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Hic occultus occulto occisus est

Post n°189 pubblicato il 17 Novembre 2015 da deteriora_sequor








Stavo appoggiato con il corpo leggermente inclinato verso sinistra e le mani
appoggiate alle tempie. Il tempo scorreva lento come dentro una clessidra
e le uniche visioni che mi soccorrevano erano quelle di estesi prati e foreste
fittissime. La mia casa editrice mi chiedeva altre storie truculenti e selvagge
mentre il mio cervello reagiva e ripiegava su sé stesso, abbandonandosi a
un dolce tepore autunnale e a immagini di gnomi e folletti alla ricerca della
pentola colma di monete d'oro. Fu così che iniziai a scrivere :"C'era una
volta nella terra di Saydicc un potente stregone....." Da quel momento in
poi le parole sgorgarono come flutti e in pochi minuti avevo abbozzato già
metà del racconto. fu allora che venni interrotto da Alex al cellulare per
informarmi che la mia raccolta di piccole prose crudeli stava sfondando
sul mercato. Non ne fui sollevato o soddisfatto perché quell'opera (conclusa
per soddisfare i bassi appetiti di lettori ignoranti) non mi aveva mai veramente
rappresentato e forniva un'immagine distorta della mia arte, intrinsecamente
votata alla bellezza e alla serenità. "Stavi scrivendo?" Mi aveva fatto Alex
con il suo pesante accento genovese. "Sì" Gli avevo risposto "Una storia di
gnomi, fate, unicorni e tesori." "Posso già immaginare come finirà" replicò
velenoso. Mi ribellai :"Sarà una storia d'amore e di buoni propositi, di grandi
viaggi e altrettante avventure." "Certo, certo." Mi interruppe mettendo giù il
telefonino. Lo mandai mentalmente al diavolo e tornai alla mia bella storia.
Solo che questa (Forse per l'influenza della chiamata del mio editor) stava
completamente mutando e guadagnando toni oscuri :"Joseph prese la testa
dell'orco e con un colpo secco di daga la staccò di netto dal busto..." Ero
attonito e arrabbiato. Tentando di mutare il tenore del racconto affondavo
sempre di più nella tragicità e nell'orrore. I villaggi venivano incendiati, gli
abitanti messi in catene, Le donne erano orribili megere e gli affabili
folletti imbroglioni e furfanti di mezza tacca. Mi arrestai davanti al computer
con la mano tremante e mi alzai per prepararmi una tisana ai frutti di bosco.
Quando, dopo dieci minuti, tornai alla mia postazione, Essa era sparita e
al suo posto sorgeva un pozzo corroso dal tempo e invaso dall'edera. Senza
riflettere sulla bizzarria della situazione presi la penna che avevo tante volte
usato nell'adolescenza per comporre le mie poesie e la gettai dentro l'apertura
affacciandomi nel contempo. Ben presto la penna d'argento scomparve ai
miei occhi e la sentì unicamente rimbalzare sui sassi delle pareti interne.
Quando giunse con un lievissimo "plop" nell'acqua si levò un frastuono
potentissimo e grandi nuvole nere salirono dal pozzo. All'interno di queste nubi
minacciose potevo distinguere i volti dei miei piccoli gnomi e delle mie fate,
le fattezze tenere e delicate di animali fantastici e di bambini bellissimi. Li
sentivo echeggiarmi parole nelle orecchie. Li sentivo chiedere di vendicarli
rispetto ad anni di oppressioni e lordure, di Morte e riti di passaggio. Li udì
chiaramente implorarmi di scrivere una storia che non fosse inquinata, come
il pozzo, dalle distorsioni degli adulti, Lì sentì piangere e gemere in attesa
di abiti e vite che non fossero tagliati su misura da individui perversi e cattivi.
In pochi istanti compresi che le fiabe sono la maniera della gente matura
per fare i conti con il proprio passato oscuro e passarlo in dote ai bambini
da loro stessi generati. Compresi che l'Uomo è l'essere più vendicativo
ed egoista del mondo, incapace di accettare la Felicità di fronte ai propri
occhi delusi. E da quel momento decisi di scrivere soltanto per riscattare
i piccoli esseri della foresta e i loro sogni puri ed innocenti. Mi svegliai
che suonava il mio cellulare. Non fissai nemmeno la chiamata e lo spensi.





(Fine)






 
 
 
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INFO


Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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