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« ArcolaioArcolaio III »

Arcolaio II

Post n°170 pubblicato il 24 Agosto 2015 da deteriora_sequor






Attese con ansia il dipanarsi della gravidanza della giovane moglie,
mentre intorno a sé trovava sempre maggiori conferme della sua
flagranza di reato. Fosse un nastrino, apparisse uno strano profumo
o un regalo inatteso e anonimo, Lui sapeva che la fedifraga stava
tendendo la tela per chiuderlo in trappola ed eliminarlo definitivamente
dalla sua povera vita. Ma Aldovrandi sapeva che per Lei non era il
momento indicato fintantoché recava in grembo il frutto, non del
seme del legittimo consorte, ma quello dell'amante spudorato e
 intraprendente. Una volta dato alla luce l'amara conseguenza
della Colpa, avrebbe potuto dedicare il suo mesto tempo allo
smantellamento del marito e alla sua eliminazione. Uno di quei
veleni che non lasciano traccia, uno di quei sieri che provocano
un rapido colpo apoplettico, qualche goccia di sostanza appropriata
per farlo passare dal sonno alla Morte nella più totale incoscienza.
Le giornate transitavano sempre uguali finché alla compagna si
ruppero le acque, dopo le feroci contrazioni del parto imminente.
Nicola Aldovrandi aveva preteso di essere Lui, in persona, a
presiedere alla nascita di colui che tutti ritenevano il suo
legittimo erede. E così fece quel giorno. Nella casa avita
tanto fece, con garze sterili, bacinelle tiepide e forcipe lucido
che estrasse l'infante dall'utero della madre, dopo una gestazione
molto travagliata. Poi posò dolcemente il frugoletto accanto
alla testa della madre e si lavò accuratamente le mani.
Ad assisterlo vi era stato per tutto il tempo la fantesca
della sua magione, la stessa che presiedeva ai luridi commerci
della sua consorte con quel ancora ignoto amante. Il medico
poteva osservarne la schiena mentre questa ordinava gli
strumenti che erano stati utili a fare nascere il piccolo bastardo.
Ma uno di quegli strumenti non era stato necessario durante
la lunga operazione, ed era lo stesso che Nicola Aldovrandi
stringeva in pugno, pulitissimo e affilato. "Dov'è il bisturi,
Dottore? Non riesco a trovarlo." Disse la donna, girandosi
lentamente. "è qui, nella mia mano. Non lo vede, forse?"
Replicò, asciutto, il medico. Poi, come trascinato da un impeto
improvviso e selvaggio, si scagliò la donna perforandone il
corpo con lo strumento affilato. Susanna (Questo era il nome
della disgraziata) non fece nemmeno in tempo a levare un
grido che piombò al suolo come un sacco vuoto, priva di vita.
Aldovrandi, dopo averla lasciata scivolare sul pavimento, girò
lo sguardo verso sua moglie e la creaturina, che di nulla
s'erano accorti essendo immersi, entrambi, in un sonno
profondo e ristoratore. Lui tornò a lavarsi le mani e si tolse
il camice imbrattato di sangue. Quindi passò dall'altra parte,
nelle sue sale private e si versò, dopo averlo preso da uno
stipetto, una robusta dose di cognac.






(Continua)






 
 
 
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INFO


Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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