Creato da legrillonnoirdestael il 01/02/2014

IL GRILLO NERO

DI MADAME DE STAEL

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« DAL ROMANICO AL GOTICO: ...PRIMA DEL RINASCIMENTO »

INTERMEZZO LUDICO D'ESTATE

 

 

La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna.

(Oscar Wilde)

 


 

Prima di riprendere, in autunno, e come sempre molto lentamente - perché la natura stessa non ha fretta, eppure tutto realizza in ogni caso - a parlare delle varie tappe nei percorsi sulla via dell’arte, mi concedo e concedo ai lettori di passaggio un intervallo vacanziero.

Sempre estetico, per carità, ma più in assonanza con atmosfere attrattive di leggerezza estiva.

 

E cosa c’è di più vicino all’atmosfera attrattiva dell’estate dell’estetica femminile?

 

Ho chiesto in prestito ad un’affascinante rappresentante di estetica femminile oltre che cara amica - la nostra Ele dei labirinti - una parte del suo ultimo post, per farne una premessa introduttiva al mio, e lei generosamente disponibile come sempre ha subito acconsentito.

 

 

 

Dunque, iniziamo…

Si parlerà di bellezza, di forme e di lineamenti e poi di quell’altra bellezza - quella dei pensieri, del movimento e delle allusioni - che si chiama fascino. Ed il fascino si sa, è screziato di difetti. La bellezza è fatta per essere guardata e necessita di quei requisiti che la fanno essere all’altezza con i parametri di riferimento che la storia umana ha cercato di individuare di volta in volta per ogni epoca, nei secoli. E’ rispettosa e devota alle regole auree e soddisfa il suo fruitore solo per il fatto stesso d’essere presente. Alla bellezza, fondamentalmente, non si chiede altro.

Ma la bellezza è una cosa, mentre il fascino è tutt’altra.

La bellezza la si guarda e la si ammira, attrae ed allontana, disegnando distanze; il fascino non si vede ma impone, si percepisce indovinandolo, ma non si misura e non rispetta le regole. Anzi, il più delle volte le sovverte. 

Ed allora restiamo nell’ambito del fascino e, chiedendo scusa al particolare, volutamente scorretti, generalizziamo.

Ma nel generalizzare tracciamo una netta distanza tra il fascino, tradotto in elementi fisici - in questo post verranno elencati quelli esclusivamente femminili - apprezzato dalle donne e, quello, invece, più amato dagli uomini.

Sono piuttosto numerose quelle creature femminili non propriamente classificabili come belle e, a dire il vero, neppure paragonabili, per bellezza, ad altre donne che, guarda caso però, surclassano abbondantemente in consensi le più classicamente avvenenti rivali, grazie all’invincibilità del loro fascino.

Un fascino, sia chiaro, che se attrae gli uomini, frequentemente lascia invece inebetite le donne, sdegnate ed impossibilitate a rendersi conto di un tale incomprensibile potere che sembra agire soltanto sul genere maschile.

La ragione c’è, e per spiegarla chiamo in appello la metafora utilizzata da Alphonse Karr.

Accade, infatti, per una donna puramente bella a confronto con una esclusivamente affascinante, esattamente quanto accade fra due bottiglie di vino delle stesse dimensioni e magari provenienti dallo stesso vigneto, quando una delle due, inspiegabilmente, sembra ai nostri sensi contenere più aroma ed essenza rispetto all’altra.

Facciamo però una serie di generalizzanti e ludici esempi concreti, così, forse, molte creature femminili risentite di livido stupore non dovranno più avvizzire le loro menti di domande chiedendosi perplesse

“perché mai quella?”

e capiranno, invece, anche il perchéed in che sensose la bellezza la si guarda volentieri e la s’incensa, il fascino lo si desideri proprio spogliare…

 

Notiamo, ora, i punti di vista:

Da una parte si trova quella notevole preponderanza di creature femminili che, in se stessa, ma anche nelle sue simili, ricerca nonché apprezza quella compostezza nelle capigliature definita con i tagli elaborati, alla moda ed estremamente curati, un trucco particolarmente preciso con labbra enfatizzate da spessi rossetti evidenti, un ampio e marcato utilizzo di fondotinta, unghie costruite o comunque laccate in tinta unita o variopinte, marchi famosi e riconoscibili nell’abbigliamento, utilizzo di zeppe e profumi fruttati o floreali a profusione.

 

Bene, nulla però di tutto questo materiale sopra elencato attrae la prevalenza dei rappresentanti dell’altro sesso.


E sappiate che ogni indicazione differente promulgata in tal senso da effimere quanto acclarate riviste cartacee o digitali sono inattendibili artifici scritti da donne, anche quando vengono travestite da opinioni maschili.

