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Ho sempre pochissimo tempo per postare ultimamente, ma un paio di righe su qualcosa che mi sta a cuore ci tenevo a buttarle giù. Come (credo) avete avuto modo di leggere, nella notte tra lunedi e martedi, qui a Napoli, è stata incendiata la Città della Scienza. Magari non ve ne frega nulla e adesso uscite da questo blog e andate a leggere sull'home page di libero che la Hunzicker è incinta (e son notizione queste, ora si che posso dormire la notte). Liberissimi di farlo, per carità, ma se avete voglia di capire perchè questo avvenimento ha destato l'attenzione di qualcuno vi invito a leggere.
Comincio con lo spiegarvi COS' ERA città della scienza. E cosa ritornerà ad essere. Sorta nell'aera dell'ex Italsider di Bagnoli (una delle più grandi acciaierie del meridione) era, nel corso degli anni, diventata uno dei principali poli culturali di Napoli. A dispetto del nome che può "mettere paura", (alcuni se sentono la parola scienza si fanno venire le convulsioni e rinunciano a priori ad ascoltare), era uno spazio di TUTTI: al suo interno venivano allestite mostre, e c'era uno science center che aveva l'obiettivo di avvicinare la scienza alla gente comune; c'era un planetario; c'era l'officina dei piccoli, che permetteva ai bambini di apprendere la scienza giocando; c'era un incubatore di imprese, cioè uno spazio che ospitava le start-up, ovvero quelle imprese create dal nulla dai giovani e che venivano "ospitate" in quegli spazi per non gravarle anche delle spese di una sede. Era un concentrato di energie positive quel posto, un luogo dove gente con voglia di fare e buone idee cercava di creare lavoro e diffondere cultura. Già, la cultura: quella con la quale secondo un noto ex-ministro non si mangia. Eppure funzionava. Ma si sa, la cultura ad alcuni può dare fastidio. Le cose buone possono dare fastidio. E siccome a breve partirano le gare d'appalto per la riqualificazione di tutta l'area ex-italsider (città della scienza, seppur grande, ne occupava una minima parte: l'intero spazio è di diversi ettari) meglio fare piazza pulita di tutto quello che c'è per poi sommergere tutto col cemento corrompendo politici qua e là.
Già dal primo momento si era capito che l'incendio era di origine dolosa, e le indagini lo stanno confermando ora dopo ora. E' stato dunque l'attacco di una mano criminale, che ha voluto intenzionalmente affossare uno dei fiori all'occhiello della Napoli positiva. Perchè era scomodo. E' stato un attacco alla cultura, alla voglia di fare, a chi crede, nonostante tutto, in un futuro.
A Città della Scienza ho partecipato a diverse iniziative, e 6-7 anni fa stavo per provare a creare anch'io una start-up li, con degli amici. E fino a qualche tempo fa la vedevo ogni giorno Città della Scienza, perchè frequentavo la facoltà di Ingegneria che sorge nei pressi. Come detto era stata ricavata da un' ex area industriale: guardare da lontano quelle enormi ciminiere quando ogni mattina scendevo dalla cumana (per i non indigeni: una specie di metropolitana che serve la zona Flegrea), e vedere un po' più sotto i capannoni in cui c'era la sua sede mi faceva capire che c'era una speranza, che dopo il deserto lasciato dalla crisi industriale che aveva portato alla chiusura dell'italsider poteva esserci ancora qualcosa di buono in questa città.
Vorrei che il vento del mare di Bagnoli riporti di nuovo in vita questa speranza ferita. Noi nel frattempo ci siamo e non molliamo. Mai.
"sì vuò capì napule
tecchete e chiav'rind' e man' e sì tras'
infern' e paradis'
sacr' e profan'
lott' trà abel' e cain'
chi và facenn e vot' a e sant'
e chi ancor addumand' a sibbill' sort' e destin'
cultura greco-latina ndà muin'
tra fatt' fast' e nefast'
stà gent' mist'
esalt' gest, past, cast e dinastia'
filosofia' e poesia
bast' n'idea e napule distrugg' e crea..."
(La Famiglia - Odissea)
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