GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« Femme fatale, Fosca, mar...Vis a vis serrato fra il... »

Vis a vis serrato fra il marito di Sabrina ed Emanuele Brandi (8).

Post n°654 pubblicato il 22 Giugno 2012 da sergioemmeuno
 

   Due bei tipi che colpiscono all’istante, il marito di Sabrina ed Emanuele. Sicuro e affermato professionista, maschio dominante, prestante, un tantino vanitoso, supponente non poco, il primo; con quello sguardo fermo che, consapevolmente, sa andare dritto al bersaglio quando e come vuole: ora con galanteria, dirimpetto a una presenza femminile, ora con spirito battagliero, di fronte un uomo che ha osato toccare ciò che gli appartiene.

   Sicuro e professionista innamorato del proprio lavoro, alto, per nulla vanitoso, per nulla supponente, con quell’aria scazzata che s’impreziosisce dell’ironia, anarchico, il secondo; con quello sguardo che fluttua sempre sopra la linea dell’orizzonte, a vivere, o meglio, a scavare e voler quasi afferrare un mondo con regole tutte sue, un mondo che già a intravederlo ci fa venir voglia di sputare e disprezzare quest’altro che conosciamo.

 

   Ecco, ora sono uno di fronte l’altro, nello studio del quartiere Prati. Come si svilupperà il discorso su Sabrina è cosa che neanche loro due possono prevedere.

 

   <<Prego Emanuele. Un caffè?>> E un cenno alla segretaria.

   <<Sì grazie.>>

   De Giorgi accende il condizionatore, la cappa di afa grava sulla stanza.

Stranamente non si guardano dritto negli occhi.

   <<Posso darti del tu?>>

   <<Sì, come no.>>

   <<So che sei un biologo… bel lavoro direi. Una vera passione, no?>>

   <<Sì, non posso lamentarmi>>, replica asettico l’altro.

   <<E bravo Manu…>> dice a mezza bocca il legale, che ha avuto modo di spulciare il diario di Sabri: lo chiama così a Emanuele.

 

Pausa poggiandosi sui vetri. Sotto, Via delle Milizie è intasata.

 

   <<Le ferie?>> gli domanda De Giorgi. Da mestierante lo vuole condurre sul territorio a lui congeniale, lavorandolo ai fianchi, un mix bizzarro fra il gioco degli scacchi e la boxe.

   <<Andrò a fare un pellegrinaggio, sì>>, replica serio Brandi.

   <<Ah! Un fervide credente allora… per carità rispetto l’idea di tutti, eh.>> un sorso d’acqua. <<Ma la Chiesa mi fa schifo, Manu.>>

   <<Capisco.>>

   <<E a cosa devi tale gratitudine?>>

   <<Dottore, me la sono vista brutta… ho temuto il peggio per la mia salute.>>

   <<Cosa è successo, se posso…>>

   <<Un’unghia incallita all’alluce. Brutta cosa, sai.>> Ha una faccia da schiaffi, ora.

   De Giorgi sbuffa, e, a stento, si tappa la bocca. Il gioco tragico continua senza tregua.

   Crepitio nello studio: il climatizzatore si è spento. De Giorgi armeggia il telecomando, un valzer fra l’on e l’off; poi con la penna resetta l’unità: nulla. Riprende il telecomando quasi ad esorcizzarlo. Infine lo sbatte sul tavolo.

   <<Sono macchine, non facciamoci fottere da loro>>, fuoriesce dalla bocca imprudente di Emanuele.

 

Non facciamoci fottere da loro… tu invece mi puoi liberamente fottere la moglie, eh? Mulina nella testa pesante di De Giorgi. L’afa inizia a stendere quel manto di indolenza.

Un ampio respiro insofferente dell’avvocato che apre la finestra.

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TO BE CONTINUED>>>>

Post 7: http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/11357637.html

 

 
Rispondi al commento:
eliphas2010
eliphas2010 il 23/06/12 alle 23:56 via WEB
Caro Sergio, anche se ben scritto e sapientemente narrato, c'è qualcosa che non mi convince nel tessuto narrativo. L'Avvocato cornificato legge il diario della moglie con: nome, cognome, vezzeggiativo (Manu), indirizzo e numeri telefonici dell'amante Emanuele (e già questo non depone a favore dell'intelligenza della fedifraga) e poi lo invita nel suo Studio per un "dialogo" chiarificatore. Già il fatto che l'altro ci sia andato è singolare, magari quello gli sparava un colpo in testa, ma lui eroicamente ci va, così come se niente fosse, per far sapere al cornuto, del suo "grande" amore per la signora in pre-menopausa con giovanili velleità amatorie extraconiugali. La storia non mi sta convincendo, e la puntata seguente (che ho già letto e commenterò) troppo melodrammatica e poco realistica, anche se narrata egregiamente, come al solito ^_^ Umberto
 
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