Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 30/03/2024
Inferni comparati - 29 marzo 2018 Dunque l'inferno non esiste – Francesco dixit. Per equiparazione e proprietà transitiva anche il paradiso ha ottime possibilità di essere la macchietta televisiva del caffè Lavazza piuttosto che quel luogo luminosissimo fitto di Troni e Dominazioni e schiere di Arcangeloni in formazione para militare disposte tutte attorno alla Lux Maxima che 'vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole', come scriveva il Poeta. Resta il fatto che sul mito dell'inferno e dei diavoloni coi forconi che affondano nelle carni frolle dei penitenti per l'eternità e gli echi orribili delle 'orribili favelle e grida di dolore e accenti d'ira' è vissuta una larghissima schiera di esseri umani sottomessa al Terrore Eterno delle predicazioni gesuite e domenicane ammannite dai famigerati pulpiti sulle teste dei penitenti di ogni età cosparse di cenere. Coerenza vuole che Francesco chieda perdono, - la tiara in testa e a nome di tutti i suoi malati predecessori sul trono di Pietro - a tutti quei poveretti che sono morti nel terrore delle visioni apocalittiche e punitive del mito infernale costruito ad arte per sottomettere ad ubbidienze terrene i sudditi di ogni feroce e corrotta monarchia che ha inquinato la Storia. E, invece, eccolo scusarsi e far precisare dai suoi addetti-stampa che: '...veramente il Papa non ha detto questo.' E hanno sbagliato tutti quei giornalisti a riportare le frasi incriminate dell'intervista con il gran vegliardo Scalfari Eugenio, fondatore di 'La Repubblica'. Perché il mito dell'inferno, ben lo sappiamo, è mito fondativo e basico dell'organizzazione religiosa 'Santa Romana Chiesa' che sul Terrore dell'Aldilà ha estesamente campato nei saeculi saeculorum - e il suo franare nella confusione della presente torre di Babele delle lingue confuse e della anarchia teologica e 'relativismo religioso' che sconfina con l'ateismo rischia di rendere fragilissimi i pilastri della Dottrina e buona notte al secchio. E da qui in avanti sarà solo la Bontà e la Misericordia erga omnes e urbi et orbi, inclusi gli infedeli seguaci del profeta della confusa predicazione di Francesco, a tenere unite le folle che si adunano in piazza san Pietro e nelle 'adunate oceaniche' delle piazze e stadi dei viaggi papali. Ma, forse, è 'l'inferno in terra' che viviamo e che si sostanzia di guerre assassine e orchi terroristi radicalizzati sul web ad avere indotto il buon Francesco a negare l'esistenza del secondo inferno perché le torture e le efferatezze e le ferinità del primo sono ben maggiori delle atrocità immaginate dal sommo Poeta nel suo viaggio laggiù dove 'sarà pianto e stridor di denti'. |
Incanti. 29 marzo 2022 Dovreste viverla l'esperienza del silenzio nella partitura delle vostre vite. Vi alzate dal letto alle prime luci dell'alba e i soli rumori che udite e che cercate di evitare sono i cigolii delle serramenta dei vostri oscuri che si aprono piano e vi mostrano di fuori la luce soffusa di una nebbia incantata. Le nebbie di primavera hanno l'incanto del bianco su bianco. Il bianco crema dei fiori degli alberi del caco a me di fronte che si delineano sul bianco arioso della nebbia in discioglimento e se ne impregnano, avidi di quell'umidità che manca a questa primavera arida e siccitosa. E nessun televisore acceso e i queruli telecronisti dallo sguardo spiritato a dirvi che c'è una guerra, da qualche parte nel vasto mondo - si, c'è, lo dovete sapere e dovete prendere fazione, è un maledetto imperativo categorico televisivo - e che corriamo il serio rischio di trovarci ridotti a cenere calda nel cratere di un esplosione termonucleare se non si zittiscono i belligeranti dottor Stranamore di ambe le parti di un mondo mutatosi, improvvisamente, in una immensa e clamante nave dei folli avviata al suo finale naufragio. Silenzio. Passi felpati e sguardo nuovo, ancora intriso delle fantasie dei sogni, su un mondo che rinasce dalle sue ceneri (è Quaresima, d'altronde, cospargetevi il capo, fratres). Possiamo farla rinascere noi l'araba fenice (che vi sia ciascun lo dice) e farla involare nell'aria dipinta del fresco bianco primaverile solo che lo si voglia e i televisori restino spenti. La vostra guerra non interessa più a nessuno, né la pandemia che rinasce (una nuova ondata, dicono i telecronisti dallo sguardo spiritato). Il mondo rinasce dentro di noi, gli diamo forma di nuova umanità silenziosa, siamo dèi noi stessi, incrociamo le gambe e sguardo fisso di là dell'orizzonte umano e le mani poggiate à revers nella posizione del loto. Auuuuummmm. Tempo, spazio, curvatura dello spazio tempo, tutto dentro e fuori di noi, inizia il viaggio. E non chiedetemi che cosa mi sono fumato ieri sera. |
