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DE ANDRE' E GUCCINI


Il cuore mio non dorme mai
Sa che di un altro adesso sei
Tua madre va dicendo che
A maggio un uomo sposerai
Ma se in fondo al cuore tuo
C'è un ragazzo sono io
Ma chi l'ha detto ma perché
Non devo più pensare a te
Nessuno sa chi sono io
Ma il primo bacio è stato mio
Impazzisco senza te
E ogno notte ti rivedo accanto a me
Se bruciasse la città
Da te da te da te io correrei
Anche il fuoco vincerei per rivedere te
Se bruciasse la città
Lo so lo so tu cercheresti me
Anche dopo il nostro addio l'amore sono io per te
Il cuore mio non dorme mai per inventarti accanto a me
Non brucia mai questa città
C'è ancora un uomo insieme a te
Ma se in fondo al cuore tuo
C'è un ragazzo sono io
Quel prato di periferia ti ha visto tante volte mia
E' troppo tempo che non sa dov'è la mia felicità
Impazzisco senza te
E ogni notte ti rivedo accanto a me
Se bruciasse la città
Da teda te da te io correrei
Anche il fuoco vincerei per rivedere te
Se bruciasse la città
lo so lo so tu chercheresti me
Anche dopo il nostro addio l'amore sono io per te per te
 

2 domande

domanda 1 Se conoscessi una donna incinta che avesse già 8 figli, di cui tre sordi, due ciechi, uno ritardato mentale, e lei avesse la sifilide... Le consiglieresti di abortire?

domanda 2  E' il momento di eleggere il Nuovo Leader del Mondo e….. il tuo voto conta molto.

Candidato A: è in combutta con politici corrotti,consulta gli astrologi.Ha due amanti. Fuma come un turco e si beve dagli 8 ai 10 martini al giorno.

Candidato B: è stato rimosso dal suo incarico due volte, dorme fino a mezzogiorno, all'università si faceva di oppio e ogni sera beve un litro di whisky.

Candidato C: è un eroe di guerra decorato.E‘ vegetariano, non fuma, beve una birra una volta ogni tanto e non ha mai avuto relazioni extraconiugali.

Quale di questi tre candidati sceglieresti?

Prima decidi, senza barare,poi vai a vedere…


Il candidato A è :
Franklin Delano Roosevelt

.
il candidato B è :
Winston Churchill


il candidato C è :
Adolf Hitler

 

E a proposito... risposta alla domanda sull'aborto...
Se hai risposto Si


hai appena ucciso Ludwig van Beethoven.

Interessante vero? Fa riflettere...
E ricorda sempre che i dilettanti hanno costruito l'Arca……
i professionisti il Titanic….

 
 

 

Io la bolletta nucleare non la voglio! dal sito greenpeace.org

Post n°583 pubblicato il 18 Novembre 2009 da milionidieuro
 

Questa "bolletta nucleare" è quella che l'Enel ci presenterà nel 2020, nel caso si riuscisse a riportare il nucleare in Italia. Enel e Governo devono smetterla di prendere in giro il Paese sostenendo che il nucleare servirà ad abbassare le bollette degli italiani. In realtà le bollette schizzeranno alle stelle proprio come quelle che stiamo diffondendo.

Oltre ai costi per la realizzazione degli impianti bisogna anche tener conto degli accantonamenti per lo smantellamento dei reattori, della copertura assicurativa in caso di incidenti gravi, dei costi per il riprocessamento delle scorie, per la bonifica dei siti contaminati e per la realizzazione del futuro deposito geologico di stoccaggio.

Partecipate anche voi alla nostra campagna anti-nucleare in tre semplici passi:

1. Scaricate la bolletta nucleare e stampatela; 2. Fatevi una foto con la bolletta in evidenza; 3. Caricate la foto sul gruppo Flickr "La bolletta nucleare non la voglio"!

Pubblicate la bolletta sui vostri blog, diffondete il messaggio su Facebook e i Social network, scattate una foto anche ai vostri amici. "Mettiamoci la faccia” per dire No al Nucleare!

Se non avete un account Flickr, mandate la vostra foto con la bolletta a massimo.guidi@greenpeace.org e la pubblicheremo per voi!

 
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Falluja città dei tumori

Post n°582 pubblicato il 15 Novembre 2009 da milionidieuro
 

Le conseguenze della armi al fosforo bianco usate dall'esercito Usa in Iraq «Sempre più bimbi nasconi deformi»

A Falluja è emergenza tumori: nella città nel centro dell’Iraq dove nel 2004 le forze americane usarono munizioni al fosforo bianco, si registra un aumento di casi - fino a 15 volte rispetto al normale - di bimbi nati deformi o affetti da gravi forme di tumore. La denuncia è del quotidiano britannico The Guardian, che pubblica oggi un reportage in cui neurologi e ostetrici dicono che l’aumento nel numero di neonati con gravi malformazioni non ha precedenti, e al momento nemmeno spiegazioni certe, e riferiscono di casi come quello di un bimbo nato con due teste, o di alcuni altri con tumori multipli e altri ancora con serie disfunzioni al sistema nervoso.

