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Post n°47 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da luvi57

CATANIA - Quasi vent'anni di servizio nella polizia, donatore di organi, sangue, volontario della Croce Rossa insieme alla moglie e poliziotto coraggioso. Colleghi ed amici descrivono così Filippo Raciti, l'ispettore di polizia di 38 anni ucciso ieri sera durante gli scontri che hanno insanguinato il derby siciliano Catania-Palermo. Coraggioso perché, come ricorda Roberto, collega di lavoro e amico, "era di un altruismo unico che manifestava anche quando non era in servizio. Ricordo l'ultima alluvione che ha colpito Catania quando Filippo, pur non essendo in servizio, non esitò ad intervenire per salvare una persona immobilizzata nella sua casa vicino all'aeroporto".

Oggi pomeriggio la moglie Marisa Grasso è tornata nello stadio dove gli ultrà hanno ammazzato il suo Filippo per deporre un mazzo di fiori. "Resterai sempre nei nostri cuori", le poche parole scritte sul biglietto. Un gesto toccante quello di Marisa, protetta da alcuni colleghi del marito che l'hanno abbracciata e sostenuta mentre liberava un pianto disperato. Una donna dal carattere forte, che soffre in silenzio, seduta per quasi tutto il giorno accanto alla lastra di marmo dell'obitorio in cui è stato composto il corpo del marito. Con lo sguardo fisso verso il volto del suo amato Filippo, accarezzandogli i capelli, le mani giunte sul petto.


I genitori di Filippo Raciti sono anziani. Entrambi, seduti nella stanza dell'obitorio, piangono il figlio morto per una partita di calcio. Il padre ogni tanto si affaccia nel cortile all'aperto con l'aria incredula di chi non riesce a spiegarsi il motivo di una tragedia assurda e senza un perché. Non ha più lacrime la sorella dell'ispettore, Giulia, che fa fatica a parlare. La sofferenza le stringe la gola e il cuore: "Non ha alcuna importanza - dice - chi sia venuto qui a darci conforto, perché tanto mio fratello è morto. Da quel letto Filippo non si alzerà più. Non è una cosa di tutti i giorni perdere un fratello, soprattutto in questo modo...".

Raciti aveva due figli: una ragazza di quindici anni, Fabiana, e un bimbo di nove, Alessio. La figlia l'hanno vista allontanarsi oggi dall'ospedale sorretta da alcuni parenti in preda alla disperazione. Per lei e il fratello due iniziative importanti: il quotidiano La Sicilia ha indetto una raccolta fondi, mentre il Coni, fa sapere il presidente Gianni Petrucci, ha intenzione di istituire delle borse di studio destinate a loro. La moglie Marisa tra due settimane avrebbe dovuto sostenere l'esame per diventare infermiera: era volontaria da due anni insieme al marito.

La notizia della morte di Filippo l'hanno saputa dalla televisione. E' sempre Roberto, il poliziotto con cui Raciti formava una coppia affiatata in servizio e nella vita privata, a confidarsi con la stampa: "A me è arrivato un sms, la famiglia l'ha saputo dalla tv. E' una cosa che non voglio neanche commentare. Filippo era come fratello per me, è stato il padrino di mio figlio al battesimo. Siamo entrambi donatori di organi e sangue e ci siamo occupati anche di problemi di bambini soli. L'ultima volta che l'ho visto è stato ieri, nel pomeriggio. Mi ha dato il suo foulard rosso - continua Roberto - quello della divisa, dicendomi di tenerlo perché secondo lui tirava una brutta aria e avrei potuto averne bisogno. Sembra quasi una premonizione".

E dire che a Filippo "non interessava il calcio. Non era il primo derby che facevamo insieme. In un derby fra Catania e Palermo - aggiunge ancora Roberto - siamo stati insieme ad un processo contro un tifoso che ha patteggiato". Salvatore Renda, l'altro poliziotto ricoverato ieri sera in seguito ai tafferugli, ricorda quando Raciti entrò in polizia nel 1988, trascorrendo gran parte della sua carriera nel Reparto mobile, tanto da essere uno degli uomini di maggiore esperienza. "Un uomo maturo più della sua età" racconta Renda.

Parole di cordoglio per il poliziotto deceduto arrivano anche dal principe Emanuele Filiberto di Savoia: "Ho deciso di dedicare il mio viaggio a Catania alla famiglia di Filippo Raciti e a tutta la Polizia di Stato. Desidero essere vicino a loro in questo momento". Emanuele Filiberto arriverà domani a Catania, per esprimere la solidarietà di Casa Savoia alla famiglia di Raciti. In una nota, la Casa reale esprime anche il suo cordoglio verso l'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, di cui Filippo Raciti era membro.

