gemini

il cielo brucia dentro la terra

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 56
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ARCAN020cassetta2Word_UserITALIANOinATTESAspagetiangi2010tirripitirriLutero_Paganolusimia2005magnumgmVasilissaskunkvita.perezcostanzatorrelli46Narcysse
 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto dal 2024
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:28
 
Avevo in bozza Dodeacaedro e l'ho pubblicato, testo...
Inviato da: Word_User
il 07/05/2021 alle 00:00
 
Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 09:18
 
salutino ^__^ ciao
Inviato da: angi2010
il 18/04/2017 alle 23:29
 
La speranza muore per ultima! :) Bentornata Angi
Inviato da: deteriora_sequor
il 14/02/2017 alle 09:28
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Arcolaio IIArcolaio IV »

Arcolaio III

Post n°171 pubblicato il 28 Agosto 2015 da deteriora_sequor







La sua mente vagolava come un palloncino strappato alla mano
di un bimbo; era sereno quanto mai lo era stato negli ultimi tempi,
e gli sembrava che il gesto appena concluso avesse portato la
serenità dell'azione dopo le chimere del dubbio e la frustrazione
dell'impotenza. Si perse, letteralmente, nel colore rubino del
cognac, e lo sorbì lentamente, come si fa dopo una qualche
impresa atletica o dopo avere preso qualche decisione importante
all'interno di una azienda rinomata. Rimase lì seduto con le gambe
accavallate per minuti che parvero ore, non pensando assolutamente
nulla, solo godendosi lo spettacolo dei suoi morbidi stivaletti di
capretto e dei pantaloni in argyle  con la piega immacolata.
Era assorbito e quasi sul punto di appisolarsi quando si riebbe
con un grido e piombò nella stanza dove aveva lasciato il cadavere
della fantesca bucato dai colpi del bisturi. Avrebbe dovuto fare
un mucchio di cose: Avrebbe dovuto eliminare il cadavere.
Trascinarlo fino alla capiente caldaia nelle cantine e farlo
sparire rapidamente insieme ai vestiti e a tutto il suo bagaglio.
Lasciare credere che era scappata improvvisamente con qualche
suo ganzo. E poi, pulire. Pulire ossessivamente la stanza, senza
lasciare la traccia nemmeno di un granellino di sangue. Ma
adesso Aldovrandi era stanco e minimamente appagato, e si
sedette su una poltrona a osservare il piccolo bastardo e sua
moglie uniti in un sonno ristoratore, quasi visetto a viso. Era
un bel bimbetto, dal colorito scuro e dal peso rimarchevole.
Era uscito dal ventre materno con un po' di difficoltà, ma Lui
aveva voluto, a tutti i costi, farlo affiorare. Non ne sapeva
nemmeno bene la ragione. Forse, chissà, voleva solo
vederlo e cercare di capire. Forse, più sottilmente voleva
che scontasse vita natural durante il peso di essere un
figlio della Colpa. Osservandoli bene la sua rabbia si
accrebbe. Si rese conto, per la prima volta, di essere un
escluso dal consorzio delle persone felici, realizzò, con
le lacrime agli occhi che gli era negata quella gioia della
paternità a cui tanti ambivano, e che mai più avrebbe potuto
guardare negli occhi una donna sperando di farne la madre
dei propri figli. E la rabbia si mutò in ferocia mentre lì, con
un cadavere ai suoi piedi si rendeva conto del bel rapporto
che già s'era instaurato fra madre e figlio. E Lui che l'aveva
anche aiutato, con tutti i suoi sforzi, a venire alla luce! Lui
che aveva fatto di tutto per esporlo a una vita di stenti e
di precarietà, magari culminata nel crimine e, chissà, forse
nell'omicidio! Aldovrandi, con un brivido, si rese conto che,
malgrado il rigido codice morale dell'epoca, la Madre avrebbe
fatto di tutto per preservare il suo frugoletto, avrebbe affrontato
qualsiasi reprimenda e qualsiasi censura pur di difenderlo,
avrebbe sputato in faccia ai moralisti, ai Catoni, agli Ipocriti
e ai Perbenisti per custodire il piccolo tesoro che Le era
sgorgato dal grembo. Perché Lei era la madre e Lui, Nicola
Aldovrandi, esimio e riconosciuto ostetrico, l'estraneo, lo sperma
gelido che nemmeno l'aveva inseminata.






 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963