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Creato da: lubopo il 30/09/2014
IL MIO AVATAR SONO IO

 

 
« URAGANO DI COLORIPICTURA VIVIDA »

JANARA

Arriva in sala "Janara", opera prima di mio figlio Roberto, con Alessandro D'Ambrosi, Laura Sinceri, Gianni Capaldi e Rosaria De Cicco. La presentazione mercoledì 11 febbraio al Torre Village di Torrecuso (BN), nella provincia campana dove è ambientato il film che prende spunto dalla leggenda della Strega Janara che, messa al rogo incinta nel '700, lanciò una maledizione...

LA TRAMA DEL FILM

Marta, incinta di poche settimane, torna dopo anni di assenza a San Lupo, Benevento. I ricordi di bambina, gli amori di un tempo e rapporti familiari da ricucire la tratterranno più del previsto. Scoprirà inoltre che il suo legame con la leggenda della Janara è tutt’altro che lontano…

IL CD DELLA COLONNA SONORA

In occasione della prima, sarà disponibile il cd della colonna sonora originale contenente il brano "È 'na Janara" di Eugenio Bennato e Sandro Di Stefano, cantato da Eugenio Bennato e Pietra Montecorvino.

SAREI CURIOSO DI SAPERE COSA NE PENSANO LE TANTE STREGHE CHE BAZZICANO QUESTO SPAZIO VIRTUALE E, A VOLTE, SI DISSOLVONO NEL NULLA. :-)))))

 'Sott'a l'acqua, sott'a 'ru viendo, sott'a la noce re Beneviendo'.

 
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la_tua_lady1
la_tua_lady1 il 16/02/15 alle 14:11 via WEB
La Janara, nella credenza popolare beneventana, soprattutto in quella contadina, è una delle tante specie di streghe che popolavano gli antichi racconti. Il nome potrebbe derivare da Dianara, ossia “sacerdotessa di Diana“. La leggenda narra che le streghe beneventane si riunivano sotto un immenso albero di noce lungo le sponde del fiume Sabato ed al motto di “sott a l’acqua e sott u vénto sott a la noce de binivénto” tenevano i loro sabba in cui veneravano il demonio sotto forma di cane o caprone. La Janara usciva di notte e si intrufolava nelle stalle dei cavalli per prendere una giumenta e cavalcarla per tutta la notte.Inoltre aveva l’abitudine di praticare le treccine alla criniera della giovane cavalla rapita, lasciando così un segno della sua presenza. Capitava a volte che la giumenta sfinita dalla lunga cavalcata non sopportasse lo sforzo immane a cui era stata sottoposta, morendo di fatica. Per evitare il rapimento delle giumente si era soliti, nel passato e ancora oggi, piazzare un sacco di sale o una scopa davanti le porte delle stalle, poiché la janara non poteva resistere alla tentazione di contare i grani di sale o i fili della scopa e mentre lei fosse stata intenta nella conta sarebbe venuto il giorno e sarebbe dovuta fuggire.La tradizione vuole che per poterla acciuffare, bisognava afferrarla per i capelli, il suo punto debole. A quel punto, alla domanda “che teni mmane”, cioè cosa hai tra le mani, bisognava rispondere “ferr e acciaio” in modo che non si potesse liberare; se al contrario si fosse risposto “capigli”, cioè capelli, la Janara avrebbe risposto ” e i me ne sciulie comm a n’anguilla”, cioè me ne svivolo via come un’anguilla, e si sarebbe così liberata dandosi alla fuga. Inoltre si diceva che a chi sarebbe riuscito a catturare la janara quando essa era incorporea, ella avrebbe offerto la protezione delle janare sulla famiglia per sette generazioni in cambio della libertà. Si accreditava alle janare anche la sensazione di soffocamento che a volte si prova durante il sonno, si pensava infatti che la janara si divertisse a saltare sulle persone cercando di soffocarle, si diceva che questo accadesse soprattutto ai giovani uomini. Luigi..ti sembrera' strano ma tutto cio' mi prende sempre di piu'eheheheh...sto studiando guarda un po'...Buon inizio di settimana..
 
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