Il giornale riferisce di aver chiesto alla pediatra Samira Abdul Ghani di monitorare con attenzione la situazione per tre settimane: in questo periodo, nel solo ospedale centrale della città, sono nati 37 bambini con gravi anomalie. Altri medici interpellati sono prudenti nell’affermare che la causa potrebbe essere legata alle armi. Sostengono che fattori come l’inquinamento atmosferico, le radiazioni, prodotti chimici o medicine assunte in gravidanza, malnutrizione, o lo stato psicologico della madre potrebbero avere un ruolo significativo nell’inquietante fenomeno. Tuttavia è difficile non ricordare la battaglia del novembre 2004, scatenata dalle forze Usa contro gli insorti sunniti che spadroneggiavano a Falluja e avevano ucciso quattro contractor della società di sicurezza privata Blackwater e ne avevano poi appeso i cadaveri per i piedi ad un ponte. Una battaglia, andata avanti per settimane, in cui i militari americani fecero uso di armi al fosforo bianco, come alcuni mesi dopo documentò anche un documentario-indagine di Rai News 24.

Nel filmato si potevano vedere diversi cadaveri rattrappiti e semicarbonizzati, ma di persone che in realtà non erano morte fra le fiamme, perchè i loro vestiti erano intatti. Mohammad Tareq al-Deralji, direttore di un centro studi su Falluja, una ong nata nel 2005 dopo i bombardamenti sulla città ribelle, riferì in una conferenza stampa a Strasburgo, che «testimoni hanno visto una pioggia di sostanze incendiarie di vari colori che quando colpivano bruciavano le persone. E anche quelli che non erano colpiti avevano difficoltà a respirare». Sono vicende che altri sanitari ricordano benissimo, e che accostano al drammatico aumento di casi di leucemia, linfomi, tumori vari e terribili deformità congenite fra i neonati registrati nelle regioni meridionali del Paese, nelle aree di Bassora e Najaf, e che Baghdad ha denunciato per anni attribuendone la responsabilità all’uso da parte delle forze anglo-americane di ordigni all’uranio impoverito nella Guerra del Golfo del 1991. Frattanto, un gruppo di funzionari iracheni e britannici, che include l’ex ministro per gli affari femminili iracheno Nawal Majeed al-Sammarai, ha sottoscritto una petizione indirizzata all’Assemblea generale dell’Onu, per chiedere che una commissione indipendente che faccia luce sulla vicenda di Falluja, e individui eventuali misure da prendere.
fonte:lastampa.it

 
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sesso: 30 ricette per accrescere il piacere

peperoncinorosso.jpgI classici peperoncino e ostriche, ma anche asparagi, avocado, rucola, fichi e miele: sono gli ingredienti alla base di 30 ricette per riaccendere il desiderio di lei a tavola guardando anche alla fertilità.

Da bandire, invece, cibi con troppi conservanti, zuccheri raffinati e grassi saturi. I segreti su come riuscire bene a letto passando per la cucina sono contenuti nel libro `Cibo e sesso´ (Intermedia editore). Realizzato dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) nell’ambito del progetto `Scegli tu´, il volume è disponibile gratuitamente sia rivolgendosi all’editore sia alla Sigo, o via internet, al sito www.sceglitu.it.

http://www.sceglitu.it/content/cibo-e-sesso

Tra le ricette per organizzare una cenetta ad hoc per risvegliare il desiderio: mousse a base di granchio e avocado, farfalle con tanto zafferano, scaloppine con abbondante tartufo e ciocolato per dessert. Da bocciare, invece, fast-food e conservanti. Ma occhio anche ad alcol e caffè e soprattutto alle dosi: l’eccessiva quantità stronca l’eros. «Gli alimenti conservati e il consumo troppo veloce del pasto provocano un’intensa eccitazione cerebrale - ha spiegato Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica del San Raffaele Resnati di Milano - che però è dannosa per la libido: aumenta infatti l’irritabilità. Non a caso oggi si assiste ad un fenomeno nuovo, l’ansia da prestazione femminile».

ostrichee limone.jpgSecondo Graziottin, «il 59% delle donne che soffrono di ansia da prestazione ha disturbi del comportamento alimentare, in particolare anoressia (75%) e bulimia (29%). Questo si traduce in una paura da parte della donna di non essere all’ altezza del partner, con conseguente timore di essere abbandonata e un blocco del desiderio dovuto ad ansia».

La donna avrà quindi problemi fisici che equivalgono alla mancata erezione nell’uomo. Ma sono comunque poche le donne che sanno quanto sia importante il rapporto tra alimentazione e sesso: il 73% delle italiane, secondo un sondaggio condotto dalla Sigo, non crede che quello che mangia possa influire sulla fertilità futura.

