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« Bobby XIIBobby XIV »

Bobby XIII

Post n°204 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da deteriora_sequor









"Puoi anche solo pensarlo, Bobby?" Fece Lei gettandosi sul letto e iniziando
una scena madre di disperazione e offesa. "Andiamo" continuò Bobby "Lo
sai che abbiamo lo stesso, squallido, senso dell'umorismo, e che ci piace
punzecchiare le persone che...ehm...ci sono più vicine. Comunque non
posso negare di essere molto sorpreso dalla tua presenza." E cominciò a
girare per la stanza con le mani intrecciate dietro la schiena. I pensieri gli
turbinavano per il capo e non riusciva a celarsi il fatto che, dopo il bene
augurante spuntare di Alice, l'arrivo della madre e del suo giovane amante
lo avesse gettato nella solita, profonda frustrazione. Era come se l'escursione
amorosa del giorno precedente non fosse mai esistita; cancellata  dalla
violenta irruzione di Louise Jordan e dalla sua personalità irrispettosa e
aggressiva. Arrestò il suo gironzolare nei pressi dell'enorme specchio e vi
gettò un'occhiata distratta inquadrando Sir Anthony Montague alle sue
spalle. Sapeva che avrebbe dovuto odiare quell'uomo, provare una
profondissima antipatia e augurarsene la rapida dipartita, ma, malgrado
tutto, non provava nessuno di questi sentimenti: Quel ragazzone della
sua età, malcresciuto ed esacerbato, era la parodia vivente di un viveur
raffinato ed eccentrico, e sotto la maschera di esteta sottile nascondeva
unicamente un pauroso vuoto interiore. Bobby se n'era accorto un anno
prima in una villa presso Cap D'Antibes quando, ubriaco di brandy e
cognac, lo aveva convinto a una passeggiata nel giardino della lussuosa
dimora sul fare dell'alba. Gli ospiti si erano tutti pressoché eclissati e
restavano loro due e Louise Jordan, indecorosamente addormentata
su un divano in salotto. Anthony lo aveva preso sottobraccio e gli aveva
narrato la storia delle sue vite tra un rutto represso e un passo malfermo.
Bobby, anche lui abbastanza brillo, lo aveva ascoltato con tutta l'attenzione
che riusciva a fornire. E la storia era invero quanto di più bizzarro si
poteva attendersi da un simile parvenu...vicende di incesti, di castelli bruciati
nella terra avita dell'Irlanda settentrionale, fughe d'amore e duelli spietati,
aborti procurati e guerre improvvise. A Bobby era parso di stare su una
giostra e, poco dopo, aveva vomitato nell'angolo più nascosto del giardino.
Sir Anthony Montague lo aveva sostenuto e supportato battendogli sulla
schiena con discrezione, ma non aveva cessato di narrare con la sua
querula voce, accompagnandosi con gesti vagamente effeminati. Bobby
lo ricordava come in un folle dagherrotipo: i lunghi capelli ricciuti e
scomposti, la bocca aperta e storta a elencare morti, amanti e feriti,
il lungo bastone da passeggio dalla testa di gatto sventolato a mezz'aria.
Ripensandoci qualche giorno dopo aveva capito la reale essenza di
quel giovane uomo: qualcuno con una tragica odissea alle spalle e un
futuro malcerto da nobile impoverito davanti a sé. Qualcuno che poteva
contare solo sulla sua effimera (e discutibile) bellezza e una cultura
classica, seppure raffazzonata in alcuni punti, sicuramente solida.
Da quella mattina non era più stato in grado di detestarlo pur essendo
quello che era (il tragico mantenuto di sua madre) e pur provando un
 moto di indicibile repulsione al pensiero di come venisse infangata
la presenza da qualche parte nel mondo di suo padre. Si staccò dallo
specchio e dalla figura di Anthony e si accostò al letto, dove giaceva,
ancora stupidamente piangente, sua mamma.






(Continua)







 

 
 
 
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Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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