(3 febbraio 2007)
 
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Commenti al Post:
violette51
violette51 il 05/02/07 alle 08:43 via WEB
infatti..nn si puo' ma a volte mi chiedo ..perche' sempre e solo in questi casi poi prendono provvedimenti ferrei...se fosse accaduto ad un altro comune mortale...chissa!!cia vio
 
a_tiv
a_tiv il 05/02/07 alle 15:27 via WEB
Morire così! Disperdere il riferimento di una famiglia, i progetti per il futuro, l'educazione dei figli....d'un tratto dissolversi tutto per 4 zoticoni incolti, per un pallone e una cornice di odio e di rancore che circonda una partita di calcio. Non è possibile! E' assurdo, surreale, inamissibile! Bisogna trovarli gli assassini...tutti gli assassini che ammazzano per gioco e per stupidità, tutti coloro che scaricano le loro frustrazioni di persone senza valori in una odiosa e violenta contrapposizione sportiva. Bisogna cercarli e scovarli...non meritano di girare impuniti tra la gente, di confondersi agli altri, di sorridere e far finta di niente. Internati nelle carceri con rigore e senza indulti e favori...perchè non facciano più del male, perchè espiino il male gratuitamente inflitto alla società civile. Ciao! Vito
 
unblogaquattrozampe
unblogaquattrozampe il 05/02/07 alle 16:53 via WEB
Non ho parole, è una morte assurda.
 
Dike_vendicatrice
Dike_vendicatrice il 05/02/07 alle 23:02 via WEB
Ciao Luvy.... sono passata per un saluto e mi sono soffermata ancora una volta sulla tragedia di Catania. Ho seguito la diretta dei funerali, ho avuto il magone quando la figlia dell'ispettore leggeva una dedica al padre. Mentre scrivo ascolto skytg24 e riferiscono che all'interno dello stadio abbiano trovato ogni genere di oggetti atti a colpire e che fanno desumere che lo scontro tra tifosi fosse solo un pretesto per scatenare uno scontro contro le Forze dell'ordine. Ascolto che anche a livello governativo qualche proposta è uscita, ma credo che, al di là di tutto, manchi la cultura del rispetto per il prossimo. Un donna come la madre di carlo Giuliani stamattina ha scritto sulla prima pagina di Liberazione: "A parte la divisa, potrebbe essere mio figlio". Credo che bestemmia più grande non ne potesse dire. Credo che le differenze tra i due siano davvero più di uan divisa. Questi sono gli esempi che la classe poilitica offre ai giovani: quelli di parificare vittime ed aggressori. Ti saluto cordialmente
 
 
luvi57
luvi57 il 06/02/07 alle 07:59 via WEB
Ciao Dike.... già hai perfettamente ragione. Ma tu l'hai sentita l'intervista a Caruso? No dico ma dove siamo arrivati? Sono indignata e mi sorprende questa "inerzia" nel cercare di porre rimedio a una situazione che ormai è divenuta intollerabile. Cmq ha ragione Pisanu, le leggi ci sono, bisogna solo applicarle. Cominciamo con il non dare deroghe per quegli stadi che non sono a norma, cominciamo con la certezza della pena, il deliquente è delinquente al di là dell'ambito in cui delinque. Buona giornata
 
 
SUNICAnna
SUNICAnna il 07/02/07 alle 17:37 via WEB
hai ragione dike...non poteva dire una bestemmia più grande!!
 
SUNICAnna
SUNICAnna il 07/02/07 alle 17:34 via WEB
per prima cosa un abbraccio e vorrei sapere come stai. Su ciò che è accaduto a CT tanta tristezza nel pensare a ciò che stanno soffrendo la moglie ed i figli di Raciti...a ciò che dovranno affrontare...e solo chi ci è passato può capire. Ma ho anche tanta rabbia vero le famiglie di quei TEPPISTI..dove cavolo erano mentre i figli combinavano quello sfacelo? Ho 2 figli tifosi ma gli ho permesso di andare allo stadio solo quando mio cognato ha potuto accompagnarli.....e ai derby non li ho mai fatti andare....perchè ormai la parola derby è sinonimo di rissa sicura! ed ho rabbia quando leggo che il calcio è solo violenza...il mio figlio maggiore gioca da professionista e quando ha visto i filmati in tv ha detto. "mamma ti fanno venire lo schifo perchè questo non è il calcio, questa è delinquenza"....ed ha ragione, non è il calcio ad esser malato ma la ns società
 
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