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Messaggi di Maggio 2023

Il Fato e la Nemesi.

Post n°2592 pubblicato il 22 Maggio 2023 da fedechiara
 

Il Fato, la dea Natura e la Nemesi.

Nella mitologia romana, anche Giove doveva sottostare al Fato (simbolizzato dalle Parche, sue figlie). Lo stesso nella mitologia greca, con Zeus e le moire. Idem nella mitologia norrena, con Odino e le norne. https://it.wikipedia.org/wiki/Fato
Non esiste più il Fato, divinità maggiore, superiore perfino a Giove Pluvio, nomen omen, che salvò l'esercito romano assediato dai Quadi con una pioggia torrentizia. Niente si può opporre al Fato, bensì, in età post moderna una quantità impressionante di giaculatorie, recriminazioni, interrogazioni parlamentari e indagini giudiziarie a pioggia (daje!) - segno che si è passati, d'emblée, alla concezione dei Romani che pensavano il Fato/Destino plasmabile dall'uomo-semidio.
(...) Il destino può essere cambiato poiché esso è inerente alle caratteristiche umane[3]: «faber est suae quisque fortunae» (Ciascuno è artefice della propria sorte)[4] L'unico artefice del proprio destino è dunque l'uomo stesso: questa concezione, ricorrente nella mentalità romana, si contrappone all'idea del fato, dominante nel mondo classico...
Tutto ciò rammento per dire che in Emilia-Romagna la Natura, anch'essa antica dea, (http://www.claudiazedda.it/marija-gimbutas-culto-dea/) ha deciso che così dovevano andare le cose in quell'angolo di mondo e vi ha scaricato l'Acqua Granda delle ricorrenti catastrofi 'naturali'.
Forse i semidei che pretendiamo di essere potevano fare di più e di meglio per evitare che la ricorrente catastrofe avesse quelle proporzioni catastrofiche di cui ai tiggì di ieri e di oggi e mietesse nuove vittime, ma non è accaduto.
Il 'consumo di suolo' della post moderna forma mentis italica che vede ognora crescere in estensione e in altezza le maledette città di pietra - e i paesuoli della campagna di un breve tempo passato si mutano anch'essi in metastasi urbane che si espandono e si aggregano l'una con l'altra senza soluzione cementizia – il consumo di suolo, dicevo, non conosce requie e i consigli comunali tutti sono micidiali camere dell'eco politiche delle esigenze dei cittadini-elettori di costruire case nuove e allargare o allungare le già abitate.
Inutile ogni evidenza catastrofica e le geremiadi che ne fanno seguito e la cenere sul capo per le trascuratezze colpevoli dei sindaci di ogni partito – che hanno in uggia i geologi-grilli parlanti che raccomandano loro e predicano invano il Verbo di saggezza de 'mattoni nuovi zero'.
A questa catastrofe annunciata altre, maggiori o minori, faranno seguito. Il peggio non mai morto e nessun piccolo fazzoletto di verde rimasto dentro e intorno alle maledette città sarà risparmiato dalle colate di cemento di questa amministrazione o della prossima avversa, facciamocene una ragione.
E' una questione di neuroni. Bacati e sinapsi dementi come quelle dei fumatori incalliti – che la peggior minaccia di malattie e morte scritta sui pacchetti di sigarette, costosissime, che comprano dai tabaccai non convince a smettere di fumare.
IT.WIKIPEDIA.ORG
Fato - Wikipedia

 
 
 

Le parole della consolazione.

Post n°2591 pubblicato il 22 Maggio 2023 da fedechiara
 

Le parole della Consolazione. 22 maggio 2021

Se non è consolazione non è vera poesia, scriveva R. D. Laing, l'anti psichiatra, ai tempi suoi.
E, da noi, si dà nome di 'maestro' ad un musicante e geniale elaboratore di testi e musiche in cui la consolazione è sparsa a piene mani.
'Perché sei un essere speciale (…) dice una sua celebrata canzone e '(…) avrò cura di te'.
E cosa c'è di più consolatorio del venire a sapere che siamo speciali per qualcuno e che quel qualcuno avrà cura di noi? Se poi la musica che accompagna il velluto delle parole è carezzevole è fatta, siamo prossimi agli Empirei e distanti dai gironi infernali delle umane vite e abbiano dribblato i buchi neri degli universi gravitazionali e anche la morte non parrà più quella noiosa e insistente Signora che ci informa di un ultimo viaggio a destinazione sconosciuta e ci impaura.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te
La cura - Franco Battiato - versione inedita con orchestra
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La cura - Franco Battiato - versione inedita con orchestra

 
 
 

L'aspetto morale della crisi dei consumi.