Allo stesso modo, sono poco considerati altri fattori favorenti, come il sonno o la pillola contraccettiva: appena il 15% delle donne la ritiene alleata per la maternità futura, solo una su cinque (21%) `amica´ della passione. Secondo la Sigo ci sarebbe un grande interesse per le virtù afrodisiache degli alimenti, ma uno scarso interesse per le implicazioni della dieta sulla salute, in particolare quella riproduttiva. «Oggi la donna è cambiata: ha figli sempre più tardi, lavora, è più attenta alla sua immagine e noi dobbiamo adeguarci alle diverse esigenze - ha spiegato Giorgio Vittori, presidente della Sigo - dal nostro sondaggio risulta che solo il 6% considera il ginecologo un interlocutore valido per confrontarsi sulla dieta, mentre il 32% si rivolge agli amici. Un atteggiamento profondamente sbagliato, considerate le ripercussioni sulla salute femminile, sulla fertilità, ma anche su malattie come l’endometriosi. Chi ne soffre - ha concluso Vitori - dovrebbe ad esempio aumentare del 20-30 per cento il consumo di fibre e introdurre più pesce azzurro, olio d’oliva e omega 3».

 
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Uno, due, tre, quattro, cinque: ecco un bambino è morto di fame

Post n°580 pubblicato il 11 Novembre 2009 da milionidieuro
 

 

Uno, due, tre, quattro, cinque: ecco un bambino è morto di fame». Semplice, secco, senza musica né immagini. Solo Jacques Diouf davanti ad uno sfondo nero. Pochi secondi di video per lanciare sul sito http://www.1billionhungry.org./ la petizione online per dire «I agree», «sono d'accordo, dico no alla morte per fame» che oggi, nel 2009, mette a rischio la vita di oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. LA CAMPAGNA - È il direttore generale della Fao a metterci la faccia. Diouf lancia l'iniziativa in vista del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si terrà a Roma dal 16 al 18 novembre prossimo e che radunerà molti grandi della terra a parlare di sicurezza alimentare. Ma soprattutto di emergenza fame. «Con un solo clic - spiega Diouf - chiunque potrà registrare il proprio dissenso rispetto all'attuale situazione che vede oltre un miliardo di affamati nel mondo e ogni clic servirà come spinta ad agire per i nostri capi di Stato e di governo». L'obiettivo di Diouf è quello di ottenere un miliardo di adesioni, come gli affamati: «Sono sicuro riusciremo a raggiungerlo».

 
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Venezia SCOMPARIRà in meno di 100 anni. Mediterraneo piu' colpito da aumento temperature

Post n°579 pubblicato il 05 Novembre 2009 da milionidieuro
 

MARRAKECH - Venezia inondata, il delta del Nilo scomparso, intere isole come le Baleari sommerse: in meno di 100 anni il Mediterraneo sarà il set di un 'disaster movie', con tanto di popolazione che muore di sete e invasione di meduse e alghe tropicali. E tutto, spiegano gli esperti dell'Onu, se solo il livello del mare salirà di qualche centimetro, conseguenza garantita dall'attuale passo dei cambiamenti climatici.

Il Mediterraneo, ecosistema più colpito dal surriscaldamento del pianeta, non avrà un'unica voce alla conferenza di Copenaghen. Per questo l'Onu ha riunito a Marrakech, dal 3 al 5 novembre, 21 Paesi delle due sponde, preoccupati di dire la loro quando il mondo cercherà di trovare un accordo per ridurre i gas nocivi e fermare il disastro annunciato dagli scienziati. E potrebbe essere già troppo tardi per il Mare Nostrum: "Anche se gli obiettivi di riduzione dei gas serra saranno raggiunti, l'impatto dei cambiamenti climatici si sentirà", ha detto Maria Luisa Silva, che dirige il dipertimento Mediterraneo dell'agenzia Onu per l'Ambiente, l'Unep-Map, aprendo la conferenza dove i 21 Paesi fanno il punto in vista di dicembre.

I Paesi rivieraschi temono che a Copenaghen, tutti presi dal convincere Cina e India a darsi degli obiettivi ambiziosi di riduzione dei gas serra, ci si dimentichi del Mediterraneo, un ecosistema che ha già dimostrato di essere "una delle aree dove l'aumento delle temperature farà più danno", dicono gli esperti dell'Unep. Perché oltre ad essere l'ecosistema con la maggior varietà di specie esistenti (ésolo l'8% della superficie oceanica del pianeta ma ospita il 7% delle specie conosciute) è anche la meta della maggior parte dei turisti (31% del turismo internazionale, 275 milioni di turisti all'anno), nonché l'area dove vive il 60% della popolazione che secondo le Nazioni Unite non ha risorse idriche sufficienti.

L'ecosistema mediterraneo, spiegano gli scienziati dell'Onu, é più importante della foresta amazzonica in quanto è in grado di trattenere enormi quantità di CO2: "E' anche per questo che va protetto, e chiediamo a Copenaghen di tenerne conto", ha detto Ibrahim Thiaw, direttore generale dell'Unep. Il primo segnale del clima che cambia nel Mediterraneo è l'aumento delle temperature. Le previsioni dell'ultimo rapporto Onu presentato oggi a Marrakech dicono che tra il 2070 e il 2099 le temperature saliranno tra i 2,5 e i 5,1 gradi. A risentirne sarà soprattutto la costa adriatica, dove il livello del mare salirà "con grandi rischi di sommersioni ed erosioni delle coste", si legge nel rapporto.

