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Il Labirinto
Post n°190 pubblicato il 24 Novembre 2015 da deteriora_sequor
Venne il momento di Elia quando rientrò nel suo ampio appartamento e accese il condizionatore, scacciando i fantasmi e l'aria viziata. Il balcone all'ultimo piano gli suggeriva l'idea di un giardino pensile e prolungava la sua fantasia, staccandola dalla miserabile esistenza che conduceva nell'ufficio ai piani bassi, qualche isolato più in là. Si spogliò e si mise comodo dopo essersi fatto una doccia. Poi si addentrò nel dedalo verde che forniva verzura alla sua fronte scottata e ai suoi pensieri ustionati. Si immerse negli oleandri, carezzò le saintpaulia, onorò il carrubo, visionò la dieffenbachia e la buddleia, posò il suo corpo all'ombra della clematide e si stirò le membra osservando la buona salute della ortensia. Stava già quasi per appisolarsi quando il suo terrazzo prese a sobbalzare stranamente e ad assumere direzioni impreviste e imprevedibili. Le piante sparirono, sostituite da nude e altissime mura e sotto i suoi piedi spogli apparvero ciottoli levigati e minuscoli granelli di sabbia portati dal mare, che gli fibrillavano le estremità. Si trovò, coperto solo da un peplo femminile a correre attraverso un labirinto, con il fiatone e la gola secca. Ma ogni curva era uguale alla precedente, e ogni gomito lo riportava, punto e a capo, a una situazione invariabile di smarrimento. Fu dopo che il sole, nel cielo, era disceso di una buona metà che vide sua madre circondata dalle braccia robuste di quell'uomo dalla testa taurina. E con suo sommo disgusto il genitore non disdegnava le attenzioni del mostro, ma, al contrario le solleticava con studiata lascivia, sollevando la ampia gonna, mostrando le carni bianche e vizze. Fu allora che una spinta mise Elia nell'angolo: suo padre, bardato come un eroe acheo affrontava quell'essere, e con un colpo duro e secco ne abbatteva la sommità animale per lasciarla a rotolare, bianca e insanguinata, lungo una parete. Fu allora che il giovane urlò perché aveva visto nelle fattezze del Minotauro quelle di suo fratello minore, morto in un incidente sette anni prima. Quando si riebbe realizzò di avere fatto a pezzi il suo incantevole giardino pensile, a trenta metri d'altitudine sopra la città pallida. (Fine) |
Inviato da: Word_User
il 07/05/2021 alle 00:00
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 09:18
Inviato da: angi2010
il 18/04/2017 alle 23:29
Inviato da: deteriora_sequor
il 14/02/2017 alle 09:28
Inviato da: angi2010
il 13/02/2017 alle 23:30