Post n°2590 pubblicato il 21 Maggio 2023 da fedechiara
 

L'aspetto morale della crisi dei consumi - 21 maggio 2013

C'è un aspetto morale di questa crisi globale che ci affanna, fateci caso. E' lo 'sciopero dei consumi', che si attua senza che nessun sindacato lo abbia proposto e caldeggiato, bensì un passaparola e un controllo ripetuto e inquieto nei cassetti dove teniamo i soldi del consumo quotidiano o quando spulciamo la 'lista movimenti' del conto corrente che va in rosso prima che finisca il mese.
E non è solo il teatro o il cinema che frequentiamo a più larghe e meditate campate, bensì prolunghiamo la vita delle scarpe e stiriamo ancora una volta la camicia che ci eravamo proposti di infilare nei cassonetti della Caritas, liberando gli armadi.
E la Conf. Commercio manda a dire al presidente Letta che non si deve aumentare l'iva perché apriti cielo! chiuderanno i negozi a mille; e un punto di ragione ce l'hanno, dato il clima sociale e lo sciopero dei consumi in atto, però - ecco l'aspetto morale che fa capolino – non sarebbe male riconsiderare insieme, commercianti e consumatori, quell'azione fondamentale che è nelle sole mani di coloro che vendono le merci: la formazione del prezzo finale di vendita.
Perché un paio si scarpe che la fabbrica invia in negozio al costo di 30 euro le osserviamo golosi in vetrina al prezzo esposto di 110? Non è un filo esagerato un ricarico di quattro volte il costo di produzione?
E' ben vero: ci sono i costi di gestione del negozio, le bollette, il trasporto, il commercialista da pagare e tuttavia il dubbio sempre ci assale che non sia 'morale' imporre certi prezzi e ritagliarsi certi margini di guadagno profittando di un momento favorevole dell'economia in cui tutti spendono e tirano i consumi (oggi solo un sogno di futuro).
E torna in mente quella fase cruciale del nostro vivere associati che è stato il 2002 – anno fatale del 'concambio' lira/euro – e, il giorno dopo, il caffè che pagavamo le mille lire al bar ce lo ritrovammo a un euro, miracolo! E ci sentivamo tutti più ricchi con quella nuova moneta pesante, salvo constatare che i cento euro si estinguevano con la velocità di un lampo e in un battibaleno, e se solo facevamo 'mente locale' al chilo di melanzane che pagavamo due euro, ne usciva una cifra di 'quattromila lire'.
Quattromila lire un chilo di melanzane, gente! E il governo di allora ci mandava a dire che non si poteva intervenire sulla formazione dei prezzi delle merci e il sistema di controllo fiscale -un gruviera con più buchi che materia grassa- non era in grado di informarci su quante macchine nuove cambiavano i commercianti e gli industriali e quante vacanze a Sharm e quante seconde e terze case si compravano alle nostre spalle di beoti consumatori.
Per tutto ciò esposto e rammemorato consideriamo l'attuale fase di 'decrescita infelice' un momento di pacata riflessione e un 'esercizio spirituale' da farsi nel canonico 'silenzio degli innocenti' : i poveri consumatori truffati e turlupinati e offesi dal berlusconismo crasso e ridanciano e felice dei cari commercianti e industriali che si spellavano le mani nell'applaudirlo ai loro convegni -e lo dicevano 'statista' degli anni grassi di nessun controllo fiscale e redistribuzione della ricchezza; e invece ci preparava gli anni magri dell'attuale fase penitenziale che viviamo e, se 'crollano i consumi', ci piacerebbe vedere quei dessi, commercianti e industriali, battersi il petto in salutari nostra culpa e cospargersi il capo di cenere prima di depositare le partite iva nelle sedi deserte delle associazioni di riferimento e passare ad altra, più meditata, attività rispettosa dei diritti del loro prossimo.
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Manifestare rincuora.

