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« Per tutti coloro che non...Il mito di Cleopatra »

L'ARTE COME CODICE

Post n°34 pubblicato il 27 Febbraio 2016 da legrillonnoirdestael
 

 

L'antico Egitto ha prodotto un'arte dalle caratteristiche stilistiche talmente omogenee ed uguali a loro stesse e con paradigmi figurativi tali, da essere ovunque riconoscibili.

Per intenderci, intendo riconoscibili anche da chi non riconoscerebbe la differenza tra una scolastica bozza a matita accuratamente disegnata con tanta buona volontà e senza un filo di creatività su un foglio liscio o da chi non solo non comprende i geroglifici; ma ha serie difficoltà anche con la madre lingua.

Caso comunque più unico che raro nella storia dell’arte, (udite, udite...di storia dell'arte si sta parlando, no Amici, no X-Factor...) l’arte egiziana non ha manifestato evoluzioni...similmente ad alcuni di noi, che con il tempo non fanno un passo verso la pace della mente.

In sostanza l'arte egiziana è un funzionario dogmatico dell'arte.

Come qualcuno di noi...

E qui lo scontro tra creatività e tecnica entra in gioco. Pesantemente.

Non c'è segno di creatività, cioè di capacità di evolversi, trasformandosi e sperimentando nuove forme o nuovi parametri nell'arte egiziana; ma solo la scelta di riproporre indefinitamente il proprio immutato ed immutabile modello di perfezione ideale, universale e sempreterno.

Dogmatica, funzionaria e assolutista arte egizia... D'altra parte non è un caso che l'arte egiziana prendesse la sua forma in un sistema politico non propriamente libertario ed il tutto, infatti, veniva regimentato in canoni, norme e codici.

L'intento di quest'arte al tempo di Cleopatra era quello di codificare in maniera immutabile gli elementi rappresentati in modo da diventare universali, assoluti, sganciandosi dai particolari soggettivi ed episodici.

Così l'uomo veniva rinchiuso in una bidimensionalità fissa: solo il tronco e l'occhio (un solo occhio, naturalmente) erano visibili frontalmente; mentre gli arti superiori ed inferiori ed il volto erano mostrati soltanto di profilo.

Per costruire l'immagine, quindi, gli artisti si affidavano ad un reticolo.

 

                                         

 

Anche la scrittura, geroglifica, era un'immagine. Ed anch'essa metaforicamente rinchiusa nel medesimo campo quadrettato in cui gli egizi partorivano le loro figure.

Figure e parole che si confondono: segni grafici simili ad immagini e immagini lineari e geometriche come caratteri linguistici, ideati e portati avanti come un unico aspetto di comunicazione. 

 

Cosicchè proprio dagli egiziani arriva il suggerimento di guardare all'arte non come una rappresentazione naturalistica della realtà; ma come un linguaggio codificato.

 

Tra rivoluzioni politiche e proteste di massa l’arte egiziana non è stata ultimamente il principale argomento di discorso sul panorama internazionale ma questo certo non significa che abbia smesso di mostrarsi.

E negli Emirati Arabi, la Galleria Ward ha anche aperto una sua seconda filiale. ..

 

                           

 

                                  Untitled 6, di Essam Marouf - Courtesy Gallery Ward.

 

 

  MA LA DOMANDA CON CUI VI LASCIO E' LA SEGUENTE:

 

DAVVERO POTREBBE ESISTERE UN'ARTE CHE, PUR TECNICAMENTE PERFETTA E FEDELE ALLA REALTA' DELLE IMMAGINI IN NATURA, NON SIA ESSENZIALMENTE CODICE E SIMBOLO?

 

 


 

                                    

 

                                            misteropagano, Arcani Inventati, Tirillio.

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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