Il livello di allerta ci sarà per "le zone lagunari come Venezia e i delta come quello del Pò e del Nilo". E poi, le estati saranno sempre più afose, in zone come la Sicilia per esempio, oltre che in Egitto, Libano, Libia e Israele. Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto mette in guardia il meridione dai cambiamenti nell'agricoltura e dall'aumento degli incendi, mentre per le Alpi il rischio è che il ghiaccio si sciolga. Ma anche il Tirreno è in pericolo: "a breve termine", la costiera amalfitana rischia l'erosione, quella ligure assieme all'isola d'Elba e alla Sardegna rischia di vedere scomparire molte specie: già oggi, non si ha più traccia dell'1% delle specie presenti fino a qualche anno fa.

 
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Libertà di stampa: l'Italia continua a peggiorare

La mappa sul sito di Reporters sans Frontières.jpgPeggiora la libertà di stampa in Italia: è questa una delle conclusioni dell'annuale rapporto pubblicato da "Reporters sans frontières".Secondo la nuova classifica delll'organizzazione internazionale, gli altri dati più rilevanti sono l’aumento della libertà di stampa negli Stati Uniti dopo l’insediamento di Obama (gli Usa risalgono dal 40° posto al 20°) e il peggiorare della situazione in paesi come Iran (73°) e Israele (93° sul territorio nazionale ma solo 150° fuori dai confini).


L'Italia continua a perdere posti nella classifica di Reporter senza frontiere per la libertà di stampa: quest'anno l'organizzazione la piazza al 49/mo posto, era al 44/mo nel 2008 e al 35/mo nel 2007.

Secondo RSF - si legge sul rapporto- a "giustificare" questo continuo regresso sono "lepressioni esercitate dal Cavaliere ed il suo asprointerventismo, le violenze della mafia nei confronti deigiornalisti, oltre che un progetto di legge che limitadrasticamente le intercettazioni da parte della stampa". "Siamo molto preoccupati per la situazione della libertà distampa in Italia", ha commentato Jean-Francois Julliard,segretario dell'organizzazione, intervistato dall'ANSA.

"E' incorso una vera deriva - ha aggiunto - legata innanzitutto alconflitto di interessi del capo del governo. In particolarel'elemento nuovo registrato quest'anno è l'atteggiamentoaggressivo di Silvio Berlusconi nei confronti dei media". In testa alla classifica figurano Danimarca, Finlandia eIrlanda. In fondo alla lista, per il terzo anno consecutivo, al173/o, 174/o e 175/o posto, si piazzano Turkmenistan, Corea delNord e Eritrea. Gli Stati Uniti di Barack Obama entrano fra iprimi 20 (erano al 40/o posto l'anno scorso).

In tre anni l'Italia perde quattordici posizioni e dal 35/o posto del 2007 scivola quest'anno al 49/o. E mentre gli Stati Uniti, nell'anno di Barack Obama alla Casa Bianca, guadagnano 20 posizioni rispetto all'anno scorso (dal 40/o al 20/o posto), Israele è in caduta libera (perde 47 posizioni e precipita al 93/o posto) e l'Iran si ritrova addirittura al quart'ultimo posto (172/o), avanti solamente al "trio infernale" Eritrea, Corea del Nord e Turkmenistan. I dati di Rsf sono accompagnati da un rapporto pubblicato oggi a Parigi. Il Paese che gode di maggiore libertà di stampa - secondo i dati raccolti - è la Danimarca, seguita da Finlandia e Irlanda. Ma anche se le prime tredici caselle della classifica sono occupate da paesi europei, alcuni - come Francia (43/esima), Slovacchia (44/esima) e Italia - "proseguono la loro caduta".

"E' inquietante vedere come democrazie europee come Francia, Italia e Slovacchia perdano progressivamente posizioni in classifica anno dopo anno", ha commentato il segretario generale di Reporter senza Frontiere Jean-Francois Julliard. Per quanto riguarda l'Italia, si legge nel rapporto, "le vessazioni di Berlusconi nei confronti dei media, le ingerenze crescenti, le violenze della mafia contro i giornalisti che si occupano di criminalità organizzata, e una proposta di legge che ridurrebbe drasticamente la possibilità dei media di pubblicare intercettazioni telefoniche spiegano il perché l'Italia perda posizioni per il secondo anno consecutivo". Ad ogni modo, si fa notare, né la Francia, né la Spagna (44/o posto) "hanno fatto molto meglio".

 
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Scajola ha appena firmato un accordo di cooperazione PER COSTRUIRE CENTRALI NUCLEARI NON SICURE!!!!!!!!

