GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 10/09/2011

I numerosi passaggi della Bibbia

Post n°193 pubblicato il 10 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Salve a tutti! quando avrò un pochino di freschezza mentale, vorrei esprimere un mio parere su un argomento, o meglio, su una personalità straordinaria quanto complessa... ma forse anche questi aggettivi sono limitativi: Gesù Cristo.

   Un'idea che si è fatta in me dopo anni di letture e meditazioni e frequentazioni nel mondo cattolico. Perchè ognuno di noi, se ha una mente autonoma e operativa, deve porsi delle domande, considerare tutto ciò che ci viene detto dagli storici e linguisti in questione. Perchè mai dovrei credere alla lettera - come il papagallino che ripete - ciò che una potentissima istituzione ci racconta da duemila anni? Nei tesi sacri sono impiegati diverse lingue, l'ebraico, l'aramaico, il greco... e ogni traduzione di un versetto è come affrontare l'oceano, prestandosi a interpretazioni multiple... 

    Insomma, avere un quadro approfondito e al contempo chiaro su Gesù Cristo è un'impresa titanica... ma che dico...

   Rispetto ogni credenza, ma lo scetticismo e il senso di critica non devono mai mancarci. E questo, senza mai dimenticarci che siamo umani, e, quindi, straordinariamente piccoli. A presto!

 
 
 

MANGIADISCHI PENNY COLOR ARANCIO

Post n°192 pubblicato il 10 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

Chi ricorda il nostro compagno degli anni Settanta, da soli o alle feste del pomeriggio? Ricordo che da piccino, per centinaia di volte, gli feci inghiottire il disco "amore grande amore libero" del Guardiano del faro... un brano che divenne in breve la colonna sonora di migliaia e migliaia di coppiette...

Ora facciamo parlare le immagini...

 

 

 
 
 

Il sogno dell'uomo con i baffi 2

Post n°191 pubblicato il 10 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

… Dietro, di nuovo il mondo della luce e delle officine; questa sfera delirante che sempre più scivola via, con i lussi, i vizi e le sue incomprensioni, e con i fili sottili che garantiscono ab aeterno la continuità in superficie, ignara dei cerchi interni dell’umanità e delle sterili lacrime delle stelle; questo circo multicolore con i burattini attorno chiamato “mondo” che non conosce soste neppure nei giorni di festa.

So che non mi attende una vita facile, ma è il conto che deve pagare chi ripudia la pigrizia dello spirito, chi nasce sotto una tale gloriosa condanna. D’altronde, le paure sono le catene dello spirito.

Giorno su giorno, dovrò lavorare sodo e vomitare sangue, per costruire le fondamenta di un edificio dignitoso. Dovrò imparare a procedere con occhi nuovi fra paludi, macchie, gole, lidi di arena e di pietra, vicoli e piazze; e poi ancora nuovi sentieri sterrati e nuove strade d’asfalto. Di borgo in città; salire e poi salire. 

Sulle tracce lasciate dai maestri, fra solchi polverosi e nei recessi di fitte selve. Sagome curve su erte salite, munite soltanto di un sacco e di un bastone, sospinte dalla corrente dei fiumi e dei mari.

      Mani ruvide sulla terra e occhi fissi sopra l’orizzonte.

      Sempre e poi sempre.

 
 
 

Il sogno dell'uomo con i baffi 1

Post n°190 pubblicato il 10 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

L’ultimo giorno d’estate si sta consumando, esausto, sfibrato, così anomalo.

Ma io – non da solo – sono sempre qui, tra le mura che mi hanno partorito e vezzeggiato, vigile e fanciullo. Immoto e così piccino sul ciglio della ferrovia radente la costa, qui nel ventre della periferia di Sìagora, la metropoli del Tirreno che mi ha partorito e poi cresciuto.

Ai margini dell’asfissiante notte metropolitana dalle innumerevoli braccia, notte che ci attrae con vissuta maestria ai propri focolari.

Poi il meritato oblio.

     Davanti a me un corridoio. Disseminato di sagome.

È il regno dell’attesa, nel dominio del mondo potenziale: l’attimo che abbraccia l’Immutabile: un ammasso di creta informe.

