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Arcolaio V

Post n°173 pubblicato il 07 Settembre 2015 da deteriora_sequor






Si alzò bruscamente gettando via lo stuzzicadenti. Poi iniziò a girare
per la stanza come una tigre in gabbia, mentre i rintocchi sul portone
si facevano più insistenti e, anzi, amplificati dal suo stesso cervello.
Decise istintivamente di non aprire e si tappò le orecchie chiudendo
gli occhi. Ora gli sembrava di essere tornato bambino, quando si
chiudeva dentro un enorme baule, isolato dal resto del Mondo, e
i genitori e la servitù lo cercavano disperatamente. Non si sarebbe
fatto trovare in nessun caso. Però, nel frattempo, i minuti trascorrevano
e non cessava la gragnuola di battiti dalla strada. Immaginò che già
una discreta folla doveva essersi radunata per assistere al curioso
evento. E magari anche una guardia si era avvicinata, insospettita
da tanta frenesia. Passò ancora qualche minuto e Nicola Aldovrandi
si rese conto di non potere sostenere oltre un simile assalto. E poi
perché doveva sempre pensare al negativo? magari era il postino
con una urgentissima per Lui, magari un poliziotto gli segnalava
che era caduto un vaso dalla finestra in mezzo alla strada,
rischiando d'ammazzare qualcuno. "Già" ripeté fra sé "qua si
rischia di ammazzare qualcuno". E si decise a scendere dabbasso
ad aprire quel maledetto portone. si pulì alla bell'e meglio le mani
intrise di sangue, si cambiò il panciotto e il camice rosso, quindi
si avviò lungo la labirintica disposizione del suo gigantesco palazzo
passando anche davanti alla fatidica stanza. Vi gettò un'occhiata
veloce, poi la serrò e si mise la chiave in tasca. Discese due alla
volta i gradini e fu di fronte all'ingresso. Per un istante porse l'orecchio
prima di spalancare e sentì parecchie voci confabulare mentre, per
un attimo, era cessato il tempestare di colpi sul legno massiccio.
Il Dottore aspettò ancora alcuni secondi ma non si percepiva
chiaramente il senso delle parole al di là della barricata. Solo un
brusìo vertiginoso e costante e, qualche volta, una voce che si
levava, roboante, sopra alle altre. Alla fine Aldovrandi decise di
non indugiare oltre in quella penosa e grottesca contrapposizione
e tolse i chiavistelli, uscendo con il viso oltre la soglia. "C'è qualcuno?"
chiese in maniera stupida. Davanti a Lui, imponente ma timido
si stagliò il volto di suo cugino Ferdinando. Circondato da una
decina di altre persone gli ricambiava uno sguardo smarrito ma
indagatore, perplesso ma fermo. Il Medico si tirò istintivamente
indietro di un passo ma subito Gli sovvenne che, per nessun motivo,
avrebbe dovuto lasciare persona transitare per quell'uscio.
"Posso sapere il motivo....." Ferdinando esitò, guardandogli
prima gli occhi e poi le orecchie, quasi cercasse le parole giuste
per esprimere un arduo pensiero. Finalmente, sibilando fra i
grossi denti, esalò quelle parole in faccia al cugino :"Nulla.
sono venuto a sapere come sta Annetta. Ormai doveva essere
prossima al parto e a casa non riesco a stare. Scusa se ho
battuto con tanta insistenza, ho temuto una disgrazia!" e lacrime
vere Gli solcarono le guance, crollando sulla strada in vasti
goccioloni. Aldovrandi lo guardò stupefatto: quella specie di
bestione stava singhiozzando! E per quale ragione, poi? Per
la nascita del figlio di suo cugino, o per la salute di Annetta.
"Già" ragionò in un lampo, diabolicamente :"Per la salute  di
Annetta...."






(Continua)







 
 
 
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INFO


Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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