Post n°577 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da milionidieuro
 

I reattori westinghouse sono poco sicuri in caso di eventi climatici estremi e terremoti. La Nuclear regolatory commission li boccia. Ma Scajola ha appena firmato un accordo di cooperazione.

L' agenzia nucleare statunitense boccia i nuovi reattori Westinghouse perché non sono in grado di reggere agli eventi climatici estremi, oltre che ai terremoti. Insomma, è soprattutto il cambiamento climatico a rompere le uova nel paniere dell'industria americana, che con questa condanna pendente sulla testa è costretta a rivedere tutti i suoi piani sul reattore Ap1000 (il numero sta per i megawatt prodotti) e a bloccare ben 14 progetti di costruzione negli Stati Uniti. Ma a fare i conti con la bocciatura della Nuclear regulatory commission è anche l'Italia. Neanche a farlo apposta, con raro tempismo, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha firmato appena a fine settembre un accordo di cooperazione con il ministro Usa dell'Energia, Steven Chu, che rappresenta sostanzialmente il prologo all'apertura al mercato americano di una parte degli appalti per il neo nucleare all'italiana. In buona sostanza, nelle intenzioni del governo italiano c'è il mantenimento della collaborazione con i francesi di Edf e Areva, che sostanzialmente premia l'Enel, mentre si vorrebbe riservare una quota importante (uno o due impianti di quelli che sono stati programmati) all'accoppiata Westinghouse-Ansaldo. A non andare, nei reattori di terza generazione della Westinghouse (ormai nippoamericana, visto che è controllata da Toshiba) è proprio il sistema di protezione che lo contraddistingue: Ap sta infatti per Advanced passive.

Secondo quanto affermato alla fine della scorsa settimana in una conferenza stampa che si è tenuta a Washington dall'agenzia nucleare statunitense, il cosiddetto "scudo" esterno non proteggerebbe la centrale da eventi destinati a ripetersi con sempre maggiore forza e frequenza, come tornado e forti venti, oltre a non superare il collaudo sismico. Lo "scudo" è stato pensato soprattutto per resistere ad attacchi aerei, ma questo rinforzo antiterrorismo rischia di crollare secondo i pareri tecnici della Nuclear regulatory commission - sotto le diverse tensioni cui verrebbe sottoposto da un uragano o dalla terra che si muove. Gli Stati Uniti sono sulla strada di includere il nucleare tra le opzioni energetiche per far fronte all'effetto serra, soprattutto sotto la spinta e la forte pressione dei Repubblicani al Congresso. L'atomo diventerebbe insomma la contropartita per il via libera alla legge Boxer-Kerry, l'atto legislativo che dà la possibilità all'amministrazione Obama di firmare un qualunque accordo mondiale sul cambiamento climatico. Ma il controllo tecnico Usa sulla resistenza degli impianti rappresenta un colpo abbastanza duro all'immagine che si è voluta costruire in questi ultimi anni sul nucleare sicuro di terza generazione.

Questo non toglie che i reattori Ap1000 siano in costruzione in altre parti del mondo, a partire dalla Cina, dove certo gli eventi climatici estremi non scarseggiano. Nella visita che il ministro Scajola ha fatto all'inizio del mese all'impianto Westinghouse di Pittsburgh, i responsabili dell'azienda avevano magnificato le potenzialità dell'ultimo modello di impianto: per farlo funzionare bastano le metà delle valvole e la metà dei volumi antisismici rispetto ai vecchi reattori. Come si è visto, è proprio su quest'ultimo punto che le cose non paiono funzionare. Un bell'ostacolo, quello del clima impazzito, non tanto sui progetti nucleari del governo Berlusconi quanto sul meccanismo di scelta delle sigle imprenditoriali che possono sedersi alla tavola apparecchiata dei 20 miliardi di euro necessari per costruire in casa nostra le quattro previste centrali. Infatti, a rimanere a secco, dopo l'alt dell'agenzia nucleare americana, potrebbe essere il partner nostrano di Westinghouse, cioè Ansaldo, che sulla partita francese in Italia deve fare i conti con l'ingombrante e imbarazzante presenza di Areva.
FONTE:verdi.it

 
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La risposta dell’Europa a Berlusconi è da vigliacchi

Foto di milionidieuro

Articolo di Politica estera, pubblicato domenica 11 ottobre 2009 in Gran Bretagna.
[The Guardian]

Clement Attllee [politico del partito laburista britannico, 1883-1967 N.d.T.] si beava della superiorità dell’uomo britannico del dopoguerra, quando nel 1967 respinse l’unità europea con sdegnante disprezzo. “Il Mercato Comune. Il cosiddetto Mercato Comune di sei nazioni. Conosco molto bene quelle nazioni. Recentemente, questo Paese ha speso un bel po’ di sangue e denaro per salvare quattro di loro da attacchi da parte delle altre due.” Per la Germania e l’Italia, che avevano subito dittature fasciste, e per Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, che avevano sofferto le occupazioni fasciste, non vi era nulla per cui sentirsi superiori negli anni della guerra. Il Mercato Comune prometteva la liberazione da un passato terribile. E ha continuato a prometterla.

