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Creato da: lubopo il 30/09/2014
IL MIO AVATAR SONO IO

 

 
« LA VIA DEI GRECI ED IL M...LA STRAGE DI VIA PALESTRO »

UNIVERSO... PARALLELO

Post n°41 pubblicato il 20 Luglio 2015 da lubopo
 

 

 

Dopo la recente separazione vivo in un appartamentino non climatizzato e stanotte (caldo bestiale) ho deciso di andare un po’ in giro per la città con il mio vecchio fuoristrada (una Kia Sportage 1997).

la mia Kia

Destinato alla rottamazione dall'opulenza lombarda a soli 80 mila Km, me lo son preso (a gratis) e l'ho rimesso in sesto con un cambio gomme ed un impianto GPL. Seppur vecchiotto, è provvisto di un efficiente sistema d’aria condizionata.

io e Kia

Indosso un pantaloncino, una Tshirt, calzo dei sandali, scendo da casa e mi avvio verso Piazza Trieste e Trento.

Lì, nelle roventi notti estive, trovi un'acquafrescaia che può refrigerarti con una bella granita di limoni procidani.

limoni di Procida

Per arrivarci devo imboccare l’ottocentesco Corso Re d’Italia (oggi Corso Umberto I, detto anche Rettifilo)

Corso (1)

attraversarlo tutto (quasi un Km e mezzo) per poi sbucare a Piazza Municipio. Dopo aver percorso il breve tratto di strada che costeggia i Giardini Munumentali di Palazzo Reale e, in successione, uno dei più prestigiosi teatri al mondo, quello di San Carlo,

s-carlo1

ecco raggiunta l’ambita meta: il chiosco dell’ “aquajola”. A velocità di crociera il tragitto dura una decina di minuti, una goduria nell’auto climatizzata. Percorro il "Rettifilo", sbuco a Piazza Municipio ma...  invece di proseguire mi fermo.

fontana-del-nettuno-napoli-pia

Chi conosce Napoli potrebbe pensare che sono stato attratto dalla splendida fontana del Nettuno con le magnifiche sculture del Fanzago (appena restaurata). No di certo, ho la fortuna di contemplarla tutti i giorni quando mi reco in ufficio. Ciò che mi fa pigiare improvvisamente il freno, distogliendomi dalla granita, è un'insolita scena: un set televisivo che si frappone tra la fontana barocca e lo storico Palazzo sede del Comune di Napoli, sulla cui facciata è ancora in bella mostra lo striscione OXI pro-Grecia, di cui al mio recente post “La via dei Greci”.

L'avrete capito già da tempo, sono curioso per natura… ma anche per deformazione professione. Parcheggio e mi reco sul set. Un allestimento oltremodo appariscente: Vidiwall da 60 monitor, luci motorizzate da concerto rock, idem per l'impianto di diffusione sonora, OB-Van outside broadcast ultima generazione, un potente gruppo elettrogeno, camion e furgoni vari per attrezzeria. Finanche una Skycam Camera Jib Crane con tecnici dell’Esterna 2 di Roma lì, all’una di notte, di domenica, a far le prove.

esterna 2

groppo retro gruppo elettrogeno regia 

 gru mamma rai vidiwall

“Azzzzzzzzzzz…- mi dico - una produzione coi fiocchi”. Decido di scattare qualche foto con lo smart. Nell’inquadrare la zona palco leggo di cosa si tratta: 47 35 Parallelo Italia, la nuova trasmissione “itinerante” condotta da Gianni Riotta, ex direttore del Sole 24 Ore e del Tg1. Gianni Riotta conduttore di una trasmissione in diretta e per giunta in esterno, in piazza? Qui a Napoli? Bohhhh?! Bisognerebbe chiederlo ad Andrea Vianello che prima di fare il direttore di RAI3 faceva giustappunto il conduttore (in studio). Misteri di Mamma RAI. Fatto sta che domani (sono già le tre di notte), martedì 21 luglio, andrà in onda da Napoli la seconda puntata di 47 35 Parallelo Italia. La prima puntata ha più che dimezzato gli ascolti (già scarsi) del Ballarò condotto da Giannini. Lo share fatto registrare, pari al 5,3%, è stato un vero flop.

