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FORSE..UN ANNO DOPO
In genere non credo negli anniversari e nelle celebrazioni, ma due righe su quello che è successo un anno fa alla fine le ho volute scrivere: non sapevo se farlo, vista la delicatezza dell'argomento il rischio di scrivere cose banali è molto forte, ma alla fine ho deciso di si. Solitamente le pagine di questo blog vengono riempite praticamente solo da stronzate, ma anche se non credo di avere le carte in regola per fare riflessioni ci provo a scrivere. E' l'opinione di una persona comune, nulla di più.
L'anno scorso alle 3:32 ero appena tornato da lavoro: quei circa 30 secondi di scossa li ho avvertiti pur'io qui a Napoli, che notoriamente non è proprio vicina a L'Aquila. Sarà che ero sveglio, ma me li ricordo bene.
Ieri notte fiaccolata silenziosa nel centro storico del capoluogo abruzzese, commemorazione e lettura dei nomi delle 308 vittime del sisma.
La domanda ricorrente è: Cos'è cambiato in un anno? Cos'è successo quando i riflettori si sono spenti perchè altri avvenimenti hanno cominciato ad occupare le prime pagine dei giornali?
Io non sono abruzzese, quindi non posso dare una testimonianza diretta: quello che so l'ho letto dai giornali, su internet, visto in tv. Posso essermene fatto un'idea, che però di sicuro è lontana parente della realtà.
Non è cambiato nulla, è andata la solita replica.
Come al solito i primi mesi gare di solidarietà, promesse di aiuto da tutti i leader del mondo, addirittura lo spostamento del g8 a L'aquila, Berlusconi che faceva fotografie a destra e a manca mentre restituiva le dentiere alle vecchiette e inaugurava le casette di legno da consegnare agli sfollati prendendosi tutti i meriti (ste casette in realtà le aveva donate la regione trentino, ma questo non si doveva sapere): insomma come al solito si è vista la bella faccia, quella della solidarietà.
Poi sono venuti a galla gli scandali, le intercettazioni delle telefonate di quei figli di buona donna che non vedevano l'ora di accaparrarsi gli appalti per la ricostruzione, le polemiche, le inchieste. C'è chi dice che si sapeva che sarebbe successo, calcolando che alcune famiglie (sono poche, ma ci sono) colpite dal terremoto avvenuto in irpinia nell'80 (30 anni fa) vivono ancora in situazioni disagiate a causa del magna magna che ci fu in quell'occasione. Forse è vero. Inoltre dei finanziamenti promessi ne sarannò arrivati la metà, colpa anche della crisi economica.
E ora? a che punto siamo?
A quanto vedo non si è andati molto avanti, ma questo potete vederlo coi vostri occhi.
La mia riflessione è un'altra: quanta voce si è data ai cittadini delle zone colpite dal sisma? quanto incideranno i loro pareri nella ricostruzione? c'è ancora tanta rabbia in queste persone. E' emersa oggi nella riunione straordinarea del consiglio comunale durante la quale è stato fischiato il messaggio inviato da Berlusconi. E' emersa in questi mesi con la rivolta delle carriole, una manifestazione pacifica (ostacolata peraltro dalla polizia) con la quale gli aquilani tentavano di riappropriarsi del loro centro storico. E' emersa in tante altre occasioni che non sto qui a dirvi.
Si potrà obiettare che la rabbia non serve a nulla, che occorre razionalità per gestire questo tipo di situazioni. Io credo invece che se incanalata bene può essere molto positiva. Non si possono escludere gli aquilani dalla ricostruzione della loro città come silenziosamente si tenta di fare. Lo sta facendo la destra, ma lo avrebbe fatto anche la sinistra.
Non è questione di credo politico, ma di buonsenso. Forse quello è presente maggiormente nella gente comune che negli uomini politici. Perchè per gli aquilani forse a sto punto è meglio fare da soli e sbattersene al cazzo dei messaggi di cordoglio (e molto probabilmete di quello che ho scritto io) e delle promesse.
E forse è giusto cosi, anzi sicuramente.
Ma forse ho scritto solo una marea di cazzate e banalità.
Forse era meglio sta zitti..
(Simon & Garfunkel - The sound of silence)
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