Grecia, Portogallo e Spagna confermarono la propria rottura con la dittatura e la reazione entrando a farne parte. Dopo la caduta del muro di Berlino, l’Europa ha allargato i propri confini offrendo ai popoli una volta soggetti all’impero comunista una vita migliore in un rifugio democratico. Nazisti e comunisti non hanno mai occupato la Gran Bretagna. I nostri leader ci hanno venduto l’Europa come un’opportunità di investimento intelligente piuttosto che come un avanzamento democratico e non abbiamo mai sentito l’idealismo dietro il sogno europeo. Lech Walesa [politico polacco e Nobel per la pace nel 1983, N.d.T.] lo sapeva bene. Alla vigilia dell’ingresso della Polonia, dichiarò: “Ho combattuto per la nostra nazione al fine di recuperare tutto ciò che è andato perduto sotto il comunismo e i Soviet… e ora la mia battaglia è finita. La mia nave è arrivata in porto.”

L’Europa ha rimpiazzato i terrori del totalitarismo con convenzioni sui diritti umani e trattati di pace. E’ facile averne abbastanza della monotia delle sue composite risoluzioni e dei meeting interminabili. Ma in decine di milioni hanno accettato l’opportunità di concedere la propria sovranità nazionale in cambio della libertà dalle dittature del passato.

Quella proposta di scambio non è più disponibile. Le dittature dei nostri giorni si presentano sotto diversi aspetti, ma la forma dominante è un capitalismo di stato o oligarchia in cui il capo o la combriccola al potere controllano i beni pubblici e gli incarichi che vanno con essi. A dirla in breve, non sono piene dittature. I governanti tollerano le elezioni purché i risultati possano essere manipolati e permettono le critiche purché queste non raggiungano le masse.

Il gruppo propagandistico European Alternatives ha così definito i moderni stati clientelari: “In un paese dove i canali televisi rappresentano la sola fonte di informazione per oltre l’80% della popolazione, il controllo dei mezzi di informazione non deve necessariamente assumere i metodi draconiani e totalitari del precedente XX secolo. Al giorno d’oggi, la manipolazione dei mezzi di informazione di massa principali di una nazione può perfettamente coesistere con la gestione di apposite “riserve indiane” per l’opposizione, portabandiera di una libertà di espressione meramente procedurale”. Se gli autori sembrano dei magnanimi liberali europei che si lamentano di miserie lontane, dovrei allora aggiungere che con questa affermazione non stavano mettendo in discussione la Russia di Putin o il Venezuela di Chávez, ma l’Italia di Berlusconi.

Poiché i britannici si interessano così poco dell’Europa, nessuno – a parte gli avvocati costituzionali – esamina attentamente il Capitolo sui Diritti Fondamentali nel Trattato di Lisbona. A Bruxelles, comunque, gli Eurocrati fingono di prenderlo sul serio. L’articolo 11 garantisce la libertà di stampa e di pluralismo mediatico, ma all’Europa non spiace vedere Berlusconi esercitare un controllo diretto sui tre canali privati Mediaset, sulla sua casa editrice, su un’agenzia pubblicitaria e un’azienda di distribuzione cinematografica, nonché sugli immensi stanziamenti del governo italiano.

La scorsa settimana nel Parlamento Europeo i delegati socialisti hanno provato a fare dello stato penoso dell’Italia una questione europea, solo per vedere i conservatori “moderati” del partito dei Popolari Europei rivoltarsi contro di loro.

L’alleato di Nicolas Sarkozy, Joseph Daul, si è sentito oltraggiato dal fatto che dei membri della sinistra abbiano osato suggerire che l’Italia sia tutt’altro che “un paese democratico dove il corso della legge è rispettato”. I sostenitori di Angela Merkel hanno rifiutato di accettare che l’Europa abbia bisogno di difendere i diritti fondamentali degli italiani. I presunti moderati erano così infuriati per l’insulto al buon nome di Berlusconi che non solo hanno protestato contro l’intervento, ma hanno anche provato a impedire che il dibattito avesse luogo.

Quando David Cameron [leader del partito conservatore britannico dei Tory, N.d.T.] ha portato i Tory fuori dal partito dei Popolari Europei per marciare al passo dei veterani delle SS del Latviann Fatherland e del Partito delle Libertà, io e molti altri lo abbiamo accusato di abbandonare la corrente principale europea. Avrei dovuto aggiungere che la corrente principale a Bruxelles ha, di per sè, delle lati oscuri. Quando i suoi democratici, esternamente rispettabili, scoprono che un collega conservatore sta creando uno stato clientelare nel cuore dell’Europa, non protestano, ma dirigono tutte le energie e gli ardori nel rimprovero degli oppositori.