Un uomo alto e distinto mi viene incontro; è una scena già vista, non nuova.

Il suo sicuro procedere calpesta lievemente il selciato del vicolo di un Centro storico.

Costui varca la soglia.

Siamo di spalle e, all’istante, le nostre teste si voltano all’indietro e si incrociano nel buio. Dalla sua imperiosa figura un po’ sfumata, spiccano intensi quegli occhi grigio-azzurri; occhi che la sanno lunga e mi pervadono di pensieri e sensazioni indescrivibili, intrappolati come ostaggi in una inaccessibile crepa temporale, a tal punto che io ricomincio a ricordarmi di me stesso e a ripetere più volte il mio nome.

     Il tizio, dai baffi e dai capelli scuri, accenna un sorriso a metà fra il diabolico e il santo, nonché paterno, che sembra dirmi: «Vedrai, vedrai… ci sarà da lavorare duro». Subito dopo il suo fermo indice, come per esortazione, mi mostra il corridoio che ho di fronte. In lontananza, un punto di luce mi acceca, sino a divenire una gigantesca aureola. 

     Un piacevole alito agita i ramoscelli degli arbusti lì attorno, privilegiati testimoni non casuali.

 
 
 

Impressioni di Settembre, 1972

Post n°189 pubblicato il 10 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 
Tag: Musica

   Che sia un grande nostalgico ammiratore degli anni Settanta... credo che si sia ormai capito! Un decennio di grazia soprattutto dal punto di vista musicale. Ecco un gioiello dei PFM, nato dall'ispirazione del chitarrista Franco Mussida, in un pomeriggio di forte sublimazione sul divano di casa... La particolarità di questo brano è che il ritornello non è cantato, bensì suonato; e all'epoca, ricordano gli autori, ebbero non poche difficoltà nel trovare lo strumento giusto per suonare il ritornello: il flauto era poco evocativo, mentre la chitarra lo rendeva banale, non aggiungendo nulla di nuovo. Quindi, prendendo spunto da Emerson Like & Palmer, la scelta cadde su un bizzarro e potente apparecchio emergente, sulle cui manopole ci si poteva sfogare e provare come bambini curiosi: il Moog...           

 
 
 

L'amico vero su CHI L'HA VISTO?

Post n°188 pubblicato il 10 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Quanto più passa il tempo e tanto più mi rendo conto quanto sia difficile "avere" (brutto verbo), anzi, poter considerare qualcuno come Amico. A 10 o 20 anni sei amico di molti, poi a 25 inizia la grande scrematura... arrivi a 40 fra mille impegni... pensi a chi ha intrapreso la propria strada, a chi ti è stato testimone nel matrimonio, a chi si è dileguato nel nulla... e ti chiedi, anzi, oggi me lo chiedo - 10 settembre 2011 - su quanti amici posso contare? Ah, dimenticavo, un grande Amico d'infanzia è divenuto mio cognato, ahhahah... e out! Rinvio a dopo la risposta...

   L'Amico vero è colui che, oltre a starti vicino nei momenti difficili, giosce quando tu gioisci, gode delle tue vittorie e soddisfazioni più significative... per l'appunto, con-divide, venendo ovviamente contraccambiato.

   Risposta: oggi non posso considerare Amico nessuno, nessun nome.

   Epilogo: sento sul palato l'aroma del caffé, un sapore amarognolo che però mi gratifica. Dovrei essere abbattuto per questa carenza affettiva, ma, per fortuna, nel mio zainetto c'è ogni cosa. Pazienza e adelante. Qualcosa del mio carattere (aspro e dolce) sicuramente non piacerà. Forse, a furia di scrivere questo post, e rimuginandoci sopra, sento un perverso piacere... e mi ripeto - mi scusino le donzelle - 'sti cazzi!

http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/10552910.html

 
 
 

Condominio o non condominio?

