Rare, sparse per l'Italia, esistono stanze fatate, raccolte e complete in se stesse, scrigni leggiadri nei quali ci si sente accolti e appagati.
Da: "Verità segrete esposte in evidenza" di Elémire Zolla.
Elémire Zolla (Torino, 9 luglio 1926 -- Montepulciano, 29 maggio 2002) è stato uno scrittore, filosofo e storico delle religioni, conoscitore di dottrine esoteriche e studioso di mistica occidentale e orientale.
Per saperne di più ecco l'incontro con Elémire Zolla, di Werner Weick.
Nel 1997 lo contattammo telefonicamente per coinvolgerlo su un nostro progetto televisivo dal titolo: "Il Suono della Terra". Del progetto ne parlammo con alti dirigenti RAI che messi a conoscenza di questo contatto, per noi privilegiato, non apprezzarono molto. Il progetto nasceva proprio da una citazione di Zolla che a sua volta citava Marius Schneider e così riportava: “…bisognava visitarli sotto la pioggia battente, i Duomi Gotici: si destavano allora in vita i loro doccioni a forma di draghi, ne brillavano allora gli smalti colorati e, intasandosi, i loro condotti muggivano:ululando le fauci di pietra, barrivano sputando i getti dell’acqua di vita. Bisognava udirle le Cattedrali. Anche alla scultura e alla pittura di molti popoli - primitivi- si deve porgere orecchio. I draghi con lingua penzoloni, che emettono dalla bocca piante, catene, nastri, li troviamo dalla Colombia britannica all’Oceania, fin sulle pareti della cattedrale di Ferma. Vanno ascoltati, come vanno ascoltate le silenziose facce dei Maori e d’altri, tatuate di consimili motivi. Rappresentavano l’urlo primordiale, il verbo creatore, il vagito del Cosmo. Stanno cioè dicendo: la realtà in ultima analisi è ondulatoria, ogni cosa si definisce dalla sua vibrazione specifica, cioè dal suo ritmo animatore; l’essenza delle cose è la loro musica: il musicista la coglie e la riproduce…”
Gli argomenti che tratti sono ricchissimi di agganci ispirativi ma non voglio molestare il tuo blog, dopo essermi "materializzata dal Nulla" (;-p), copia-incollandoti continui agganci a miei vecchi post. Quindi non ti invio un track su un tema familiarissimo e prezioso sia per Mistero sia per me, il Labirinto, ma ti lascio un incipit di quel post "E infatti lui non c’è, nella trappola. Lui è la trappola. E dentro c’è il mondo, che lui, l’uomo-muro, non avrà mai." A presto.
L’uomo, anche se inconsapevolmente, ha sempre cercato di far luce su sé stesso. Si è circondato spesso di misteri della fede pur di rivelare attraverso un culto gli angoli più segreti del suo animo. Tuttavia, il “mistero” è definito tale perché anche se “spiegato” difficilmente viene compreso. Forse, rimane la necessità di rinnovare più volte possibile l’incontro con la verità attraverso gli archetipi, che diventano tappe di un rituale, il rito di una collettività travolta dal mondo delle emozioni.
Molto interessante il tuo post,ho' capito cose che minimamente pensavo esistessero...e capire..scoprire cose nuove e' sempre positivo. Lieto giorno Lu...
[ li chiamo "rifugi", le stanze, i luoghi, i non luoghi, Mumon, La Porta non porta, le chiavi e soprattutto i transiti..]consegna alchemica, cosa vi cercava chi vi avrebbe fatto accesso, cosa avrebbe trovato.