Voi potreste ben dire, e i conservatori “moderati” lo stavano dicendo a Bruxelles, che la magistratura italiana ha dimostrato che l’Italia rappresenta una democrazia liberale strappando a Berlusconi l’immunità dai procedimenti legali. Eppure Berlusconi aveva messo alla porta i giudici, in precedenza. In ogni caso, anche se cadesse o, più probabilmente, se si dimettesse, gli italiani non potranno certo aspettarsi che il suo sistema corrotto vada via con lui.

I canali privati di Berlusconi non diventeranno fari luminosi di trasmissioni di pubblico servizio dopo la sua dipartita. Il leader caratteristicamente denominato “post-fascista” Gianfranco Fini non eliminerà un sistema di patronaggio e di censura in cui lo stato può organizzare campagne pubblicitarie per boicottare giornali critici e può costringere alle dimissioni gli editori che riportano notizie non benvenute.

La caratteristica più eloquente dei dittatori del giorno d’oggi è la naturalezza con cui essi mettono da parte le differenze ideologiche simboliche e si riconoscono a vicenda come membri di una massoneria internazionale di autocrati. Berlusconi denuncia i magistrati indagatori come “comunisti” e definisce un “suo grande amico” l’ex membro del KGB Vladimir Putin.

Chávez, detto socialista, si allea con il reazionario islamico Ahmadinejad. Ciò che unisce gli uomini al potere del XXI secolo è più importante di ciò che li divide.

L’Europa democratica, tuttavia, non si unirà contro di loro prendendo posizione a favore dei suoi migliori valori. Il suo silenzio su Berlusconi – sia vigliacco sia dettato da compromessi – mina la sua abilità di prendere posizione su politici corrotti altrove in Europa, in modo particolare nelle democrazie deboli dell’Est post-sovietico, e svuota di senso le sue condanne agli abusi sui diritti umani che avvengono al di fuori dei propri confini.

Per la prima volta nella storia, la reputazione dell’Europa quale una forza per il bene del mondo appare precaria. E presto apparirà scorretta.

[Articolo originale "Europe's response to Berlusconi has been cowardly" di Nick Cohen]

 
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Il Lodo Alfano è incostituzionale.... e meno male!!!!!!!!!!!!!!!!

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La Corte costituzionale ha bocciato il Lodo Alfano alla base, scrivendo che la legge a tutela delle quattro piu' alte cariche dello Stato avrebbe dovuto essere contenuta in una legge costituzionale, cosi' come previsto dall'articolo 138 della costituzione. Il testo e' stato bocciato anche nel merito, perche' viola il principio di uguaglianza contenuto nell'articolo 3 della Carta.

Il verdetto della Consulta è arrivato: il Lodo Alfano è incostituzionale. Dopo un’intera mattinata in camera di consiglio, i 15 giudici della Corte si sono riaggiornati nel pomeriggio ed hanno comunicato la bocciatura dell'immunità per le quattro più alte cariche dello Stato.

La Consulta ha bocciato il Lodo per violazione dell’art.138 della Costituzione, vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il Lodò è stato bocciato anche per violazione dell’art.3 (principio di uguaglianza). L’effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset

L'illegittimità è stata votata da nove giudici su 15, sei i contrari. Nelle ultime ore era circolata l'ipotesi, poi smentita dalla sentenza, di una sorta di "terza via" che avrebbe consentito di salvare in parte la norma, sollevando vizi e suggerendo ritocchi da introdurre. Soluzione, quest’ultima, che avrebbe mitigato le forti reazioni al verdetto e che proprio per questo rappresenterebbe un accettabile compromesso per chi ha ruoli istituzionali. Il clima nei palazzi della politica è infuocato. Lo dimostrano le parole di questa mattina pronunciate da Umberto Bossi: se la Consulta bocciasse il Lodo Alfano, aveva avvertito il ministro leghista prima del pranzo con il presidente della Camera Gianfranco Fini, «noi entreremmo in funzione trascinando il popolo. E il popolo ce lo abbiamo, sono i vecchi Galli». Uscendo dallo studio di Fini il leader della Lega aveva rincarato la dose: se il lodo sarà bocciato, le elezioni regionali si trasformerebbero in un referendum a favore o contro Silvio Berlusconi. «Il popolo si esprimerebbe su Berlusconi e Silvio vincerà, grazie anche a alleati come noi».

Le opposizioni insorgono. Mentre Franceschini parla di «esplicita intimidazione» alla Corte costituzionale, il candidato alla segreteria del Pd Bersani manda un avvertimento preciso alla Lega: «Bisognerà finirla di fare pressioni sulla Consulta: Bossi ricordi che il popolo non ce l’ha solo lui». «E' un fatto gravissimo - protesta l’esponente del Pd Andrea Martella - che un ministro della Repubblica interferisca in maniera tanto plateale in una decisione della Corte costituzionale, tra l'altro a camera di consiglio aperta. Non è questo il momento di instillare altro veleno nella vita del Paese. Il governo e gli esponenti della maggioranza si fermino». «Le minacce di insurrezione di Bossi sono irresponsabili e qualcuno dovrebbe fermarlo e ricordargli che è un ministro della Repubblica e non un semplice militante del suo partito» afferma Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd.