 

Gli appartenenti ad un genere maschile eterosessuale che per comodità chiameremo di tipo A - e definiremo come il più conservatore e classico, incline al modello muliebre più atavico, tanto rassicurante quanto voluttuoso – per quanto apprezzino una “donna-donna con la gonna” considerano “pettinati” tutti i capelli che siano puliti, vaporosi e presumibilmente sani ma non di certo le “messe in piega” con i capelli composti da brava “sciura milanese” o le acconciature da passerella di serie inferiore che se già non vengono particolarmente lodate sulle teste delle modelle professioniste da sfilata, sono, credetemi, ancor meno ammirate in un confronto penalizzante di vita quotidiana.

Per quanto graziose possiate essere, mie gentili signore e mie acerbe fanciulle, partite, difatti, già in svantaggio perché non siete supportate né dall’atmosfera, né dall’ambient in qualche modo, insieme al palco, alle luci e allo spettacolo, aiutarvi a giustificare i vostri intrecci barocchi con estensioni bioniche.

Stesso effetto lo danno i volti spennellati dal trucco.

Per le unghie colorate o, peggio posticce, c’è pure l’aggravante di prosaicità triviale ed il che non è affatto da poco.

Riguardo ai marchi ostentati di abiti e di borse, all’utilizzo di zeppe o di ogni rivisitazione meno elegante dei pantaloni in stile Capri, l’effetto è lo stesso citato per i capelli ma con l'aggiunta a quello che si è detto per il trucco: vale a dire non solo risultato da “sciura milanese” ma anche “sciura aggravata da prosaicità triviale”.

Dimenticavo: il profumo fruttato, dolciastro o floreale è poi un repellente naturale.

 

Per gli appartenenti al genere maschile eterosessuale che definiremo appartenente a un’ipotetica “tipologia B”, meno tradizionalista, più irrequieto, insofferente e mentalmente più vivace del primo esemplare rappresentato, nonché maggiormente incline ad una tipologia femminile meno consueta, più stimolante ed imprevedibile, tutti gli elementi sopracitati che potevano essere rimandati o bocciati, seppur con una certa clemenza ed una semplice insufficienza dal più accomodante appartenente alla “tipologia A”, vengono invece respinti con un disgusto categorico dalla “tipologia B”.

 

Ma cosa non sanno le creature dell’altra metà della terra - qualcuna - e dell’altra metà del cielo - qualcun’altra - riguardo al fascino di alcuni difetti appartenenti ad alcune “bruttine” che, invece, attraggono gli uomini?

 

Non sanno, scommetto molte cose…

 

Ad esempio:

 Non sospettano che le gambe storte possano essere attraenti e questo perché incutono protezione e richiamano alla mente una certa insicurezza infantile tipica dell’adolescenza che, pertanto, fa istintivamente tenerezza. Possono essere imperfette, quindi, ma risultano delicatamente fragili e simpatiche oltre che fortemente caratterizzanti.

E poi… Non sanno che le labbra gonfiate a canotto sono grottesche, sformate e grandemente invadenti e che oltre ad essere rozzamente deformate sono state anche private della linea demarcata dell’arco di cupido che manda fuori di testa un uomo.

Procediamo? Non sanno nemmeno che la bocca a deretano di gallina da selfie è ridicola, ma che il broncio di Brigitte Bardot e l’aria scontrosa, invece, sono non poco seducenti, almeno quanto il sorriso aperto di una bocca irregolarmente larga alla Julia Roberts ed uno imbarazzato e soltanto accennato di Claire Forlaine. Quindi proporzioni non classiche e rossori imbarazzati sono molto interessanti.

Sicuramente non sanno che detestiamo il rossetto. La consistenza e colore che lascia pesantemente tracce sui bicchieri ma anche sulla pelle ed è realmente ed estremamente fastidioso.

Non sanno che i capelli raccolti -

ma senza nessuna piega che ricorda la zia per bene,

e solo lasciati asciugare come vengono, per cortesia -

gli occhiali da vista,

le sopracciglia folte,

un trucco inesistente o veramente invisibile

vincono di minimo mille punti tacchi a spillo e compagnia.

(Feticisti del genere esclusi).

 

Non sanno che un naso lungo

- come quello di Penelope Cruz -

e

le lentiggini

- come quelle di Vanessa Incontrada -

i dentini irregolari

- lievemente sovrapposti o separati tra loro come quelli di Vanessa Paradis -

o, ancora,

lo strabismo di Venere

sono soltanto una marcia in più.

 

Non sanno che una tuta

portata con sicurezza e disinvoltura

può essere più seducente di completini modaioli e attillati

e, probabilmente, ignorano che un’atleta vera

è più attraente di una vip che fa palestra.

 

E poi – purtroppo – molte non sanno o fa loro comodo dimenticare che

l’intelligenza

e la convinzione,

l’autostima,

la creatività

ed il coraggio

 

sono doti apprezzate anche più (no, forse al pari…) dei glutei brasiliani.

 

 

 

 

Buone vacanze,

 

vostro Niccolò, le grillon noir.

 

 

 
 
 
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