Creato da: ComeDueCoccodrilli il 05/12/2005
Neapolis II, La Vendetta!

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Nanni forever..

 
 

La mia amica Lalù.

il Tempo

…mi passa troppo in fretta. licenza grammaticale, considerato che il tempo non "ci passa addosso" ma piuttosto.. scorre. ulteriore licenza. stavolta poetica.
e quindi arranco, mi adatto, mi incazzo. a volte, mestamente mi arrendo. visto che gestirlo non posso.
Ero solita ballare con gli occhi scatenate mazurche, ora languidamente affogo fra lacrime che nuotano in malinconici tanghi. Ho perso tutta la spavalderia, tutta l’arroganza degli anni migliori. Ho perso la meravigliosa incoscienza che spesso mi concedevo, concedendomi. Gli occhi ancora di fuoco, fra il fruscio della seta ed i colpi di tacco. Occhi veloci come serpenti, che si posano su chi, guardandomi, accenna ad un sentimento di pena. Sentimento a me sconosciuto.Memoria di quei tempi, mi resta un bastone d’Argento, su cui, sempre più fiera e curva, reggo il peso di tante battaglie.Alzo l’elmo, ma stringo ancora più forte un bullone dell’armatura. Costruitami addosso giorno dopo giorno. Anch’essa d’Argento.Come un vecchio valoroso soldato d’armi azzoppato, combatto il Tempo.
E riaprendo le mani, serrate in pugni sempre pronti, lo ritrovo: meraviglioso diamante.

Me lo regalo. E accenno un valzer.     

LaLuceInCucina

                                                              

 

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Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 23 Novembre 2006 da ComeDueCoccodrilli
Foto di ComeDueCoccodrilli

Alle elementari la maestra diceva alla mia mamma: "Signora, suo figlio è un pò vivace..". Ma nonostante questo ero uno dei migliori. Mi piacevano molto l'Italiano, la Geografia, e su tutte le altre materie la Storia. Pensavo a Mazzini e lo immaginavo mentre con fare sospettoso si aggirava per strada con il suo bastone e le galosce bianche, cercando di non dare nell'occhio mentre sobillava..o "vedevo" chiaramente Garibaldi  intento a preparare il baule da viaggio per lo sbarco, ed Anita che gli ricordava "Peppì le mutande di lana te le sei portate..?"  In effetti, per me imparare la Storia non equivaleva a studiare. Era come iniziare un libro e seguirne appassionatamente la trama e i protagonisti. Quando ero chiamato a conferire poi, non ripetevo la solita tiritera con fare cantilenante come facevano gli altri, ma la arricchivo di particolari e la raccontavo con passione.. e a volte mi inventavo momenti di vita storica che non erano scritti in nessun libro di testo. Vedevo i miei compagni di classe che mi guardavano rapiti e sorridenti..e mi sembrava di leggere la maestra nel pensiero.. "Questo, da grande sarà una testa di cazzo..sisi..sicuro come la morte..". Ahh..la mia maestra..che bella che era..anche preveggente oltretutto. Alle superiori poi, le materie letterarie e scientifiche presero in me il sopravvento a discapito della Matematica e materie affini..dove collezionavo puntualmente cazziatoni alternati a voti da schedina; e ricordo sempre quel "-2 " che una professoressa di Matematica proveniente dalla Val d'Aosta, mi scrisse a penna sul registro..dico..a penna..!!  (...le mancavano le basse temperature della sua terra e decise di crearsi un angolino aostano proprio in corrispondenza del mio cognome..quella zoccola..)  Fatto sta che quell'anno ripetei la sua materia a settembre, e in fase d'esame, nonostante fosse un giorno afosissimo, mi recai alla riparazione con passamontagna e scarponi da neve, cosi, giusto per farle sentire la mia empatia verso i popoli nordici. Funzionò, anche se la  temperatura interna aveva oramai raggiunto i 50 gradi Fahrenheit, e dovettero usare la paletta gira-hamburger per scollarmi il passamontagna dal capo. E ricordo ancora con piacere ( sigh...) di quando un compagno di classe fu colpito da febbre tifoidea, e uno dei più burberi professori del nostro corso ci diede la notizia dicendo.. "Il vostro amico Canzanella è stato colpito da malattia virale acuta, dovrete fare una profilassi a base di antibiotici e portare tra qualche giorno un barattolino con le vostre feci dentro, in modo che possiamo mandarle ad analizzare. Li porterete a me medesimo con su scritto nome e cognome". Dopo lo sconcerto per le sorti del nostro amico, e la preoccupazione di essere rimasti contagiati, (anche perchè quel bastardo del compagno di classe aveva la pessima abitudine di avvicinarsi al nostro volto ed emettere "fiatate" dicendo.."sient' c'addore 'e mare sient.." ) subentrò in noi la possibilità di vendicarci delle angherie perpetrate negli anni da quel cinico professore di Tecnologia. Qualche giorno dopo ci presentammo tutti con i barattolini pieni di merda e senza averli incartati, cosi, a vista, e li deponemmo sulla cattedra in attesa del suo arrivo: 26 contenitori di cacca tutti in bell'esposizione ed ordinati per colore, dalla più chiara di Bencivenga alla più scura di Amitrano, passando per il giallo paglierino di Giancola (cosa cazzo s'era magnato non l'abbiamo mai capito..) Un gran bel momento devo dire...e quell'anno ripetei anche Tecnologia, l'idea era stata mia e al burbero professore non era risultata gradita. Est la vie..

Norman Brown, Just Between Us

 
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