 

 
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Crisi degli alloggi? La Soluzione Spagnola

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Lo so, è parecchio che non mi faccio vivo da queste parti, ma la notizia è di quelle che danno da pensare... almeno ne ha dato a me...


Prima di cominciare, però, date un’occhiata a questo articolo: http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo462188.shtml


Ora, già vi vedo belli tesi: “perché non lo facciamo anche da noi?”

E chi vi dice che non stia già accadendo, anzi, che questo genere di “pratiche d’affitto” non siano in essere già da parecchio tempo nel nostro Belpaese?


Vi faccio un piccolo esempio, tanto per capirci meglio: avete presenti tutti quegli annunci personali pubblicati sui giornali (per non parlare delle riviste specializzate del settore)? Non fate gli gnorri e non dite di no, perché vi conosco bene e certe palle potete raccontarle alle vostre nonne, madri e fidanzate, se ci credono o meglio, se hanno voglia di farsi prendere in giro, ma io non ci credo nemmeno se me lo giurate in ginocchio.


Tornando a noi, quasi tutte queste inserzioniste offrono i loro… servigi presso il proprio domicilio ma è ormai appurato da tempo, grazie anche alle cronache giudiziarie e ad alcuni spettacolari servizi di cronaca, come quelli relativi al ricco (e vizioso) nordest d’Italia, che quasi mai si tratta dell’effettiva dimora della professionista.


Oddio, può capitare, non dico di no, ma siamo veramente alla classica eccezione che conferma la regola; per la stragrande maggioranza, si tratta più semplicemente del posto di lavoro dell’inserzionista.

Parliamo generalmente di piccoli appartamenti e monolocali, per lo più nei sottoscala o ai primi piani degli edifici, che ovviamente non sono di proprietà di chi li usa ma vengono presi in affitto da queste professioniste del sesso.


Adesso lungi da me il voler moralizzare chicchessia, ma – secondo voi – in quanti di questi casi la ragazza (o le ragazze) paga un regolare canone d’affitto, magari con tanto di contratto registrato? A mio modesto parere, quando pagano, lo fanno in nero, e una certa vocina mi dice che spesso e volentieri, più che il denaro possono le… performances delle affittuarie.

Questo perché siamo l’unico Paese europeo così ipocrita da affermare nelle sue leggi che la prostituzione non è reato ma dove, allo stesso tempo, un governo più becero e reazionario del papa stesso si è dimostrato particolarmente aggressivo contro la prostituzione sulle strade, affermando che – di fatto – ci si può prostituire soltanto in casa; in un’esplosione di pura incoerenza, però, è reato penale accogliere dei clienti in casa ovvero dividere l’appartamento con altre prostitute, perché si cade nella ricostituzione di casa chiusa… peccato che la stessa legge condanni per favoreggiamento della prostituzione chiunque – p.es. – affitti o ceda in locazione un appartamento o altro immobile ad una o più prostitute.


Come vedete, siamo un paese non solo dalle mille contraddizioni, qui rasentiamo la schizofrenia patologica!


Adesso, c’è qualcuno che pensa veramente che l’italiano medio sia così scemo da pensare che tutti i proprietari di immobili in affitto non sappiano chi è che hanno in casa e soprattutto di cosa vive?


Credo piuttosto che sappiano e tacciano, magari arrotondando di quando in quando l’affitto con qualche… pagamento in natura. Il tutto, ovviamente, alla faccia del fisco e dei contribuenti onesti, ma con buona pace di bacchettoni e baciapile, visto che per questa banda di ipocriti, quel che non si vede non esiste.


Ne volete un esempio?

Ho un amico che – finalmente – ha coronato il sogno di andare a convivere con la sua donna in un appartamento (ovviamente) in affitto… sul suo stesso piano, anzi, ad una porta di distanza, abbiamo scoperto che vive una… avvenente (molto avvenente) signorina molto, come dire, ospitale verso il prossimo, visto che… offre ospitalità a poveri omarini solitari a tutte le ore del giorno e delle notte.


Non che abbia nulla da ridire, ci mancherebbe, anche se il mio amico ha lamentato il fatto che – qualche volta – si è sentito bussare alla porta ad ore improbe dal cliente che ha sbagliato indirizzo… il bello è che questa situazione è nota a tutto il condominio ed anche alle Forze dell’Ordine (sapete com’è, tra i clienti di questo mio amico c’è anche il maresciallo della locale stazione dei Carabinieri).


Ora, sapendo che l’immobile appartiene per due terzi buoni allo stesso padrone, vi pare possibile che questo sia l’unico a non sapere chi ha in casa? E soprattutto, dato che siamo in Itajia, come mai non ha ancora ricevuto la visita della polizia per contestargli il famigerato favoreggiamento?


Lascio a ciascuno la sua risposta, ma torno alla domanda iniziale: siamo davvero sicuri che – soprattutto nelle grandi città – non ci siano già svariate centinaia di affitti pagati in natura?


 
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