Post n°187 pubblicato il 10 Settembre 2011 da Nezumina
 

Non so se cento o più anni fa, quando hanno iniziato afiorire le metropoli, i costruttori si siano mai posti il problema: ma questipoveri disgraziati che saranno costretti a vivere gomito a gomito con altripoveri disgraziati, separati solo da un velo di muro, riusciranno a coesisterepacificamente? Secondo il mio modestissimo avviso, no, il problema non se losono minimamente posto. E oggi, che ci riteniamo sviluppati rispetto ai nostribisnonni, ci consideriamo tolleranti e civili, in realtà viviamo peggio che nelmedioevo. Perché? Semplice: abitiamo in condomini.

Già la parola, di per sé, mettepaura: casermoni di cemento con abitazioni in linea di massima poco più grandidi una capanna, ma con tutti gli spazi sfruttati al limite dell’immaginabileper poter dare l’illusione di un grande benessere. In realtà, con tutta lanostra tecnologia, con tutta la nostra boria di essere moderni, stiamo messipeggio dei nostri avi. Ma andiamo per ordine.

Per prima cosa analizziamo ipunti di forza di abitare in un condominio.

Ehm… Non mettete fretta, ci storiflettendo… Ah, sì, ecco: non ce ne sono.

Per seconda cosa analizziamo ipunti carenti.

Chi è costretto a vivere in uncondominio prima o poi (più prima che poi) deve imparare a fare i conti con chigli abita intorno a trecentosessanta gradi. E badate che anche chi abita alprimo e all’ultimo piano sta nelle medesime condizioni. L’unico vantaggio dichi ha la fortuna di occupare un attico, è che non ti senti camminare sullatesta.

Dicevamo: il condominio è unaconvivenza coatta con gente che magari avresti preferito non conoscere mai,soprattutto se sopra di te viene a vivere il classico ragazzo di campagna,abituato alla mega villa senza nessuno nei paraggi. Chiaramente si sentirà indovere di fare i comodi suoi a tutte le ore del giorno e della notte e, delresto, come dargli torto? Lui al paesello lo faceva! E nessuno gli rimproveravanulla, perché nessuno gli viveva a fianco. Ma qui, nella progredita città, nonsi può. O meglio: esiste il regolamento di condominio che disciplina il giustocomportamento e le regole da rispettare. Come? Non sapevate che ogni condominioha le sue regole? Già, a pensarci bene, chi l’ha mai visto o letto? Eppure ilfantomatico regolamento esiste, parola di amministratore. Sarebbe già unaconquista se venisse rispettato, ma noi siamo progrediti… ci sentiamo in doveredi espatriare nella libertà altrui senza porci problemi… e ci arrabbiamo sel’invaso osa farci notare che abbiamo esagerato!

Tempi moderni.

Adunque, nel condominio trovi un coacervodi etnie peggio della Torre di Babele. In teoria si dovrebbero conoscere glioccupanti degli altri appartamenti, ma quando gli appartamenti raggiungono ilnumero di settanta, novanta, cento e passa, è naturale che qualcuno sfugga. Eti ritrovi a salutare il cinese che nel frattempo ha acquistato la casa soprala tua testa dall’oggi al domani, magari in contanti. Contanti? Sì, avete lettobene: contanti. Personalmente non so neppure come siano fatti quattrocentomilaeuro in contanti, ma a quanto pare i cinesi lo sanno bene. Oppure un bel giornodecidi che tuo figlio di tre anni deve dare un taglio ai lunghi capelli biondie quando rientri con lui e la sua testa rapata, trovi la signora che abbassa losguardo per osservarlo, sgrana gli occhi allibita e dice: “Ma gli hai tagliatoi capelli!”. E tu fissi la signora e ti domandi chi diamine possa essere,perché non l’hai mai vista prima! Però lei conosce bene tuo figlio!

Se poi il condominio è dotato diportierato, allora esiste la mitica figura del portiere. Mitico portiere, chequando occorre qualcosa è sempre presente! Sì, anche quando ti ritrovi in casaun ragno di mezzo chilo e corri a chiamare il portiere perché lo uccida! Oquando ti sfreccia un pipistrello in piena serata estiva dietro la nuca e nonsai come prenderlo e corri dal portiere! E quando si rompe il termosifone?Niente paura, il portiere risolve sempre tutto. A pensarci bene somiglia aFigaro…

Però esistono anche inquilini cheodiano il portiere. E allora si innesca una vera e propria guerra psicologicaai danni del poveretto che ogni giorno si ritrova a dover ripulire le schifezzedei civilizzati… Per non parlare dei modi sgarbati e veramente poco civili concui si rivolgono a quel cristiano che sta lì per nove ore al giorno a pulire e ascoltarele lamentele di centinaia di persone per pochi euro al mese. Quanti, oggi comeoggi, farebbero il portiere? Pochi, credetemi, e alla fine li vedi che soffronotutti di gastrite o di ulcera.