C’è proprio da rimpiangere i tempi di Angelo Guglielmi che tra il 1987 e il 1994 riuscì a trasforma la cenerentola del servizio pubblico in una rete innovativa e coraggiosa che produceva programmi quali: Quelli che il calcio, La TV delle ragazze, Avanzi, Samarcanda, Blob, Telefono giallo, Mi manda Lubrano, Chi l'ha visto?, Ultimo minuto, Un giorno in pretura… lanciando personaggi come Santoro, la Dandini, Fazio, Chiambretti, quintuplicando in pochi anni lo share della rete. Vabbé, altri tempi…

Precisato ciò e al di là delle recensioni sulla prima puntata dall'EXPO  http://www.primaonline.it/2015/07/16/208888/il-fatto-scatenato-sul-nuovo-talk-di-rai3-una-valletta-chiamata-riotta-il-vero-conduttore-del-programma-e-renzi/ vorrei soffermarmi sul costo di produzione del programma, vista l'evidente "dispendiosità" di risorse impegnate (umane, tecnologiche ed economiche).

Facciamo un po’ di conti. Ogni puntata costa nientepopodimenochè: 200 MILA Eurini! Qui potete vedere la prima puntata e farvi un’idea più precisa di cosa stiamo parlando http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-566c5574-41c5-40db-a518-1f948ffcc06e.html.

Le puntate hanno una durata di 125 minuti che, divisi per i 200 mila Euro, fanno la bella cifra di 1.600 euro tondi tondi a minuto. Di questi tempi con 1.600 euro si pagano due ricercatori precari per un mese. Ovviamente quelli più "tenaci" che non hanno ancora deciso di espatriare... 

Certo, certo, il  PARALLELO non sarà corretto, ma lo faccio lo stesso e lo offro a voi come spunto di riflessione… prima di consumare la mia granita di limoni procidani, tornare a casa e scrivere questo post.

