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Alla tavola rotonda

Delle donne, della politica e riflessioni sulla maturità.

 

 

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23 Gennaio 2064

Post n°101 pubblicato il 23 Gennaio 2010 da Primosire


23 Gennaio 2064
Campo base dell'Everest tra le sette e trenta e le otto e trenta, ora di Greenwich.

E' tempo di salutare.
Ho sempre saputo che sarebbe stato oggi.
Ma non mi lamento, ho avuto una bella vita, piena di emozioni, di eventi, novità continue e cambiamenti.
Ho visto paesi e città ed ho camminato su montagne boscose e scalato vette ghiacciate, ho navigato, all'ombra della mia vela potente negli alisei dell'Atlantico ed affrontato il terrore dei muri d'acqua di Capo Horn.
Ho fatto il suonatore di organetto a Samarcanda, anarchico e terrorista a Pietroburgo, gegenpapst a Ginevra, sputafuoco per le vie della bella Parigi, tupamaro in Uruguay e zingaro per le strade di Spagna piene di colori.
Ho predetto il futuro in cambio di denari ed ho indovinato tutte le volte che il caso mi ha aiutato.
Ho trovato quiete fra le gambe di mille donne e fanciulle ed i loro umori mi davano riposo.
Ma la mia anima è stata sempre quella di meccanico perché la mia gioventù è stata una gioventù di meccanico.
Oggi, all'età finale di 109 anni e tre mesi, all'alba del giorno che affronterò, con i miei sherpha, l'arrampicata dell'Everest, so che non tornerò, so già che mi aspetta l'orrida caduta nel lungo canalone ghiacciato.
Mi piace però pensare che il mio corpo resterà intatto per millenni, in un sarcofago di ghiaccio.
Dicevo, la mia anima è stata sempre quella di un meccanico e chi ha letto i miei racconti e romanzi, pubblicati in tutte le lingue, fino a quelle delle più sperdute comunità delle steppe asiatiche, lo sente o lo intuisce.
Non ho saputo di essere uno scrittore fino a che, in una sera con nulla da fare, decisi di comporre un raccontino per partecipare ad una gara di dilettanti, quello che divenne poi il famoso Premio Internazionale di Letteratura Scrivolando.
Scrissi un raccontino su di una signora che si guadagnava il pane concedendosi ad amanti facoltosi e cercando di mostrare i diversi stati d'animo della donna nei diversi momenti, compreso quello dei pagamenti. Credevo di essere fuori tema, però, siccome in fondo avevo aggiunto una annotazione nella quale spiegavo di non essere uno scrittore, nemmeno aspirante scrittore, bensì un meccanico, venne inteso che mi presentavo sotto mentite spoglie perciò venni ammesso e, gaudio massimo, ebbi ben due voti.
Nella mia fame bulimica di successo, partecipai anche al successivo concorso che, non si offenda la Presidentessa del Premio Internazionale Scrivolando, aveva come vincolo anche quattro parole un po' sciocche. Questa volta il raccontino era ben costruito, aveva il suo discreto andamento ed un finalino un po' triste ed un po' ironico, uno dei partecipanti, che ebbe poi nel tempo un qualche successo come scrittore, tale Deep, in un momento di scarsa lucidità, lo definì addirittura geniale.
Anche questa volta, ma con mio grande scorno, ebbi due voti, speravo di più, ma una donna argentina dal sorriso triste mi scrisse che le mie parole l'avevano commossa.
Mi sembrò di fare una cosa carina per lei e scrissi un altro raccontino, non altrimenti richiesto, dove mi inventavo di un suonatore di bandaneon e di una notte di Capodanno, un po' criticato dalla Presidentessa Elly, per le troppe lacrime.
Fu un successo travolgente, avevo smosso l'anima romantica degli scrivolatori, sfiorato il tema secolare del diverso sviluppo tra il nord ed il sud del continente americano, lanciato un sasso nel paludoso dibattito sulle migrazioni del novecento e toccato il cuore della donna argentina dal sorriso triste.
Ecco la vera storia di come divenni scrittore.
Non fu per raccontare il mio entusiasmo venato di paura di quando me ne stavo nell'ombra di quella strada, aspettando il passaggio del Dittatore Mediatico, il mio fido pugnale stretto in petto.
(il Dittatore Mediatico perì poi nel crollo del Duomo di Milano e senza il mio aiuto, si dice, per volontà del Duomo stesso)
Non fu nemmeno per raccontare dei tormenti e delle estasi della grande storia d'amore che ebbi con la donna che incontrai, sconosciuta e bella nel buio della stanza buia dell'agriturismo.
Divenni scrittore con l'anima di meccanico, come avrei potuto diventare giocoliere al circo, o sindaco a Macondo.
Fu solo per caso, per gioco.
Il sangue del mio polso sinistro, con il quale scrivo, sta ghiacciando, come già l'inchiostro ed ho già di gran lunga superato i 3500 caratteri.
E' tempo di salutare.

 
 
 
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