Per non parlare di quei casermonidove, se ti permetti il lusso di andare una settimana in vacanza, torni escopri che il tuo vicino ha sfondato una parete e si è appropriato di una delletue camere! Come? Non è possibile? Oh, sì, che è possibile, potrei citarvi illuogo dove ciò avviene con una certa naturalezza di costume, ma preferiscotacere per mia incolumità.

Per farla breve, in tutto questocontesto, il portiere, lo sconosciuto, i rumori molesti, la sporcizia,l’appropriazione indebita, esiste la ciliegina sulla torta: l’assembleacondominiale!

In teoria ci si riunisce percercare, insieme all’amministratore, di portare migliorie al condominio e perapprovare consuntivi e bilanci o acconsentire taluni lavori. In realtà ci siriunisce per scagliarsi gli uni contro gli altri, in un’arena improvvisata dovevengono sfogate tutte le repressioni psico-sociali di cui noi progreditisoffriamo. Ognuno è arroccato sulle proprie convinzioni e ben pochi accettanoidee e risoluzioni provenienti da altri cervelli.

Si comincia con la solita matta(ce n’è sempre una o più di una in un condominio, come una volta c’era il mattodel villaggio) che, neppure tutti seduti, si scaglia contro l’amministratorevomitandogli addosso ogni ben di Dio, senza un senso logico, senza un perché,ma solo per il gusto di alzare la voce e destabilizzare, istigata da altricervelli fini che ascoltano soddisfatti in silenzio, e una volta terminata laviolenta invettiva, si gira e se ne va, impettita e tronfia come un pavone,lasciando gli astanti allibiti e trasecolati, tranne i due cervelli fini di cuisopra che non si aspettavano altro. Che poi la matta sia la medesima personache volutamente sporca per far dispetto al portiere è un mero cavillo.

E che dire delle due galline chefanno sempre comunella, pronte a dare sempre e comunque contro l’amministratoree contro ogni buona idea? Le vedi che siedono fianco a fianco e se c’è davotare andando contro gli interessi generali, sono sempre le prima a farlo,appoggiandosi “per solidarietà”, anche quando non sono concordi neppure traloro. Bellissimo esempio di magistrale stupidità.

E che dire del fermo tentativo ditutti i cervelli fini di revocare l’indennità di cassa al portiere, preferendo“risparmiare” andando a pagare alla posta e versare l’euro contro i pochicentesimi rimborsabili al portiere? Ma nessuno ha mai spiegato a queste personeche cosa sia l’economia? Perché a casa mia, se anziché pagare un euro e diecicentesimi di bollettino postale pago cinquanta centesimi al portiere… caspita!Ho risparmiato! Invece no, i cervelli fini pensano l’esatto contrario. Anchequesta è una magistrale prova di stupidità e ignoranza.

E che dire del capannello dicondomini che ce l’hanno a morte con il segretario che, poveretto, è chiamatosolo a trascrivere la seduta? Le accuse, le insinuazioni volano e alla fine,dopo anni che il disgraziato si offre per mancanza di volontari a quel lavoro,si stanca e se ne va, invitando i cervelli fini a prendere il suo posto. E quiscatta la sorpresa: nessun cervello fino si fa avanti. Bene, ora siamo senzasegretario e l’amministratore ha un bel da fare a chiedere che uno deicondomini si offra di ricoprire quel ruolo. Ma come? Hanno fatto di tutto persbalzare il segretario e ora nessuno ha il coraggio di farsi avanti?

Insomma, a guardare bene, ilfatto di vivere in un condominio a mio avviso non è una grande conquistasociale, ma un regredire allo stato di australopitechi. Con tutto il rispettoper gli australopitechi.

 

 
 
 
 
 

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