post granita black

pubblicazione post black

 
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lubopo
lubopo il 23/07/15 alle 00:00 via WEB
Dopo il casino che è accaduto ieri, non posso che rispondere ai commenti riportando la versione del Comitato Regionale per il Reddito Minimo Garantito: PARALLELO ITALIA, COSI' CI E' STATO VIETATO L'INTERVENTO SUL PALCO. Una giornata lunga quella di ieri iniziata alle 19.45 quando un mediatore della redazione del nuovo “think-show” di Gianni Riotta “Parallelo Italia” ha interloquito con il comitato campano per il reddito minimo garantito. La mediazione è stata per un intervento di qualche minuto sulle emergenze sociali che affliggono questa città, con un riferimento alla nuova campagna sul reddito minimo lanciata il 9 luglio in occasione dell’insediamento del primo consiglio regionale. Donne ed uomini mobilitati in questa città avrebbero voluto prendere la parola sulle tematiche che Riotta stava affrontando. Si voleva raccontare a chi non vive licenziamenti, solitudine, precarietà e devastazione ambientale che cosa significa vivere sotto l’ennesimo governo che fa proclami ridicoli e approva leggi pericolose. Magari ci fosse stata volontà di dare anche qualche risposta a questa marea di problemi ma chi era seduto su quelle sedie in quel programma non è stato capace di discutere nessuna delle tematiche affrontate. La proposta di farci intervenire si è dimostrata una finzione, l’intenzione inizialmente era di far scivolare l’intervista in seconda serata, dando così uno spazio minore a questioni che in questa città e non solo hanno un peso enorme. Il “Think-show” si dimostra in realtà un “electoral-show”, dove i volti campani della politica dei “due poli” erano lì a propagandarci parole dal gusto velenoso e chiaramente elettorale in vista delle votazioni comunali 2016 a Napoli. L’attesa, il clima torrido, hanno esasperato le persone che erano lì, circondate da poliziotti e transenne come se fossero i peggiori criminali della società. C’è stata prima la pretesa di fare una trasmissione in una piazza della città, la Piazza del Municipio e poi si è pensato bene di blindarla, rubando a chi la abita il diritto di discutere liberamente di temi come la crisi economica, la disoccupazione, tante altre emergenze sociali ed ambientali. Questa situazione pesante ha portato un ex operaio Fiat, licenziato da tanti anni per motivi politici dallo stabilimento di Pomigliano, a provare a raggiungere il palco in modo spontaneo per parlare di ciò che stava subendo e per dire cosa tanti e tante in questa città provano sulla propria pelle ogni giorno. Come si vede anche dalle immagini, l’attivista di Pomigliano è stato peraltro bloccato istantaneamente dalle forze dell’ordine, senza avere la possibilità di dire ciò che avrebbe voluto. Nonostante il gesto dell’ex-operaio Fiat, ci era stata comunque confermata la possibilità di intervenire nel dibattito. Pertanto i manifestanti sono rimasti ancora ad attendere, seppur oramai poco fiduciosi. Per questo poi le urla e i cori non si sono placati durante la trasmissione; cori cantati per la paura che la nostra voce in quel think-show non sarebbe mai arrivata. I fatti non hanno smentito le supposizioni: dopo l’ultimo spacco pubblicitario, dopo aver parlato dei drammi di una società intera in modo quantomai inappropriato, ecco la canzone di Malika Ayane, e la speranza di re-intervenire – come ci avevano a più riprese detto – svanisce definitivamente. Tutto ciò ci fa venire in mente la citazione di un famoso telefilm, Boris: ” questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette, mentre fuori c’è la morte! ” (Valerio Aprea) L’intervento che avremmo voluto fare sul palco voleva essere il più genuino e comprensibile possibile. Avremmo voluto parlare di come in Campania con tassi di disoccupazione altissimi, con un’emergenza abitativa dilagante, con la questione annosa dei cinque licenziati fiat, espulsi dai cancelli di Pomigliano per motivi politici, con un tasso di suicidi abnorme e con una bonifica a Bagnoli sempre propagandata e mai fatta, si affrontino con leggerezza questi temi, mentre si parla sempre di tutt’altro: dell’incompatibilità con la carica di governatore di De Luca, della crisi occupazionale in termini generici e poco specifici, di tante altri argomenti pretestuosi e poco risolutivi. All’indomani dell’episodio di martedì 21 luglio ci restano tante cose da chiederci ma ci soffermiamo su due punti: 1) La tv di stato, in cui vengono spesi i soldi della popolazione, con un livello politico e culturale così basso nei programmi di approfondimento è da considerarsi un servizio pubblico? 2) Il merito di un giornalista dovrebbe essere quello di dare un terzo punto di vista critico e chiaro anche su questioni spinose come quelle che avremmo voluto affrontare e che non si sono dibattute in questa trasmissione. Riotta in questo palinsesto estivo con il suo programma ha fatto davvero il suo dovere? Questa tv fatta di specchietti per le allodole e falsi talk show ha stancato tutti. Pensiamo che le città in cui si interviene vadano rispettate, e bisogna dare il giusto spazio alla realtà altrimenti ci si perde nella finzione fatta dei Migliore, dei Riotta e delle Prestigiacomo di turno. Ci scusiamo infine con l’artista Ayane, che avrà capito, dopo questo nostro racconto, come la bottiglietta (VUOTA) fosse per Riotta e i suoi ospiti “politici”. Siamo confortati intanto dalle sue dichiarazioni: “Il motivo per cui ho smesso di cantare è molto semplice. Nessuno mi ha preso a bottigliate come ho letto in giro, ho visto una bottiglia di plastica sfiorare Brando e ho visto contestatori e polizia correre, il pubblico dentro la transenna attonito e spaventato. Quando ho percepito un clima teso e surreale mi sembrava di estremo cattivo gusto rimanere sul palco a favore di camera. Nessuna indignazione, mi sentivo solo un filo fuori luogo. Se fossi rimasta lì a finire di fare il mio lavoro, forse non se ne sarebbe accorto nessuno.” Comitato Reddito Minimo Campania (Fonte:http://www.identitainsorgenti.com)
 
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