Post n°2589 pubblicato il 21 Maggio 2023 da fedechiara
 

Manifestazioni e invasioni. - 21 maggio 2017
Fate una manifestazione. Se possibile numerosa. Se pensate di avere ragione su un qualche aspetto del nostro vivere associati e volete contrastare il pensiero e l'agire politico di tutti gli altri che vi avversano e vi imputano di lavorare per un futuro gramo dei figli e dei nipoti, una manifestazione può aiutare. L'effetto dura un giorno o poco più, ma intanto avete 'battuto un colpo' e affermato un diritto di pensiero e parola e non è poco, di questi tempi.
E non vi curate delle stime della Questura, che, il giorno dopo, riduce gli enfatici 100.000 dei giornalisti amici a 30.000 e forse meno, - fa parte dello strano gioco democratico per il quale la piazza di un giorno surroga i referendum e le elezioni politiche che darebbero risultati opposti a quelli che si propongono gli organizzatori di una manifestazione o dell'altra. Già. Chissà che esiti avrebbero referendum ed elezioni politiche incentrate sul troppo che stroppia delle cattive e folli politiche immigratorie di questo e dei precedenti governi che non riescono a impedire le partenze e a ridurre gli sbarchi - e i numeri dell'estate alle porte sono da mani sui capelli e la mitica 'accoglienza diffusa' dei folli buonisti di s-governo e ong associate tornerà ad essere l'invasione delle cavallette.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Il sogno di Utopia.

Post n°2588 pubblicato il 20 Maggio 2023 da fedechiara
 

Le fake news e il sogno di Utopia - 20 maggio 2017

Il mondo felice è il sogno di Utopia. Un luogo che non esiste, come ben sapete, ma anche un luogo buono e bello quale solo nei sogni riusciamo a immaginare. E nell'isola di Utopia esiste anche una stampa e una televisione vocate a dire il vero e a perseguire i giusti obbiettivi di corretta informazione e conoscenza che dovrebbero essere il 'giuramento di Ippocrate' dei liberi giornalisti di una libera stampa all over the world.
Così non è, ahinoi, e il giornalismo - nostrano ed estero – è, invece, schieramento di fazioni l'una contro l'altra armata di 'fake news' sparate in prima pagina per ottenere i cattivi scopi di ogni fazione politico-giornalistica incurante del verbo e delle pratiche democratiche.
E la campagna di stampa contro il presidente eletto Donald Trump da parte della fazione 'democrats' che ha perso le elezioni e non riesce a farsene una ragione e ad elaborare il lutto e passar oltre conosce oggi il suo diapason di notizie farlocche e 'rumors' ridicoli e battute da bar sport rubate alla campagna elettorale più avvelenata della storia americana per le quali – a sentire i giornalisti del Washington Post e i loro confratelli miserabili e diffamatori da un tanto al chilo - si sente aria di 'impeachment'.
E la sola e vera buona notizia di queste campagne diffamatorie dei democrats di ogni risma e veleno e rigurgito esofageo è che – a forza di rifilarci le notizie farlocche e i 'rumors' ridicoli e le battute da bar del senatore repubblicano in vena di facezie, usato sui loro fogli quale 'utile idiota' – ci stanno educando a riconoscere 'a naso' le cretinerie giornalistiche di coloro che imbastiscono campagne di stampa a fini anti democratici e per rovesciare l'esito delle elezioni ultime scorse, così che spegniamo radio e televisioni embedded e insopportabilmente faziose e passiamo oltre - e issiamo le vele della nave Speranza verso l'isola di Utopia di una buona ed equilibrata stampa futura capace di guarire dagli acidi rigurgiti di fazione e di mostrarci gli articoli di quel buon giornalismo che, sempre più di rado, emerge dalle nebbie del mare di questo nostro tempo infelicissimo e bugiardo.
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