in un archivio elettronico gestito a livello regionale e a livello nazionale. In seguito, al riscontro di una prima compatibilità con un paziente, il donatore sarà chiamato a ulteriori prelievi, sempre di sangue, per definire ancora meglio il livello di compatibilità.
A questo punto entra anche in gioco la "serietà" del donatore: l'adesione iniziale firmata in corrispondenza del primo prelievo ha solo valore morale e fino all'ultimo il potenziale donatore può ritirarsi (con quali conseguenze per tutti coloro che si sono impegnati sul programma e per le speranze del paziente e dei suoi familiari è facile immaginare).
Tutto ciò rende chiaro che il donatore di midollo osseo è un donatore atipico, che offre la propria disponibilità, nel caso raro di compatibilità con un paziente, a sottoporsi, nel più vicino centro autorizzato, al prelievo, che seppur fastidioso non comporta alcuna conseguenza per la salute. La sua disponibilità, gratuita e anonima, non ha limiti geografici; viene, infatti, a far parte dell'insieme dei donatori di tutto il mondo.
Si deve anche sottolineare che, il più delle volte, il donatore selezionato è l'unico al mondo a essere compatibile con quel malato.

 

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