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Messaggi del 23/04/2022

Montagnardi e giacobini. Ieri e oggi.

Post n°2059 pubblicato il 23 Aprile 2022 da fedechiara
 

Nessuna descrizione della foto disponibile.
I Montagnardi e i Giacobini di sempre. - 23 aprile 2013
Viviamo tempi rivoluzionari, non vi sembri esagerato. Provate a immaginarvi registi di un film sulla rivoluzione francese e 'mettete in scena' quella fibrillazione politica che, fuori e dentro le sale della Convenzione Nazionale e dell'Assemblea legislativa di Parigi, vide comporsi e scomporsi, come cellule metastatiche impazzite, i rassemblements di centro e di sinistra e di sinistra estrema: i Montagnardi, e i Giacobini avversi ai Cordiglieri e ai Foglianti. E, ad ogni riunione di quegli anni di fervore e febbre politica altissima, qualche testa tentennava, timorosa del prossimo distacco dal corpo (era d'uso salutarsi, tra quei dessi, 'à la guillotine' : abbassando la testa di scatto, il corpo eretto, mimando lo stacco fatale della lama).
E, non ridete, quei tali rivoluzionari prendevano nome (Cordiglieri e Giacobini) dai conventi francescano e domenicano dove si riunivano i capi dei club, i ben noti Hèbert, Desmoulins, Danton, Marat, Robespierre.
I conventi, vedi caso, già da allora condizionavano in qualche modo la vita pubblica e privata – e 'dietro al convento delle Cappuccine' ci si dava appuntamento per i duelli risolutori delle onorevoli contese.
Trasferite ora il set cinematografico a Roma e ridate anima e corpo ai 'rivoluzionari' cinque stelle (si parva licet) che, fuori da Montecitorio, hanno inneggiato alla rivoluzione contro 'la casta' e 'il vecchio' della cattiva politica nazionale – e non hanno applaudito il faticoso discorso alla nazione di 're Giorgio' a Camere riunite.
E mettete in canovaccio i furibondi conciliaboli e le risse e ' vaffa' reciproci lanciati dai vari Foglianti e Girondini interni al partito democratico - che sta per spaccarsi definitivamente di fronte alla fiducia da dare o non dare a un governo indigesto e indigeribile qual'è quello che si cucina nelle ovattate stanze del Quirinale.
Perché - è Storia, ahinoi! - è sempre a sinistra che 'va a parare' la crisi di un paese e i suoi sussulti 'rivoluzionari'. E' sempre la generosa e imbelle sinistra di ogni tempo e paese la camera di compensazione di ogni disastro politico e istituzionale iniziato e causato dalla 'destra', - da noi, la destra del barabba di s-governo, la destra fracassona e volgare e becera dei 'no taxes' evasori impuniti, la destra secessionista degli artigiani/piccoli imprenditori eredi delle 'jacqueries' del contadino francese Jacques.
E la cosa triste della nostra avvilente e squallida postmodernità politica e sociale è che manca sulla scena, consigliere del regista, un monsieur De Guillotin che ci fornisca lo strumento principe dei castighi riservati alla 'malapolitica' dei felloni e traditori e malnati e de 'la casta'. Lo 'zac' secco e definitivo della pesante lama che stacca le teste dai corpi.
E, senza quello strumento decisivo, ritrovarsi tra i piedi il berlusconi anti giudici e processi quale 'vincitore' della orrida partita a scacchi che si è giocata sulla testa del paese - e che ha visto la sinistra a pezzi, ancora una volta! - è naturale e tristissima conseguenza.

 
 
 

Difendere quale libertà.

Post n°2058 pubblicato il 23 Aprile 2022 da fedechiara
 

L'isteria filo 'Armi all'Ucraina' e la Nato che si espande ueberall (perfino al confine ultimo con lo storico nemico russo e la chiamano pudicamente 'cintura difensiva' – sic) favorisce lo scatenarsi delle demenze incurabili, da camicia di forza rediviva e riapriamo i manicomi, Biden lo vuole.
Una demenza all'ultimo stadio come quella di coloro, singoli o associazione di fuori di testa (istigati dai nostri s-governanti europei con le menate di una solidarietà da affanno e 'colpo di calore' per il troppo caldo dell'estate prossima e i condizionatori al minimo e il troppo freddo del gas che verrà a mancare il prossimo inverno) che hanno affisso in campo santa Maria nova dei manifesti a stampa in cui denunciano come colpevoli di 'genocidio' tutti coloro che distinguono e fanno salva la cultura russa. Perché, nel loro delirio e bava alla bocca, ogni bomba che cade sull'Ucraina è una bomba-Cechov, una bomba-Tolstoj, una bomba-Pasternak o Evtuschenko e via enumerando.
E non meno demenziale, a mio modesto avviso, è quell'altra istigazione: a 'resistere, resistere' e contrattaccare dei maledetti maggiorenti Nato e dei leaders dei paesi aderenti che imbottiscono di armi e di soldi gli ucraini e che si è tradotta nel regalo della Biennale (soldi pubblici) della imponente ex chiesa della Misericordia quale sede di una esposizione straordinaria degli artisti ucraini che mi rifiuto di andare a vedere perché sotto egida di 'Defending freedom'.
Che fa tanto: viva, viva l'America che ci ha mandato gli istruttori militari per il nostro esercito, così che oggi possiamo vantarci di aver fermato l'orso russo e forse lo vinceremo pure, vedremo, chissà; valuteremo i nuovi, sofisticatissimi 'sistemi d'arma' che ci hanno graziosamente donato per la controffensiva della lunga guerra per procura Nato ad alto rischio di esplosioni termonucleari incontrollate.
E la loro libertà, gli ucraini oggi in lacrime, avrebbero meglio potuto difenderla 8 anni fa nel Donbass russofono con le adeguate proposte di pace e una larga autonomia della regione contesa e la dichiarata neutralità del paese.
E si sarebbero evitati i quindicimila e passa morti – con il criminale battaglione Azov che si è macchiato di atrocità peggiori di quelle che oggi si denunciano a carico dei russi invasori – ma nessuna diplomazia europea, oggi interventista a sproposito e priva di una adeguata e funzionante 'cintura difensiva neuronica', si è mossa allora per fermare gli invasati nazisti ucraini ed esorcizzare la presente guerra di rivalsa e vendetta.
Pollice verso e fuori i leoni contro i pretesi martiri ucraini delle malintese e pelose 'libertà da difendere'.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 7 persone, attività all'aperto e monumento

Potrebbe essere un'illustrazione

 
 
 
 
 

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