Sensibilità e orientamenti diversi. 29 marzo 2016 Ogni atto di follia omicida commesso nel mondo mi addolora profondamente e scatena le pulsioni dell'ira e dell'odio nei confronti dei maledetti orchi assassini di ogni popolo, razza e oscena professione di fede omicida. E nessuna equiparazione di maggiore o minore sensibilità dolorosa dovrebbe mai darsi nei confronti dei morti ammazzati: siano essi di san Bernardino, Parigi, Belgio o Lahore-Pakistan – gli ultimi in ordine di tempo di questa mattanza organizzata dai soliti noti estremisti islamici dai nomi diversi, (Boko Aram, talibani, 'radicalizzati sul web' di seconda generazione di immigrati) tutti affratellati da una comune interpretazione di follia religiosa bellicista: Jihad e Sharia. Però fa specie il notare come qualcuno di coloro che oggi si indignano e si stracciano le vesti per lo scarso spazio dato in cronaca ai fatti luttuosi di Lahore rispetto a quelli di Bruxelles e di Parigi (le acrimoniose note di 'due pesi e due misure' che mai avremmo voluto leggere) non aveva pubblicato nulla di commovente e di lacrimevole e/o indignato nei giorni della rabbia e della commozione universale per i morti e i feriti gravissimi e meno gravi che hanno riempito gli ospedali di Bruxelles. Chissà, forse ci avevano 'fatto il callo', come si dice. Due pesi e due misure all'inverso? O antenne neuroniche sempre curiosamente orientate a est, forse per innato amore del sole che sorge? ILFATTOQUOTIDIANO.IT Pakistan, kamikaze nel parco affollato di famiglie a Lahore. "Oltre 63 morti, almeno 45 sono... |
29 marzo 2020 Nel piccolo condominio fronte campagna in cui vivo, grazie ad una delle famiglie con un figlio di 14 e una bimba di due anni, l'età media è scesa a quarant'anni. E, se non fosse per me, scenderebbe a trenta e anche meno. E' una buona cosa, direte voi. Senza dubbio. E sono tutti gentili e silenziosi e sorridono, alleluia! Chi più di me felice? Ma, a causa della infodemia che impazza in tivù - giornalisti, vil razza dannata!- e ci deprimono e ci costringono nell'incubo dei morituri che siamo, che potremmo essere (a chi la tocca la tocca), lo stigma sociale mi castiga, e, se scendo a terra e percorro il vialetto che mi porta in fronte ai bidoni della differenziata, vengo seguito dagli sguardi di malcelata commiserazione dei presenti in giardino che giocano con una stropola di bimba cinguettante perché 'anziano', ahimé e, ca va sans dire, prima vittima designata del maledetto virus nascosto in ogni dove che ci costringe a spruzzare battericidi e candeggina ueberall. E poco importa se, ravviati i capelli e riportati con maestria nei punti in cui sono scarsi, la mia età biologica scende di un decennio. Siamo la generazione che, prima, affronterà il Grande Viaggio e siamo commiserati in tivù e 'protetti' e vigilatissimi a causa dell'assommarsi osceno delle bare nei posti più improbabili, dato il numero abnorme - e quelli delle imprese funebri, i tragici 'nouveaux riches' di questo scorcio di millennio infame, che non ce la fanno più e, come i medici e gli infermieri, sono la prima linea di questa stra maledetta pandemia che ci ha cancellato le vite e costrette alla prigionia dei domiciliari. Ma la primavera avanza ostinata e sicura e i fiori già lasciano il posto al verde chiaro delle foglioline e le giornate di sole chiaro e di sicuro tepore dribblano i venti freddi dell'inverno ancora in agguato e, malgrado lo stigma sociale che mi castiga, la sensazione è che ce la posso fare e avrò futuro, speriamo, incrociamo le dita, accendiamo le candeline di rito - e ringraziamo il sole che sorge limpido e giocondo, divinità di fuoco che riscalda la superficie del pianeta da millenni e compie con scientifica semplicità quei miracoli che altri preferiscono vedere nel disegno di una nube fantasiosamente assunta quale 'apparizione della madonna' in quel della piazza san Pietro. Oh, santo cielo! La pandemia colpisce pesantemente anche i neuroni, temo. Diverso parere. QUODLIBET.IT Giorgio Agamben, Chiarimenti - Quodlibet Giornalisti versus filosofi. TEMI.REPUBBLICA.IT Filosofia e virus: le farneticazioni di Giorgio Agamben |
Inviato da: fedechiara
il 08/06/2024 alle 07:17
Inviato da: fedechiara
il 07/06/2024 alle 07:11
Inviato da: fedechiara
il 07/06/2024 alle 07:09
Inviato da: cassetta2
il 06/06/2024 alle 17:04
Inviato da: Anthony101990Jones
il 26/04/2024 alle 10:55