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GIOCALA, GIOCALA, GIOCALA...
Non so se l' avete mai notato ma, spesso e volentieri, tra le pubblicità presenti nei banner laterali delle pagine web (compresa la home di Libero), ci sono quelle riguardanti giochi di carte: "gioca a briscola on-line"...
ON - LINE????
Non ci giocherò mai on-line: mi mette tristezza. E poi, anche se una partita a scopa (il gioco di carte, già lo so che stavate pensando ad altro, depravati!) può sembrare uno dei passatempi più innocui del mondo, giocare a carte è uno sport (si, è inutile che fate quella faccia, è uno sport: ormai le partite di poker vengono trasmesse sui canali tv dedicati allo sport con tanto di telecronaca del cicciobombo dei Take That Giacomo Valenti) per veri uomini! Non ci credete? invece è così, e vi spiego perchè.
Prendete, ad esempio, le partite a carte tra vecchietti: sembrano tranquille occasioni di ritrovo tra amabili persone che trascorrono del tempo in compagnia, ma in realtà sovente si trasformano in tragedia. Dai a quattro anziani un mazzo di carte napoletane/piacentine/piemontesi (ce ne sono praticamente per ogni capoluogo) e dopo un tressette può anche scapparci il morto, nel vero senso della parola. Il campo di battaglia è solitamente il dehor di un rispettabilissimo bar, che però per l'occasione si trasforma nella peggior bettola di Caracas.
Appuntamento generalmente verso le 17, dopo il riposino pomeridiano, che si sa: a mente fresca si ragiona meglio. Gli sfidanti si presentano nel luogo prestabilito accompagnati dai loro scagnozzi (l'età media si aggira sui 75 anni), manco si trattasse di una gang di teppisti. Il clima diviene ben presto infuocato grazie al tavernello gentilmente offerto dalla proprietaria del bar, una vedova 90enne ben lieta di avere per sè tutti quei bei maschioni. Durante le prime mani l'atmosfera è quasi rilassata, interrotta di tanto in tanto da qualche bestemmia, che però è sempre ben accetta in contesti del genere. Man mano che però ci si avvicina alla fine della partita la tensione sale: in gioco c'è l'onore (rappresentato dal titolo di campioni rionali di briscola) e un panettone scaduto proveniente da una cesta scontata della Lidl dell’anno prima.
La partita, al meglio delle 5 mani, trascorre veloce: come da copione al termine di ogni mano scatta la moviola in campo, durante la quale gli sfidanti analizzano le giocate e recriminano sugli errori: "ma perchè hai giocato il 3 alla prima mano se eri solo? io ero incartato, imbecille!". Si va però avanti, che chi si ferma è perduto. Siamo sul 2-2 ed è l'ultimo, decisivo round! Dato che durante il primo giro non si può parlare, i componenti delle 2 coppie tentano di comunicare tra loro utilizzando il linguaggio dei segni e dei colpi di tosse, ma, vuoi la cataratta, vuoi la sordità in stadio avanzato, nessuno capisce nulla e continuano a giocare a cazzo di cane. La partita dura ormai da oltre 2 ore e, vuoi per il vino bevuto prima, vuoi per la prostata infiammata, il signor Rossi, capitano della prima coppia, sbaglia la giocata tirando giù un asso. L'avversario alla sua sinistra va liscio, il compagno del signor Rossi gioca il fante. Sembra fatta, ma all'improvviso accade il dramma: l'avversario alla destra del signor Rossi gioca il 3 e prende tutto. Questa mossa sancisce la sconfitta della coppia capitanata dal Rossi e la contemporanea perdita del titolo di campioni rionali detenuto da oltre 10 anni. Il compagno del signor Rossi spacca un bicchiere di vetro sul tavolo e tenta di assalirlo con la scheggia tagliente per colpirlo alla giugulare, nel tentativo di vendicare l'onta della sconfitta da lui causata. Rossi si accascia per terra esanime. Ne nasce ben presto una megarissa degna dei migliori film di Bud Spencer e Terence Hill, in cui volano protesi e stampelle, e che viene sedata solo grazie all'intervento dei reparti speciali della polizia in tenuta anti-sommossa.
Con un bilancio di un morto e sette feriti gravi, il match si conclude in parità, senza che l'ambito premio sia assegnato a nessuno. “Poco male – commenta la proprietaria del bar ed organizzatrice della sfida – lo ricicleremo per la prossima volta”.
(Vasco rossi - Giocala)
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