GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

In classifica

 
 

Ultime visite al Blog

captain_harlock_7Prelude2012sergioemmeunoMAGNETHIKACrossPurposesLajla665althea_19631gloria19652014bettedaviseyes1lucilla_800Ventodorienteurlodifarfallavenere674cuoretenero75
 

Ultimi commenti

 

Foto

Molte foto sono state scaricate dal Web. Se sono protette dal copyright, l'autore può contattarmi e ne provvederò alla rimozione.

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 84
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Tag

 

modificare foto

 
Aggregatore notizie RSS
 

Aggregatore _nline

 

Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« La qualificazione per Tarna 3I figuri a cavallo 1 »

Giannetto 2

Post n°175 pubblicato il 28 Agosto 2011 da sergioemmeuno
 

Il suo linguaggio era assai scarno e anche poco fluente, al contrario dell’eccezionale dinamicità del corpo. Presumibilmente qualcosa lo aveva turbato. Leggermente curvo e magro, il colorito del viso giallognolo. Ma l’essenza di  quell’individuo – e sì, perché già da subito si era avvertito di trovarsi di fronte un marziano – era tutta racchiusa sotto un paio di occhiali neri grossolani, in quelle orbite profonde da cui emergevano piccoli occhi lucidi e di un odioso celestino, sormontati da sopracciglia folte e quasi unite. Come età sarà stato sulla quarantina.

Dondolava e pareva non darsi pace, muovendo asincronicamente i polsi, le mani e le braccia.  <<Buona gente…!>>

<<Che cazzo hai da strillare? Cosa cerchi qui?>> lo interrogò il Greco, mentre ci stavano raggiungendo pure gli altri. Come primo impatto non ci fece una gran bella impressione.

<<Aprite il cancello, vi prego. Là fuori non c’è sicurezza.>>

Ci consultammo rapidamente appena rischiarati dalla lanterna: <<E perché mai dovremmo farti entrare? Dicci il tuo nome>>, insistette Eugenio.

<<Giannetto, Giannetto. Ma ascoltate… chiamate Gabriel, chiamate… ci sono dei nemici pericolosi là fuori, gente cattiva…>> E mentre farfugliava accennava a indietreggiare come un gambero. I suoi occhiali si erano appannati.

Un altro rapido consulto e gli promettemmo un tetto per la notte. Ci raccontò, con qualche difficoltà nell’espressione verbale, che stava tornando a piedi da casa dello zio per rientrare nella sua dimora, dove viveva da anni con la sorella molto più vecchia. E si era imbattuto in alcuni personaggi a cavallo, incappucciati, indossanti lunghi mantelli e con un qualcosa in mano. <<Ho pensato a un cinema, ma poi ho visto che non rispondevano e… ho avuto paura e sono fuggito da voi. Anche perché Gabri e Silvano sono miei grandi amici>>, spiegò, mentre le donne provvedevano con solerzia a coprirlo con un pullover. Ritenemmo opportuno credergli e lo prendemmo sottobraccio, dato il suo modesto senso di orientamento nello spazio.

I cuori picchiavano a mille. Non dubitammo minimamente del suo racconto sconnesso.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963