Io nel mio piccolo tento di attenermi alla Verità che reputo unica e significativa , qualcosa che esula da ideologia di vita e anche politica : credo in Dio , un Dio di Luce e di Bontà . Ho letto qualcosa su Zolla , ma non approvo proprio tutto : credo che a furia di cercare misteri , si perda la realtà intima e vera delle cose . Quella realtà insita " nella realtà " , per l'appunto . Non è una critica la mia , ci mancherebbe . Sono persona parecchio curiosa e proprio stasera , non ho timore nel dirlo , ho dato un'occhiata a certi siti satanisti ( esistono su web , perché non guardare un po' ? ) . Basta leggere un po' per capire che ci si trova di fronte a idee perniciose , condite non poco anche da ideologia antisemita tout court , odio verso qualunque religione e rappresentazione della realtà a dir poco ridicola : cose per matti , per veri matti . E' bastata una volta . Ti ho risposto nel mio blog , grazie ancora . Ciao
Anch’io sono persona particolarmente curiosa, caro Roberto (nome di mio padre e di mio figlio), un istinto che mi ha guidato in un “viaggio” la cui meta è sempre stata la conoscenza, la consapevolezza. Per il lavoro che faccio non potrei fare altrimenti, è la curiosità che mi consente di cercare e spesso trovare sempre nuove informazioni. Anche la mia recente presenza nel virtuale è dovuta a questo istinto. Il mio punto di vista sul divino è l’agnosticismo, ciò non toglie che è proprio per la curiosità innata che mi ritrovo spesso ad approcciare -in modo sincretico- a scuole di pensiero diverse, fatta eccezione per la Politica, ovviamente. Una ricerca interiore che ha poco in comune con la New Age, con l’esoterismo o il misterico. Diciamo che sono incuriosito anche da questo, ma proprio perché non ho la tendenza a dare preminente o esclusiva importanza a considerazioni di carattere morale. Insomma alla mia età mi sento abbastanza attrezzato per continuare le mie esplorazioni. In questo post ho inserito la citazione di Elémire Zolla, associandola alla metodologia Pictura Vivida, proprio perché il progetto di comunicazione che elaborammo e poi calammo in un contesto di evento aggregante (Borsa Internazionale del Turismo di Milano), rivitalizzando una stanza fatata, uno scrigno leggiadro destinato all’accoglienza: la Sala del Triclinio di Villa dei Misteri. Per completezza di informazione, ho anche linkato la videointervista a Zolla i cui studi antropologici, a mio modesto avviso, gli intellettuali di sinistra avrebbero anche potuto rivalutare dopo la sua morte. Ma lasciamo perdere Zolla e torniamo alla megalografia di Villa dei Misteri. E’ un rarissimo esempio di pittura romana classificata come “stile pompeiano” o per taluni studiosi “schema decorativo pompeiano”. Considera che un affresco analogo e di pari importanza è quello di una villa di Boscoreale (a pochi chilometri da Oplontis e da Pompei), in quell’area vesuviana riconducibile alla Pagus Augustus Felix Suburbanus. Peccato che questa megalografia che ti ho citato in termini comparativi sia oggi possibile osservala “smembrata” in più musei (dal Metropolitan Museum di New York, al Louvre, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Mi sto dilungando, e me ne scuso, ma se lo faccio è proprio per inquadrare il post nella realtà, quella vera, a cui fai riferimento nel tuo commento. Ma è anche l’occasione per fornire ulteriori informazioni agli amici di Libero che con loro commenti animano questo blog.
Tornando all’evento “Pictura Vivida - La Sala del Triclinio di Villa dei Misteri in Pompei”, la strategia che elaborammo ribaltò completamente i canoni di comunicazione usati solitamente in contesti di quel tipo, appunto aggreganti. La B.I.T. (Borsa Internazionale del Turismo) di quell’anno, si estendeva su di una superficie di circa 250.000 metri quadri occupando, quasi per intero, gli spazi espositivi della Fiera di Milano. Immagina che il solo padiglione Italia misurava 25.000 metri quadri. La visibilità era praticamente data dallo spazio occupato ma un mq NUDO costava ben 500 mila delle vecchie lire. La realtà vera, in quel caso, era rappresentata dal fatto che complessivamente l’Assessorato al Turismo della Provincia di Napoli presso il quale lavoravo (guidato dall’attuale Vicesindaco di Napoli di Rifondazione Comunista) aveva in bilancio 50 “miseri” milioni di vecchie lire (era il 1999). La prima criticità da affrontare fu quella di rendere “visibile” uno spazio pari allo 0,02 per cento dell’area espositiva della B.I.T. e a tal proposito mi sovviene un antico proverbio napoletano che recita: E GGHJUTA 'A MOSCA DINT'O VISCUVATO (“E' finita la mosca nel vescovado” e lo si dice di un modesto spuntino che dovrebbe saziare un affamato). Al nostro proverbio possiamo poi aggiungere l’italico AGO NEL PAGLIAIO. Considera, infine, che tutti gli espositori mettevano in mostra i propri “gioielli” per ottenere la massima visibilità e, per esempio, nel Padiglione Brasile si poteva pregustare il Carnevale di Rio (principale attrattore turistico di quel Paese) attraverso spazi scenografici di blocos, animati dalle principali Scuole di Samba (ti lascio immaginare cos’erano le ballerine selezionate per l’evento…). Questo il contesto dei competitors di cui eravamo perfettamente a conoscenza. Durante una riunione di brainstorming con i miei due compagni d’avventura (per i non addetti ai lavori per brainstorming si indica una tecnica creativa di gruppo capace di far affiorare idee risolutive del problema) tirammo fuori alcune parole chiave. Ti indico quelle che furono risolutive per la successiva elaborazione dell’idea progetto: Perla, unicità, celare, segreto, mistero, rivelare, dono, vero, falso,significato, significante, testimonial, cultura, vita, morte, luce, oscurità, identità, tradizione, sensi, emozione, spazio, supermarket, cibo.
Il passo fu poi breve. In estrema sintesi, individuammo il gioiello da celare per poi rivelarlo e rivitalizzarlo dando forma al contenuto concettuale legato alle parole individuate.
La realizzazione della fedele ricostruzione della Sala del Triclinio (35 metri quadri + 15 per il camerino della compagnia) fu l’elemento propulsivo di un evento che fece della spettacolare fusione di danza, suoni, visioni, un’emozionante avventura tra arte, immagine, movimento, ritmo, tecnologia e tipicità enogastronomiche.
Il pubblico era costituito prevalentemente da stakeholder (portatori di interesse) selezionati con grande attenzione. Dopo aver degustato alcuni prodotti tipici dell’enogastronomia napoletana (con quel po’ di progetto gli sponsor tecnici non ci mancarono) si avvicinavano al cubo, bello da vedere solo per la sua cromaticità, ma assolutamente estraneo al contesto nel quale si sarebbero calati. Infatti, come per incanto, nell’entrare si ritrovavano a contatto con i misteriosi affreschi del rituale iniziatico. Giochi di luce evidenziavano il ciclo pittorico per poi affievolirsi fino al buio profondo, preludio di un viaggio in un tempo senza tempo.
E' notte, nel silenzio della Stanza una voce narrante brinda elogiando il vino. Gli attori entrano in scena dando inizio ad una performance di teatro danza liberamente tratta dalle Baccanti di Euripide.
Per le coreografie, non facemmo altro che “stendere” come un pellicola cinematografica la megalografia trattando i fotogrammi come uno storyboard. Il termine indica la rappresentazione grafica, sotto forma di sequenze disegnate in ordine cronologico, delle inquadrature da realizzare per uno spot, un film o anche un fumetto.
L’evento che ti ho sinteticamente descritto, riscosse un gran successo riuscendo a perseguire l’obiettivo di proporre i valori storici, culturali ed artistici della Provincia di Napoli anche al fine di aumentare l’indice di attrattività delle tipicità proposte, proprio perché evocative di sensazioni e valenze della zona d'origine.
Questo link, è di pochi giorni fa. http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/15_marzo_20/scavi-riapre-villa-misteri-franceschini-si-cambia-33201840-ceef-11e4-a574-6aec89aee768.shtml
Grazie Roberto per il tuo commento, mi ha consentito di chiarire meglio il contesto da cui traeva origine il post. Un abbraccio fraterno.